emorroidi
Varici del plesso venoso emorroidario. Costituiscono un’affezione diffusa prevalentemente tra gli individui nell’età matura; sembrano causate sia da una componente costituzionale, consistente nell’ipoplasia delle pareti venose, sia da fattori contingenti quali l’aumento di pressione nel territorio portale (per le vene emorroidarie superiori), la stasi fecale nell’ampolla rettale, processi infiammatori acuti e cronici del retto e dell’ano (per le vene emorroidarie inferiori). Nelle donne, hanno una certa importanza la gravidanza e il parto.
Le e. si distinguono, per la sede, in interne ed esterne. Le prime sono situate al disotto della mucosa rettale, subito al di sopra dello sfintere interno, le altre, sottocutanee, sono situate sul contorno anale. I sintomi sono diversi nell’uno e nell’altro caso. Le e. esterne si manifestano come noduli di varia grandezza, di colorito rosso violaceo, molli, disposti in vario numero sul contorno dell’ano e, talora, sono sede di prurito o bruciore. Quando ha luogo l’infiammazione delle e., si ha la trombosi dei noduli (flussione emorroidaria), che aumentano di volume e di consistenza e diventano intensamente dolenti. Talvolta si infettano dando luogo alla formazione di un ascesso. Le e. interne si possono riconoscere solo con l’esplorazione digitale e con gli esami endoscopici (ano- e rettoscopia), che permettono di constatare la presenza di tipici noduli sessili, violacei, molli, di piccole dimensioni, multipli. I disturbi relativi consistono in una sensazione molesta di peso nella posizione seduta, nell’emorragia, che si effettua col tipico verniciamento ematico del cilindro fecale e che può giungere anche ad anemizzare il paziente; talvolta esse vengono a sporgere all’esterno solo durante la defecazione (e. interne procidenti); in seguito, invece, vengono a prolassarsi. In tal caso, per le contrazioni sfinteriche, esse possono strozzarsi, andando incontro alla trombosi e alla necrosi.
La cura palliativa consiste nell’impiego di pomate o supposte a base di sostanze antinfiammatorie decongestionanti ed emostatiche, nonché nell’adozione di particolari regimi dietetici e terapeutici atti a combattere la stipsi. La cura radicale è chirurgica (escissione dei noduli o elettrocoagulazione o crioterapia). Per le e. esterne si possono anche praticare iniezioni sclerosanti.