CELLINI, Emidio
Nacque a Ripatransone (Ascoli Piceno) il 21 genn. 1857 da Eugenio e Albina Lunerti. Fino a 18 anni studiò nel seminario locale, mostrando vivo interesse per le materie letterarie, filosofiche e teologiche. Nel 1874, a 17 anni, aveva intrapreso lo studio dell'organo sotto la guida del celebre organista Pietro Amadei; dal 1876 al 1878 si perfezionò in armonia e studiò contrappunto con R. Amadei, figlio di Pietro, maestro di cappella nella basilica di Loreto. Nell'autunno del 1878 si recò a Napoli per seguire il corso di perfezionamento diretto da L. Rossi; contemporaneamente prese lezioni di canto da D. Scafati e di strumentazione per banda da R. Fortucci. Al termine del quadriennio, il C. sostenne l'esame e le sue composizioni vocali e strumentali ottennero giudizi positivi. Il 23 luglio 1882, per il centenario della Madonna detta di S. Giovanni a Ripatransone il C. compose e diresse una Messa di gloria, che fu poi eseguita l'anno successivo nella chiesa di Piedigrotta (Napoli) in occasione della festa annuale.
Terminati gli studi, il C. accettò la carica di direttore della banda comunale e della cappella di Randazzo (Catania); il 3 genn. 1887 fu nominato maestro direttore della cappella musicale della cattedrale di Ascoli Piceno. Mantenne questo incarico per sette anni, durante i quali diresse ottime esecuzioni di autori classici e sue, fondò una Schola cantorum e contribuì a far risorgere, il culto per la musica sacra.
Tra le sue composizioni eseguite in questi anni ricordiamo: Tre ore di agonia a quattro voci, cori e orchestra (Ascoli Piceno, chiesa di S. Agostino, 23 apr. 1886), di cui fu lodato "lo stile sobrio e castigatissimo e specialmente le scelte e nuove melodie... tutte di schietto stampo italiano e magistralmente collegate alla parte strumentale" (Spadoni, pp. 13 s.); l'inno Iesu corona martyrum, in onore di s. Emidio (Ascoli Piceno, 3 ag. 1894), cantato da un coro di cinquanta elementi, con accompagnamento d'organo e di altri strumenti, eseguito durante le cerimonie celebrative per la riapertura della cattedrale di Ascoli. In questo periodo il C. compose anche la sua prima opera melodrammatica Stefania, in quattro atti e un prologo (libretto di G. Castelli), che non poté essere rappresentata per le ingenti spese richieste dall'allestimento scenico; subito dopo, su suggerimento dell'editore E. Sonzogno, musicò un libretto di A. Cortella, Vendetta sarda in due atti (Napoli, teatro Mercadante, 12 febbr. 1895). L'opera riscosse un certo successo, ma non mancarono i dissensi particolarmente da parte della critica; ciò che più veniva rimproverato al C. erano "stridori e sibili ... passaggi non rispondenti ad alcuna tonalità ... armonie inusitate ed imprevedute" (cfr. Gazz. mus. di Milano, L [1895], 8, p. 134), insomma una musica troppo originale e nuova.
Nel 1896 il ministero della Pubblica Istruzione affidò al C. l'incarico di riordinare i manoscritti e i cimeli della cappella e dell'archivio musicale di Assisi. La sua relazione, ritenuta importante ed esauriente, fu pubblicata sul Boll. uffic. del Ministero della Pubblica Istruzione (27 maggio 1897). Nel 1897 il C. ottenne lo stesso incarico per l'Archivio musicale di S. Maria dei Frari, presso la Biblioteca Marciana di Venezia, ma le sue condizioni di salute lo costrinsero a interrompere il lavoro. Nel 1899 il ministero della Pubblica Istruzione lo incaricò di riordinare la Biblioteca musicale di S. Cecilia a Roma, e qui egli lavorò ininterrottamente per quattordici anni, provvedendo alla sistemazione del catalogo, dei manoscritti e delle opere a stampa.
Nel frattempo compose altre musiche, alcune delle quali eseguite con successo: Carmen saeculare, coro a tre voci con accompagnamento di trombe (Roma, Palatino, 4 maggio 1902), che rievocava le romane feste palilie; Missa suffragium Umberto I regi a quattro voci (Roma, chiesa del Sudario, 17 marzo 1908), "opera che sta a testimoniare il suo amore e la sua riverenza per i nostri grandi maestri della polifonia" (C. Barbieri, in Spadoni, p. 37); Inno a Lauro Rossi, versi del figlio Benedetto (Macerata, 22 maggio 1910). Nel 1912 il C. fu nominato presidente della comissione incaricata di organizzare i concerti del circolo marchigiano a Roma; nel 1913, lasciato volontariamente il posto a S. Cecilia, tornò a Ripatransone dove morì il 5 nov. 1920.
Il C. ebbe una vasta cultura musicale e letteraria; spinto dal desiderio di progredire, fu sempre pronto a seguire nuove vie e non si legò mai ad alcuna formula o scuola. Lo stile, anche se a volte troppo originale, rivela la sua padronanza della tecnica; nelle composizioni di musica sacra egli seppe però seguire le regole di quello liturgico. Dimostrò inoltre eccezionale perizia nelle ricerche bibliografiche e storiche e nell'ordinamento sistematico delle opere degli antichi maestri.
Tra le opere di musica sacra da lui composte, per lo più inedite, oltre le già citate, lo Spadoni ricorda: Missa defunctorum a tre voci (1888); Osalutaris, mottetto a quattro voci con organo (forse del 1905); Missa in honorem s. Antonii Patavini a tre voci (s.d.); Si quaeris miracula, responsorio per basso e coro (1912); Libera me per contralti, tenori e bassi; Ave Maria,canto con accompagnamento d'organo (1918); il salmo De profundis a due voci (1919); Offertori, Mottetti e Responsori.
Il C. compose inoltre Il finimondo, ouverture (prima esec., Napoli 1882); Farfallina, opera teatrale in tre atti (libretto di S. Kambo con la collaborazione di S. D'Amico e del C.); il poema sinfonico Dal sabato del villaggio di Leopardi, per orchestra e coro (1911). Fra gli inni e le cantate ricordiamo: Il lavoro educativo, coro a quattro voci miste (versi di G. Fuà, Ripatransone, 20 sett. 1899); La festa degli alberi, versi di L. Pagliocchini (prima esec., Roma 1903); Canto patriottico per cori e orchestra, su versi del C. stesso (1918); Il canto d'Italia per Fiume, per cori e orchestra, su versi propri (1918); inoltre, romanze e pezzi per banda.
Fonti e Bibl.: Gazz. mus. di Milano, L (1895), 8, p. 134; 10, p. 171; LI (1896), 36, p. 610; LVII (1902), 19, p. 269; Rivista mus. ital., V (1898), pp. 216 s., 441-443; G. Spadoni, Il maestro E. C. con lettere inedite…, Roma 1922; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 133 e Appendice, p. 60; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 319.