EMOZIONE ed Emotività
Deve intendersi per emozione la reazione opposta dall'organismo alla percezione o alla rappresentazione (quasi sempre mnemonica) di stimoli capaci di modificare l'organismo stesso, sia integrandolo sia disintegrandolo fisicamente o psichicamente. Per emotività s'intende la maggiore o minore capacità a provare emozione: se questa è piacevole si ha la gioia, se spiacevole il dolore. Altri tipi fondamentali sono: la paura, reazione a un'aggressione (sensu lato) e la collera, reazione aggressiva.
È necessario sceverare nell'emozione due elementi distinti: l'emozione-shock, cioè l'insieme dei fatti fisici che accompagnano la reazione, e l'emozione-sentimento, fenomeno puramente psichico. I segni fisici dell'emozione variano secondo la qualità e l'intensità di questa, e possono essere: tremore; pallore o rossore della cute; aumento o diminuzione della secrezione salivare; variazione dei ritmi respiratorio e cardiaco; nausee; talvolta vomito; il fenomeno cosiddetto della "pelle d'oca". Nei casi poi d'emozioni gravi si notano: erezione dei capelli; midriasi; rilasciamento dei muscoli striati, tanto da provocare la caduta in terra, paresi transitorie degli sfinteri vescicale e rettale; sincopi; perdita di coscienza. Tutti questi fenomeni possono riportarsi ad alterazioni funzionali del sistema nervoso sia della vita di relazione sia della vita vegetativa e alla ripercussione che queste alterazioni possono avere sul sistema endocrino. Per esempio, l'aumentata secrezione d'adrenalina che si ha nelle grandi emozioni è assai verosimilmente dovuta a un'abnorme eccitazione simpatica sulle ghiandole surrenali. Da molto tempo sono state enunciate due opposte teorie sulla natura delle emozioni: secondo la prima, l'emozione è un fenomeno psichico accompagnato da un insieme di fatti somatici a esso consecutivi; secondo l'altra, invece, i fenomeni somatici seguono immediatamente lo stimolo, e il fatto psichico denominato emozione non è che la coscienza del verificarsi dei fenomeni stessi. Verosimilmente tutte e due le teorie sono valide, ma solo in parte; ha perciò notevole valore, perché tende in certo modo a conciliarle, la teoria circolare esposta da S. De Sanctis, secondo la quale il ciclo emozionale risulterebbe dei seguenti momenti: 1. stimolo e percezione; 2. attività cosciente della corteccia cerebrale e riconoscimento del valore affettivo della percezione (emozione primaria); 3. fenomeni somatici riflessi, la cui elaborazione avviene, come generalmente s'ammette, nei gangli della base e nel mesencefalo; 4. ritorno di questi riflessi, come nuovi stimoli, alla coscienza; 5. stato emozionale completo o emozione vera. Va tenuta presente l'azione morbosa che le emozioni esercitano su tu̇tto l'organismo, scompigliandone l'equilibrio attraverso le ripercussioni simpatiche e endocrine. Queste conseguenze, o creano speciali forme morbose (neurosi e psicosi da spavento) o aggravano psicosi già in atto (epilessia, isterismo, melanconia). È noto del resto come siano frequenti le manifestazioni psiconeurotiche in coloro che esercitano professioni implicanti grandi responsabilità.
Bibl.: V. M. Buscaino, Biologia della vita emotiva, Bologna 1921; S. De Sanctis, Trattato di psicologia sperimentale, Roma 1929-30.