MARTINI, Emidio
– Nacque a Napoli il 9 nov. 1853 da Odoardo, originario di Cosenza, e Amalia Antonini.
Terminate le scuole superiori nel 1868, il M. si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Napoli e si laureò nel dicembre 1873; ottenne, quindi, una seconda laurea il 25 luglio 1877 nella facoltà di lettere della stessa università, dove fu allievo di L. Settembrini e F. De Sanctis, coltivando soprattutto le lettere latine e greche e seguendo contemporaneamente anche corsi di lingua francese e tedesca. Alla fine del 1874 era stato assunto, con la qualifica di distributore di 4ª classe, alla Biblioteca nazionale di Napoli, presso la quale aveva svolto attività di volontariato dal marzo 1873.
Obiettivo del M. era l’approfondimento della filologia classica e, a tale scopo, postosi in aspettativa, fece domanda di ammissione presso il R. Istituto di studi pratici e di perfezionamento di Firenze: in attesa della risposta rifiutò incarichi di insegnante a Ceccano e a Potenza, conferitigli rispettivamente nell’ottobre e novembre del 1877. Accettò invece di insegnare nel liceo Dante di Firenze (r.d. 28 novembre), che lasciò quando seppe di essere stato ammesso quale alunno interno con sussidio. All’Istituto fu allievo di D. Comparetti e pubblicò il suo primo saggio, frutto del lavoro fiorentino: A che punto stia la questione dell’esistenza d’una legge arcaica d’accentuazione nella lingua latina (Torino 1878; estr. da Riv. di filologia e d’istruzione classica, VII [1878], settembre-ottobre).
All’inizio del 1879 il M. fu costretto a riprendere servizio nella Biblioteca nazionale di Napoli, pena il decadimento dal ruolo; nel settembre 1880 vinse, nell’Università di Napoli, un concorso per la «privata docenza» dell’epigrafia greca, ma continuò la propria carriera nelle biblioteche: alla Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma ricoprì il ruolo di conservatore dei manoscritti, e poco dopo fu alla Nazionale di Palermo, dapprima come conservatore dei manoscritti e poi prefetto. Alla fine del 1887 il M. fu trasferito alla Biblioteca Braidense di Milano, diretta da I. Ghiron, e nel 1889 ne divenne a sua volta prefetto. La permanenza milanese, durata circa dieci anni, fu contraddistinta da intenso lavoro scientifico e dette modo al M. di dimostrare anche buone doti di amministratore.
Negli anni della sua direzione (1889-96) sostituì i cataloghi alfabetici in volumi con quelli a schede mobili, dette forte impulso al catalogo a soggetto, incrementò gli acquisti di opere di sociologia, promosse la compilazione dell’Indice dei periodici scientifici, ottenne dalla Cassa di risparmio delle Provincie lombarde (Cariplo) i sussidi necessari per l’apertura della Braidense nelle ore serali e alla domenica mattina. Nello stesso tempo il M. si dedicava al suo primo importante lavoro scientifico, il Catalogo dei manoscritti greci che esistono nelle biblioteche italiane: nel 1893 pubblicò (Milano) la parte 1ª del volume I, comprendente Milano, Palermo, Pavia e Parma, seguita dalla parte 2ª, comprendente Brescia, Como, Cremona, Ferrara, Genova, Mantova, Milano e Napoli (ibid. 1895). Il volume II apparve invece nel 1902 (Catalogus codicum Graecorum qui in Bibliotheca Vallicellana Romae adservantur, ibid., con l’indice dei 2 voll.).
A Milano il M. venne a contatto con L. Schiaparelli, E. Lattes, G.I. Ascoli, F. Novati, V. Inama e molti altri studiosi e docenti della R. Accademia, futura Università di Milano. Seppe inoltre conquistare la stima di mons. A.M. Ceriani, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, tanto da ottenere senza difficoltà, nonostante il regolamento ponesse restrizioni in tal senso, il permesso di avviare un lavoro di catalogazione dei manoscritti.
Inizialmente il M. intendeva eseguire una rilevazione sommaria, ma si orientò invece, con la collaborazione del collega e amico D. Bassi, verso il più impegnativo progetto di una catalogazione analitica dei 1093 codici greci, con descrizione particolareggiata del contenuto e descrizione estrinseca, in lingua latina, con bibl. e indici: nel 1906 il M. e Bassi pubblicarono a Milano i due volumi del Catalogus codicum Graecorum Bibliothecae Ambrosianae, opera che, nel 1910, fu insignita del premio reale per la filologia dell’Accademia nazionale dei Lincei.
