Cioran, Emile (Emil Mihai, E.M.)
Saggista e filosofo rumeno, nato a Răşinari (Sibiu, Transilvania) l'8 aprile 1911, morto a Parigi il 20 giugno 1995. Conseguita la laurea in filosofia nell'università di Bucarest con una tesi su H. Bergson (1932), pubblicò alcuni lavori in lingua rumena. Nel 1937 si trasferì a Parigi, dove cominciò una feconda attività saggistica in francese, a metà strada fra riflessione filosofica esistenzialista e raffinata creazione letteraria.
Pensatore eccentrico e solitario, incise sulla cultura contemporanea per il suo tono provocatorio e per il suo stile letterario, con cui raggiunse, malgrado l'uso di una lingua non sua, una rara padronanza espressiva. Estraneo al mondo accademico, vicino allo stile di Nietzsche, ricorrendo ora all'aforisma ora al breve saggio di intento moralistico nei quali ironia e disincanto si esercitano in sottili notazioni psicologiche e rapide quanto penetranti considerazioni storico-politiche, C. ha espresso un radicale atteggiamento antispeculativo, un profondo pessimismo sulla condizione umana e un cupo nichilismo nei confronti dei valori della tradizione culturale, religiosa e filosofica occidentale.
Idealmente vicina al cinismo e allo scetticismo antichi come allo gnosticismo, alle religioni orientali e al misticismo, l'opera di C. consiste in una variegata descrizione dei molteplici aspetti dell'insensatezza della condizione umana. Né Dio, né l'etica, né la conoscenza garantiscono i principi cui l'uomo ispira i suoi sentimenti e le sue azioni. Quanto alla storia, in contrasto con il "razionalismo puerile" di quel surrogato secolarizzato del cristianesimo che è il pensiero utopico di ogni tempo, essa "constata dappertutto e sempre il fallimento piuttosto che il compimento delle nostre speranze"; più che la realizzazione della felicità e il trionfo del bene, la storia è il teatro della tragedia e del male. Priva di autentiche finalità, attratta da falsi valori e caduche ideologie, costretta senza fine tra sordidi motivi, servilismo e dispotismo, l'esistenza dell'uomo è una condanna il cui unico riscatto sta nell'accettazione della morte, "espressione positiva della vacuità", o, quanto meno, nella consapevolezza del nulla in cui si esaurisce.
Opere principali: Pe culmile disperării (1934; trad. it. Al culmine della disperazione, 1998); Lacrimi şi sfinti (1937; trad. it. Lacrime e santi, 1990); Précis de décomposition (1937; trad. it. 1996); Syllogismes de l'amertume (1952; trad. it. 1993); La tentation d'exister (1956; trad. it. 1984); Histoire et utopie (1956; trad. it. 1969); La chute dans le temps (1964; trad. it. 1995); Le mauvais démiurge (1969; trad. it. I nuovi dei, 1969); De l'inconvénient d'être né (1973; trad. it. 1991); Ecartèlement (1979; trad. it. 1981); Exercices d'admiration (1986; trad. it. 1988); L'ami loin: Paris-Bucarest (1991; trad. it. 1993).
bibliografia
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