emiplegia
Paralisi delle funzioni motorie in una parte (destra o sinistra) del corpo, da attribuire, nella maggior parte dei casi, a lesioni delle vie corticospinali, raramente a casi insoliti di poliomielite o a malattie del motoneurone. Le strutture encefaliche interessate possono essere: la corteccia, la sostanza bianca, la capsula interna (e. controlaterale), o il tronco cerebrale (➔ bulbare, sindrome). Raramente un’e. può essere causata da lesioni omolaterali delle colonne laterali del midollo spinale cervicale. La gravità dei sintomi neuromuscolari da e. per lesione cerebrale non raggiunge quella da lesione del motoneurone inferiore: la paralisi flaccida è seguita da lieve spasticità, l’atrofia è minore ed è legata al disuso. Nell’adulto un’e. motoria pura, dovuta a lesione vascolare della capsula interna del talamo e della sostanza bianca adiacente (o del ponte ventrale), si manifesta con paralisi dei muscoli di volto, mano, braccio, gamba e piede; il deficit neurologico si sviluppa in 2÷3 giorni, per gradi. La RMN, meglio della TAC, mostra lesioni lacunari che col tempo diventano cavitarie.
E. congenita, neonatale e infantile: si può manifestare nei lattanti per necrosi ischemiche che possono avvenire già in utero (a causa di diabete materno, eclampsia, ecc.); nei bambini piccoli (1÷2 anni), l’e. è causata da malattie vascolari occlusive o emorragiche cerebrali (spec. per cardiopatie congenite, cardiopatia reumatica, vasculopatie congenite), oppure da alterazioni metaboliche o ematologiche. Queste e. si manifestano durante lo sviluppo delle funzioni motorie con un’asimmetria, associandosi talvolta a ritardo di sviluppo del linguaggio e a convulsioni epilettiche; l’ipostenia durevole dal lato colpito, dopo una crisi epilettica (paralisi di Todd), è patognomonica. L’e. infantile può essere seguita, col tempo, da un’atetosi.