Nel 1896 il M. aveva assunto il ruolo di direttore della Biblioteca universitaria di Napoli. Mantenne peraltro, attraverso una fitta corrispondenza, stretti rapporti con Bassi e l’Ambrosiana per i progressi del Catalogus. Successivamente il M. e Bassi cominciarono a lavorare alla preparazione di un atlante dei facsimili dei codici greci dell’Ambrosiana che avrebbe dovuto realizzarsi in 73 tavole, ma il progetto, benché avesse ottenuto l’approvazione del nuovo prefetto A. Ratti, non fu mai portato a compimento. Numerose le pubblicazioni «minori» del M. negli anni tra fine e principio di secolo, rivolte sia alla compilazione di testi scolastici sia alla filologia classica e bizantina.
Le edizioni: Supplementum ad Acta sancti Lucae iunioris, Bruxellis 1894; Manuelis Philae carmina inedita. Ex cod. C.VII.7 Bibliothecae nationalis Taurinensis et cod. 160 Bibliothecae publicae Cremonensis, Neapoli 1900. Inoltre: La vita dei Greci, Milano 1897; Spigolature bizantine, I, I versi inediti di Niceforo Chumnos, Napoli 1900; II, Quattro epigrammi inediti di Manuel Philes, ibid. 1903; Catalogus codicum astrologorum Graecorum. Codices Mediolanenses, Bruxelles 1901 (in collab. con D. Bassi); Codices Neapolitani, ibid. 1903 (in collab. con D. Bassi); Un codice di Niccolò Mesarita, ibid. 1903; Una lettera del retore Teodulo Magistros al monaco Ieroteo, in Miscellanea Ceriani. Raccolta di scritti originali per onorare la memoria di mons. A.M. Ceriani, con introd. di A. Ratti, Milano 1910, pp. 435-447; Disegno storico della vita e cultura greca, ibid. 1910 (in collab. con D. Bassi); V. Inama, Letteratura greca, ibid. 1914 (17ª ed., riv., corretta e ampl. con D. Bassi: fino al 1947 ebbe 25 edizioni).
A Napoli il M. rimase alla direzione della Biblioteca universitaria fino al 1900, quindi tornò, con l’incarico di riordinare l’Officina dei papiri ercolanensi, alla Nazionale della quale fu, infine, nominato direttore il 18 giugno 1900.
Anche in questa sede provvide al riordinamento della suppellettile libraria, dette forte impulso a cataloghi e inventari, radicando l’uso del catalogo a schede mobili (iniziato solo dal 1896), avviò la redazione del catalogo per soggetti, fece portare a compimento l’indice degli incunaboli (a cura del bibliotecario M. Fava), delle aldine e degli opuscoli, promosse restauri librari in collaborazione con l’Archivio di Stato di Napoli, istituì una prestigiosa consulta per gli acquisti.
Migliorò notevolmente, inoltre, l’assetto logistico della Biblioteca, allora situata ancora nel palazzo degli Studi insieme con il Museo archeologico; a tal riguardo, fin dal 1901 fu, in quanto direttore, membro della commissione istituita proprio per formulare proposte di riforma in merito alla ormai difficile convivenza fra la Biblioteca e il Museo, diretto, a partire dallo stesso anno, da E. Pais. Ragione del contendere era costituita, in particolare, dall’Officina dei papiri su cui la Biblioteca rivendicava la propria competenza benché questa fin dal 1809 – anno del trasferimento dei papiri a Napoli – fosse stata affidata al Museo; infine la Biblioteca ebbe la meglio (anche se l’apporto del M. ai lavori della commissione, reistituita nel 1907, nel 1914 e nel 1920, non sembra essere stato particolarmente significativo): nel 1906 Bassi fu nominato direttore dell’Officina che, nel 1910, venne ufficialmente aggregata alla Biblioteca nazionale.
Nei primi anni del Novecento il M. svolse numerosi incarichi e missioni, in particolare eseguì lavori di schedatura presso la Biblioteca Lucchesiana e, nel 1908-09, fu membro della Giunta consultiva per le biblioteche: in tale veste realizzò inchieste e ispezioni, una delle quali a Montecassino, dove ispirò il catalogo dei codici redatto da M. Inguanez.
In questi anni motivi di salute e difficoltà di natura economica procurarono al M. una depressione nervosa che lo spinse a lasciare il pesante incarico presso la Biblioteca nazionale: nel 1915, aiutato anche da un intervento dell’amico B. Croce, ottenne di essere comandato alla direzione della piccola Biblioteca Brancacciana, che stava per essere unificata alla Universitaria. Quindi, dal marzo 1917, affidata la reggenza della Biblioteca nazionale a Giuseppe D’Elia, fu incaricato dell’inventario dei manoscritti delle biblioteche governative.
