LUKÁČ, Emil Boleslav
Poeta slovacco, nato a Hodruša il 1° novembre 1900. Pastore evangelico, L. fu, accanto a Ján Smrek, il principale rappresentante della generazione poetica maturata dopo quella di Krasko.
Debuttò nel 1922 con la malinconica e sommessa raccolta Spoved′ ("Confessione"), ancora legata alla formule d'un attardato simbolismo, passando poi, nei versi di Dunaj a Seina ("Il Danubio e la Senna", 1925), a un confronto fra la terra natía e lo scenario di Parigi. Alla dispersione e all'angoscia del nostro tempo egli oppone la fede negli eterni valori etici e religiosi e nella continuità della propria stirpe, come può vedersi ancor meglio dai libri successivi: Hymny k sláve Hosudarovej ("Inni alla gloria del Signore", 1926), O láske neláskavej ("D'un amore non gentile", 1928), Križovátky ("Crocicchi", 1929), Spev vlkov ("Il canto dei lupi", 1929), nei quali si avverte l'influsso di Claudel. I suoi versi hanno un'intensa drammaticità di contrasti, una tormentosa dialettica di ascese e cadute. Nel volume Elixír (1934) L. si staccò dai temi soggettivi, per alludere alla minaccia che incombeva sull'Europa, e in Moloch (1938) espresse presagi di incendî e rovina, contrapponendovi l'amore per la terra natía. Nel 1939 curò l'antologia di poeti slovacchi Pred ohnivým drakom ("Dinanzi al drago di fuoco"). Note di amarezza pervadono la raccolta Bábel ("Babilonia", 1944) e il ciclo di versi di guerra Dies irae, pubblicato nel 1946.