ANGELINI, Emilio
Nato a Tivoli (Roma) il 16 febbr. 1804, dal bolognese Serafino e da Camilla Hom, fiorentina, il 20 maggio 1824 venne associato come professore di violino alla pontificia Congregazione e Accademia di S. Cecilia in Roma e, due anni dopo, entrò a far parte dell'Accademia filarmonica romana, figurando, nel dicembre 1826, per la prima volta al posto del "concertino" nell'esecuzione della Zelmira di G. Rossini. Nel febbraio 1828l'A. sostituì temporaneamente nella stessa Accademia filarmonica il direttore d'orchestra V. Costaguti e, a partire dalla stagione di carnevale del 1831, assunse l'incarico di primo violino e direttore d'orchestra (per i balli), dapprima al teatro Tordinona, coadiuvando il direttore G. Orzelli, poi dal 1833 al teatro Argentina ed infine dalla stagione di primavera del 1834 al teatro Valle, succedendo all'Orzelli, incarico che tenne nel tre più importanti teatri romani fino alla primavera del 1867. Tuttavia l'attività nei teatri non impedì all'A. di dedicarsi, proprio in quegli anni di predominio operistico, alla musica classica strumentale. Nel 1833 l'A. fece parte come primo violino insieme con il violoncellista Pietro Costagini, che ne era stato il promotore, e i violinisti Luigi Rossi e Filippo Cimini dei primo quartetto d'archi per l'esecuzione di musica strumentale, specialmente tedesca, in Roma: sotto la sua direzione vennero eseguiti, durante undici concerti, dal 21 febbraio al 28 marzo, nella sala del palazzo del marchese Giovanni Giacomo Lepri, quartetti di F. J. Haydn, W. A. Mozart, L. van Beethoven (i primi sei, op. 18), F. Krommer, J. Mayseder e R. Kreutzer. L'iniziativa fu di eccezionale importanza per l'ambiente musicale romano del secolo XIX, anche se la conquista del gusto e la diffusione della musica strumentale avvennero molto tempo dopo. Il 10 dic. 1835 l'A. fu eletto esaminatore degli strumentisti a corde presso l'Accademia di S. Cecilia e mantenne tale incarico fino al 1870 sicuramente, ma forse anche oltre.
Nel gennaio 1843 l'A. fu nominato cavaliere dell'ordine borbonico di S. Ludovico di Lucca e da alcune sue minute di ringraziamento (datate 18 gennaio) si rileva che l'onorificenza gli era stata conferita per l'interessamento della duchessa di Sassonia, Maria Luisa Carlotta di Borbone, infanta di Spagna, della quale l'A. era forse già "virtuoso di camera", come egli stesso ebbe a dichiarare qualche anno dopo. Nel 1847, certi abbozzi di una domanda per promozione di grado dall'A. rivolta al papa Pio IX e al principe Pietro Gabrielli (in data 22 e 25 settembre) attestano che egli aveva ricevuto la nomina di "direttore della musica militare di linea" (direttore della banda di linea del 1° reggimento granatieri pontifici) con la qualifica di aiutante sotto-ufficiale fin dal 1837 (e non dal 1843, come è stato scritto).
Le sue doti di direttore d'orchestra gli procurarono la stima e l'amicizia di G. Verdi, venuto a Roma a concertare le opere espressamente scritte per il teatro Argentina, I due Foscari (3 nov. 1844) e La battaglia di Legnano (27 genn. 1849), e per il teatro Apollo (l'antico Tordinona), Il Trovatore (19 genn. 1853) e Un ballo in maschera (17 febbr. 1859).
L'11 giugno 1850 l'A. ebbe la decorazione cavalleresca Piana del pontificio Istituto di S. Cecilia, onorificenza istituita da Pio IX il 7 nov. 1847 in favore dei graduati primari e soci benemerenti dell'Accademia di S. Cecilia, dalla quale l'A. ricevette il 13 ott. 1867 anche la nomina di consigliere. Il municipio di Roma, che ormai dal 1848 era subentrato alla Deputazione dei pubblici spettacoli, lo aveva nominato ispettore dei teatri con uno stipendio annuo di L. 1.800.
L'A. morì a Roma il 9 dicembre 1879.
Figura significativa della società musicale romana, l'A. fu uno dei membri più attivi ed impegnati dell'Accademia filarmonica e di S. Cecilia, ma i suoi meriti furono inspiegabilmente dimenticati alla sua morte, che il Cametti lamentava addirittura inosservata. Delle sue composizioni, finora conosciute, rimangono una Sinfonia per orchestra (partitura autografa, Bibl. di S. Cecilia: Acc. Ms. 1733 e 3232), alcune Variazioni per violini, violoncello e basso, forse del 1833, eseguite spesso nelle accademie vocali-strumentali (Bibl. Apostolica Vaticana: Vat. Lat. 14605), una trascrizione per due violini, viola, violoncello del duetto di G. S. Mayr È deserto il bosco intorno (ibid.: Vat. Lat.14609), una riduzione per pianoforte di un "Pas-de-deux" del ballo Barbableu di W. R. Gallenberg (Roma, L. Ratti e G. B. Cencetti, s.d.) e riduzioni per canto e pianoforte di pezzi dell'opera [Amina o] L'orfanella di Ginevra di L. Ricci (Roma L. Ratti e G. B. Cencetti s.d.).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. d. Accad. di S. Cecilia, E. A., Categoria 3ª, n. 94; Catalogo dei Maestri compositori dei Professori di musica e dei Socii di onore della Congregazione ed Accademia di S. Cecilia di Roma residente nel Collegio di S. Carlo a Catinari, Roma 1845, pp. VII, 73; G. Radiciotti, Teatro e musica in Roma nel secondo quarto dei secolo XIX, Roma 1905, pp. 9, 17, 26-28, 71, 74, 113, 125. 128 s., 132, 150, 154 s., 161-165; A. Cametti, L'Accademia Filarmonica Romana dal 1821 al 1860. Memorie storiche...., Roma 1924, pp. 25, 32, 49 n. 51, 96, 128 n. 104, 131, 133, 160 n. 136; A. De Angelis, La musica a Roma nel secolo XIX, Roma 1935, pp. 16 s., 19, 32, 157; A. Cametti, Il teatro di Tordinona poi Apollo, Tivoli 1938, II, passim (v. Indice); C.Schmidl, Diz. universale dei musicisti, Supplemento, p. 30.