Il M. continuò comunque a occuparsi della Biblioteca nazionale, sia lavorando al catalogo dei manoscritti, sia adoperandosi per riportare a Napoli i 96 codici, in 120 volumi, fatti trasferire a Vienna dall’imperatore Carlo VI d’Asburgo nel 1718. Tale recupero fu possibile nel quadro delle riparazioni imposte ai Paesi sconfitti dopo la conclusione della prima guerra mondiale (sull’argomento il M. pubblicò dapprima Per la rivendicazione dei codici napoletani portati a Vienna durante il dominio austriaco in Napoli, in Boll. del bibliofilo, I [1918-19], pp. 121-129, e poi Sui codici napoletani restituiti dall’Austria: relazione presentata alla R. Acc. di archeologia, lettere e belle arti di Napoli nella tornata del 17 giugno 1924, in Atti della R. Acc. di archeologia, lettere e belle arti, n.s., IX [1924], pp. 158-182).
Nominato nel 1920 dal ministro della Pubblica Istruzione, Croce, soprintendente bibliografico per le province della Campania e Calabria, il M. fu collocato a riposo il 26 nov. 1923, poco dopo l’avvio del trasferimento della Biblioteca nazionale a palazzo reale, pur chiedendo di continuare, anche senza remunerazione, la catalogazione dei manoscritti. Nel 1925 fu l’unico bibliotecario a firmare il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce.
Gli anni successivi al pensionamento furono per il M., nominato nel 1929 ispettore bibliografico per il Comune di Napoli, quanto mai produttivi; i lavori di maggiore importanza furono la cura (con D. Bassi) del Vocabolario greco-italiano ad uso delle scuole di W. Gemoll (Palermo 1923), che sarà ristampato fino al 1983, e soprattutto le traduzioni dei dialoghi di Platone pubblicate tra il 1922 (Il convito) e il 1940 (La repubblica).
Il M. tradusse e commentò tutti i dialoghi di Platone, a eccezione de Le leggi; i volumi furono pubblicati dall’editore Paravia di Torino nella collana «Classici latini e greci tradotti», poi divenuta «Piccola Biblioteca di filosofia e pedagogia», conobbero numerose edizioni e ristampe e rappresentano a tutt’oggi una delle traduzioni di Platone più diffuse in lingua italiana.
Il M. morì a Napoli il 1° febbr. 1940. Aveva sposato nel 1887 Maria Assunta Perego.
Postuma, con la prefazione di Croce, fu pubblicata la traduzione dall’inglese del Giulio Cesare di W. Shakespeare (Torino 1942).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Personale, b. 1304; ibid., Dir. generale Accademie e biblioteche, b. 37; Notizie storiche, bibliogr. e statistiche sulle biblioteche governative, Roma 1893, p. 71; D. Bassi, E. M.: cenni commemorativi, in Rendiconti del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, Parte generale e Atti ufficiali, LXXIII (1939-40), pp. 171-174; G. Burgada, Figure di bibliotecari: E. M., in Accademie e biblioteche d’Italia, XVII (1942), pp. 54 s.; L. Capitani, Bassi, Domenico, in Diz. biografico degli Italiani, VII, Roma 1965, pp. 129 s.; G. Guerrieri, E. M. Ricordo del socio ordinario, in Atti della Acc. Pontaniana, n.s., XXII (1973), pp. 315-319; Id., La Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele II di Napoli, Milano-Napoli 1974, pp. 46-52, 63, 107, 114, 117, 134, 173 s., 178, 187, 195, 197; C. Pasini, Integrazioni e correzioni al «Catalogus codicum Graecorum Bibliothecae Ambrosianae» di E. M. e D. Bassi, in Riv. di studi bizantini e neoellenici, XXXV (1989), pp. 211-220; Id., Una prestigiosa collaborazione e un’ammirevole intesa: E. M. e D. Bassi all’Ambrosiana, in Boll. della Badia greca di Grottaferrata, n.s., XLVIII (1994), pp. 87-113; Id., Codici e frammenti greci dell’Ambrosiana. Integrazioni al catalogo di E. M. e D. Bassi, Roma 1997; M. Capasso, E. Pais e l’Officina dei papiri, in Aspetti della storiografia di E. Pais, a cura di L. Polverini, Napoli 2002, pp. 231-233; A. Petrucciani, Storie di ordinaria dittatura: i bibliotecari italiani e il fascismo (1922-1942), in Associazione italiana bibliotecari (AIB)-Web, Boll. AIB, 2003, n. 4; Lettere dall’Officina: Comparetti, M., Sogliano, a cura di M.L. Chirico, Messina 2003, ad ind.; T. Rovito, Letterati e giornalisti italiani contemporanei. Diz. bio-bibliogr., Napoli 1922, p. 245; M. Parenti, Aggiunte al Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari e bibliofili italiani di C. Frati, II, Firenze 1959, p. 425; G. De Gregori - S. Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Diz. bio-bibliogr. 1900-1990, Roma 1999, p. 120; Enc. Italiana, App. II, II, p. 273.