Pressburger, Emeric (propr. Imre)
Sceneggiatore, produttore e regista cinematografico, e scrittore ungherese, naturalizzato britannico, nato a Miskolc il 5 dicembre 1902 e morto ad Aspall (Suffolk, Inghilterra) il 5 febbraio 1988. Autore dotato di straordinaria sensibilità nel trattare le psicologie e le culture più diverse, con un meticoloso senso dell'intreccio e una fantasia lussureggiante, dopo aver lavorato in Germania e in Francia, trovò in Inghilterra una perfetta intesa artistica con il regista Michael Powell. Lavorarono insieme dal 1939 al 1956, creando la sigla "scritto, prodotto e diretto da Michael Powell ed Emeric Pressburger" e dando vita a un mondo ricreato con vivida immaginazione e attraversato da tormentosi conflitti morali. Elementi che ritornarono anche nelle opere di narrativa, alle quali P. si dedicò quando abbandonò il cinema. Nel 1943 vinse il premio Oscar per il miglior soggetto con il film 49th parallel, noto anche come The invaders (1941; Gli invasori ‒ 49° parallelo) di Powell.
Figlio di un costruttore, P. si appassionò fin dall'infanzia a cinema, musica e matematica, interesse quest'ultimo che lo condusse a iscriversi alla facoltà di Ingegneria civile, prima all'università di Praga poi a quella di Stoccarda. Alla morte del padre lasciò l'università e si trasferì a Berlino, dove visse in grande povertà subissando i giornali della città con suoi racconti. Diventato giornalista, germanizzò il suo nome in Emmerich e nel 1929 riuscì a farsi assumere come scrittore dalla UFA, intorno alla quale gravitavano i maggiori talenti cinematografici dell'epoca. Tra il 1930 e il 1932 scrisse per Robert Siodmak la sceneggiatura di Abschied (1930), per Max Ophuls quella di Dann schon lieber Lebertran (1931) e tre commedie brillanti per l'ungherese Reinhold Schünzel. Nel 1933, dopo la vittoria elettorale di A. Hitler, si trasferì a Parigi, e nel 1936, nonostante la sua scarsa conoscenza della lingua inglese, si stabilì a Londra. Messo sotto contratto da uno dei giganti dell'industria cinematografica inglese, l'ungherese Alexander Kor-da, dopo aver scritto la sceneggiatura di The challenge (1938; La grande conquista) di Milton Rosmer e Luis Trenker, P., divenuto Emeric, venne presentato da Korda a Powell perché lavorassero insieme alla sceneggiatura di The spy in black (1939; La spia in nero) che fu diretto dallo stesso Powell. Il team era formato e, portati a termine gli impegni assunti con Korda, i due cominciarono a lavorare insieme a 49th parallel. Nelle mani di P., una storia di propaganda bellica si trasformò in un fantasioso viaggio tra culture e caratteri, destinato a un grande successo. Nel 1942 Powell e P. fondarono una loro casa di produzione, The Archers, e con The life and death of Colonel Blimp (1943; Duello a Berlino) inaugurarono la sigla comune, con la quale firmarono quattordici dei diciannove film realizzati insieme. Per i grandi risultati raggiunti lavorando a quattro mani, si veda Powell, Michael (cui rimanda anche per la bibl. comune).
Nel 1953 P. firmò il suo unico film da solo, Twice upon a time, chiaramente influenzato dall'universo immaginario degli Archers. Ma la regia non era il suo mestiere: nel 1957 si ritirò dal cinema (al quale tornò solo occasionalmente) per dedicarsi alla narrativa. Nel 1961 e poi nel 1966 pubblicò i romanzi Killing a mouse on Sunday e The glass pearls e nel 1972 tornò alla sceneggiatura per scrivere per Powell (sotto lo pseudonimo di Richard Imrie, adottato anche per altri film) il mediometraggio The boy who turned yellow, una favola sull'elettricità commissionata dalla Children Film Foundation.
K. Macdonald, Emeric Pressburger: the life and death of a screenwriter, London 1994.