ALMANSI, Emilio
Nato il 15 apr. 1869 a Firenze, si laureò a Torino in ingegneria industriale nel 1893 e nel 1896 in matematica. Dall'anno seguente fu assistente di V. Volterra per la meccanica razionale; di questa disciplina divenne libero docente a Torino nel 1899, e nel 1901 incaricato presso l'università di Genova; nello stesso anno ebbe la libera docenza in fisica matematica. Professore straordinario di fisica matematica nel 1903 a Pavia, e insieme incaricato di geometria proiettiva e descrittiva, rimase in quella università fino al 1910; dopo una breve interruzione, nel 1912 passò all'università di Roma, ove occupò la cattedra di meccanica razionale. Nel 1922 lasciò l'insegnamento, ritirandosi a Firenze, per una forma di esaurimento nervoso, che si aggravò più tardi in seguito alle preoccupazioni per le leggi razziali.
I risultati delle sue ricerche si trovano pubblicati negli Atti e mem. d. Accad. dei Lincei,nel Nuovo Cimento,negli Annali di Matematica,negli Atti d. Accad. delle scienze di Torino,nelle Mem. d. Ist. lombardo di scienze e lettere,sui Rendic. del Circolo matematico di Palermo.La sua opera più conosciuta è l'Introduzione alla scienza delle costruzioni (Torino 1901), notevole specialmente dal punto di vista trattatistico. Nel 1932 divenne socio nazionale dell'Accademia dei Lincei. Nel I 921 era succeduto al Righi quale socio nazionale della Società Italiana delle scienze, detta dei XL. Molto ricco, sono notevoli le sue donazioni alla Croce Rossa Italiana e ad altri istituti benefici.
Morì a Firenze il Io ag. 1948.
Buona parte dell'attività scientifica dell'A. è rivolta a problemi di elasticità riguardanti la deformazione della sfera elastica, le deformazioni finite dei solidi elastici isotropi, dei solidi prismatici, delle piastre elastiche, ecc.
Connessi a tali problemi sono i suoi studi relativi alla integrazione di equazioni differenziali del tipo Δ2n F = O, integrazione che è ridotta alla ricerca di funzioni poliarmoniche (da lui stesso lungamente studiate) definite in un'area piana semplicemente connessa e per date condizioni al contorno. Le sue ricerche di meccanica celeste ricollegantesi a quelle dell'astronomo tedesco H. von v. Lu- Seeliger riguardano l'aspetto gravitazionale e sono rivolte alla distribuzione statistica dei corpi celesti. Il problema circa l'esistenza di infinite masse viene esaminato dall'A. con tutto rigore e, nelle sue memorie lincee (1913), egli dimostra che l'attrazione risultante di un numero infinito di corpi celesti risulta indeterminata, mentre può ritenersi determinata la differenza delle attrazioni esercitate su punti vicini. Tali risultati furono sufficienti per dedurre che si possono estendere i principi della dinamica di Newton nell'ipotesi di una infinità di stelle con distribuzione relativamente uniforme. Sempre nel campo della meccanica celeste l'A. studiò lo schiacciamento del pianeta Nettuno partendo dalla teoria delle perturbazioni dei satelliti. Autore di ricerche nel campo della idrodinamica e dell'elettrostatica, precisò alcuni punti importanti della teoria delle distribuzioni elettriche in equilibrio, ecc. Il merito dell'A. sta soprattutto nell'avere condotto le ricerche con una chiara visione unitaria e nell'essersi servito, inoltre, di chiari procedimenti analitici deduttivi.
Bibl.: Per un elenco degli scritti dell'A. cfr. I. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch far Mathematik...,IV, p. 15, V, p. 16; VI, p. 41 s.; necrologi: G. Castelnuovo, in Rendic. d. Acc. naz. dei Lincei,classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, V, s (novembre 1948), pp. 262 s.; A. Signorini, in Annali d. univ. degli Studi di Roma,1948-49, pp. 725 s.