TEZA, Emilio
Letterato, filologo e traduttore, nato a Venezia il 14 settembre 1831, morto a Padova il 30 marzo 1912. Studiò a Padova e a Vienna giurisprudenza, fu addetto in Venezia alla Biblioteca Marciana e, dopo la pace di Villafranca, alla Laurenziana; insegnò quindi sanscrito, lingue classiche comparate, lingue romanze, con varî titoli delle cattedre, dal 1861 in poi, nelle università di Bologna, Pisa, Padova: con molta efficacia non sulla massa degl'iscritti né per la dottrina speciale che gli era assegnata, ma sui veri e proprî discepoli ch'egli iniziava, avviava, curava, secondo le diverse loro disposizioni, a un concetto larghissimo della scienza filologica e anche dell'arte. Uomo dotato d'eccezionali facoltà, agì assai pur fuori delle aule e del cerchio di quei discepoli: il Carducci volle attestargli riconoscenza come a colui che gli aveva dato impulso a studî più larghi e a modi nuovi dell'arte con la sua dottrina e col suo giudizio severo.
Se P. Rajna poté dire ch'egli padroneggiava intiera l'enorme distesa della famiglia linguistica indoeuropea (e anche seppe dell'ungherese, del finlandese, del cinese, del giapponese, del tibetano, e perfino delle lingue indigene dell'America e dell'Oceania), ma che era piuttosto un poliglotta che un glottologo; V. Crescini ebbe di che ribattere che il T. fu anche un glottologo veramente; almeno come primo additatore di alcuni aspetti caratteristici in certe famiglie d'idiomi. Siccome il T. era nel tempo medesimo uno scienziato e un artista, mal si distingue l'opera sua di traduttore da quella di scienziato. Tradusse, ma non pubblicò, la prima parte del Faust del Goethe; un libretto di Traduzioni (Milano 1888) dal Goethe stesso, dal Voss, dal Groth, dal Puškin, dal Tennyson, dal Longfellow, dal Heine, dal Petőfi, dal Burns, da altri, cominciò a farlo noto al pubblico non specialista, che sempre più gli si volse per solenni riconoscimenti di ammiratori e di amici. Ed egli, mentre non sollecitava applausi, si compiaceva di quel favore, da cui forse si lasciava sospingere a far più presto e di più in tal senso, quando invece chi ne sapeva il fondamento e la virtù avrebbe voluto ch'egli coordinasse e perfezionasse il meglio che gli era venuto fatto di comporre o pubblicare in più centinaia di articoli (una bibliografia, e non è compiuta, ne conta 673). Una delle sue prestazioni più utili fu il volume Vita, giornali e lettere di Vittorio Alfieri (Firenze 1861).
Un'esatta bibliografia degli scritti del T., quasi esclusivamente costituiti di pubblicazioni tirate a pochi esemplari, fuori commercio, di estratti da riviste e atti accademici e perfino di bozze corrette, ma non giunte alla tiratura, fu compilata da C. Frati e pubblicata in appendice alla commemorazione del T. tenuta da V. Crescini all'Istituto Veneto (Atti del R. Ist. ven. di sc., lett. e arti, LXXIII, 1, 1913-14; ristampa della sola commemorazione nel vol. del Crescini, Romanica fragmenta, Torino 1932, pp. 22-120).
Bibl.: Una bibliografia degli scritti sul T. apparsi fino al 1913 segue alla bibliografia teziana che si cita qui sopra. Si aggiungano: C. Frati, La libreria del prof. E. T., donata alla Marciana, in La Bibliofilia, XV (1913), disp. i; id., E. T. "aggiunto temporaneo" nella Bibliot. Marciana, in Rassegna nazionale, CXCVIII (1914); L. Ferrari, Per l'ampliamento della Biblioteca Marciana, ... e in onore di G. Coggiola e E. T., Venezia 1924; T. Ortolani, in Nuova Antologia, i° ag. 1929, i° marzo 1930, 16 nov. 1930, 16 nov. 1932, i° maggio 1934.