DE AMENTI, Emilio
Di umili origini, nacque in Pavia il 12 febbr. 1845 da Angelo e Carolina Magnani. Allievo di G. Trecourt alla civica scuola di pittura di Pavia, a cui s'iscrisse il 18 nov. 1856, terminò i corsi regolari nel 1870, ma invocò uno speciale permesso dalla commissione di vigilanza sugli istituti di belle arti per poter continuare la frequenza.
Nel 1865 aveva partecipato al premio Lauzi ma senza esito: di questa prova ci resta uno schizzo (matita su carta 15,1 x21,7, conservato a Pavia, Civici Musei), che era obbligatorio per l'ammissione al concorso. Nel 1873 fu uno dei concorrenti al premio triennale Frank, sul tema La distribuzione dei medicinali ai poveri di S. Corona, vinto da E. Acerbi. Contro questa decisione della giuria presentarono ricorso sia il D. sia l'altro concorrente L. Tognola, facendo notare come l'Acerbi "avesse eseguito in iscuola e sotto la sorveglianza del professore un dipinto corrispondente al soggetto e nelle dimensioni prescritte dal concorso Frank" (la commissione di vigilanza rispose che ciò non era contrario al regolamento dal momento che il giudizio sulle opere era affidato a una speciale giuria, scelta fra persone estranee alla scuola che doveva valutare opere anonime, contraddistinte da un motto o da una sigla).
Finalmente alla successiva edizione del premio, nel 1876, il D. conseguì l'esito sperato, risolvendo brillantemente il tema proposto: La lettura in famiglia in un punto commovente dei Promessi Sposi (Pavia, Civici Musei).
Episodi e personaggi dei Promessi Sposi ricorrono di frequente nella tematica romantica della seconda metà dei sec. XIX, ma nel caso pavese il tema è proposto in un contesto inconsueto che alla vicenda secentesca sostituisce, sentimenti che la lettura di quella (in particolare qui l'artista si riferisce al cap. XX) provoca in una quieta famiglia borghese. Assai curata tutta l'orchestrazione del dipinto: dalla resa particolareggiata dell'ambiente (si noti, tra l'altro, la presenza della statuetta del Manzoni sul piedestallo e, alle pareti, di due stampe ispirate al romanzo), alla espressione variamente atteggiata dei personaggi: commozione contenuta nel padre, accorata partecipazione al dramma nelle figlie, sereno distacco nella madre col bimbo.
Nel 1877 il D. era presente al concorso Arnaboldi col dipinto L'incontro di Lauracol Petrarca e divise il premio con E. Acerbi. Nell'anno scolastico 1880-81 si reiscrisse ancora una volta alla scuola pavese.
Presso la pinacoteca dei Civici Musei di Pavia è conservato anche il ritratto di Severino Pietrasanta (olio su tela, 60 x50), proprietario del pavese caffè Demetrio e protagonista di un episodio di intolleranza nei confronti del governo austriaco.
Tra le sue opere presenti in città si ricorda il dipinto con La Trinità con i ss. Zenone, Biagio e Rocco, conservato nella chiesa di S. Maria in Betlèm (tav. f. t. in F. Gianani, Ilborgo e la chiesa di S. Maria, Pavia 1977).
Il D. morì precocemente in Pavia il 29 marzo 1885.
Fonti e Bibl.: Pavia, Archivio storico civico, Arch. della Civica Scuola di pittura (1838-1969), cart. VI.2: Registro iscrizioni (1842-1882); G. Franchi, Pavia che fu, Pavia 1938, pp. 285 s.; C. Ferrari, La Civica Scuola di pittura, tesi di laurea, Università cattol. del Sacro Cuore (Milano), anno accad. 1941-42, p. 182); D. Morani, Diz. dei pittori pavesi, Milano 1948, p. 53; E. Cesana-G. Mascherpa, IPromessi Sposi nella figurazione dell'Ottocento e moderna (catal. della mostra), Lecco 1973, p. 49; L. Giordano, in Pavia. Cent'anni di cultura artistica. La Civica Scuola di pittura e il suo tempo, Milano 1976, p. 170; G. Zaffignani, L'archivio della Civica Scuola di pittura (1838-1969), in Boll. della Società pavese di storia patria, LXXXIII (1983), pp. 347 s., 367; Ottocento e Novecento nelle collezioni d'arte dei Civici Musei di Pavia, Pavia 1984, pp. 122 s.