EMATOMA (dal gr. αἶμα "sangue")
Con questo termine s'intende una raccolta di sangue stravasato nella compagine dei tessuti; se il sangue si raccoglie in una cavità preesistente e tappezzata da sierosa si parla d'ematocele (v.); quando la cavità preesistente è tappezzata da mucosa, essa dà il nome alla raccolta: (ematometra, ematocolpo, ematosalpinge, ecc.).
Se i vasi, che si sono rotti o per trauma o spontaneamente per un processo patologico, sono piccoli, dopo poco tempo la tensione dell'ematoma è tale che impedisce ad altro sangue d'uscire dalla rottura arteriosa e a più forte ragione dalle rotture venose e capillari, e quindi l'ematoma rimane stazionario, non cresce e non pulsa. Ma se il vaso rotto è cospicuo o se i tessuti sono molto lassi, cedono sotto l'impulso del sangue che stravasa e si scollano ampiamente, l'ematoma sarà progressivo, pulsatile e in genere, prima di raggiungere una tensione tale da fare l'emostasi spontanea, s'hanno fenomeni di compressione sulle parti vicine, e, se si tratta di arti, si possono anche avere fatti gravi d'ischemia e di compressione sull'estremità, fino alla cancrena.
Sono frequenti e caratteristici gli ematomi del cranio tra galea capitis e cuoio capelluto, tra galea e periostio e più raramente sottoperiostei. Importantissimi, dal punto di vista chirurgico, gli ematomi della meningea media, che scollano la dura madre dando fenomeni di compressione sul cervello. Da ricordare l'otoematoma esterno, di solito nel padiglione dell'orecchio, frequente nei lottatori e negl'individui che per il loro mestiere subiscono traumi del padiglione dell'orecchio. Interessanti gli ematomi perirenali, traumatici o spontanei, quelli della parete addominale, per rottura dei vasi epigastrici dopo malattie infettive che alterano le pareti vasali. Caratteristico l'ematoma retroperitoneale, con la conseguente sintomatologia di shok e irritazione dei centri simpatici retroperitoneali.
L'ematoma è un buon mezzo di coltura per molti germi, e quindi facile sede di fatti infettivi e Suppurativi. I germi possono giungere nell'ematoma dall'esterno, col trauma stesso, possono da lesioni superficiali (abrasioni) spingersi per le vie linfatiche e gli spazî dei tessuti fin nella parete dell'ematoma e finalmente possono essere già nel terreno stesso nel quale s'è formato l'ematoma allo stato di latenza e diventano virulenti in grazia alle modificazioni indotte dal trauma nel tessuto e all'ottimo pabulum che il sangue rappresenta per essi. Se insieme con i vasi sanguigni si rompono molti vasi linfatici, si possono avere ematomi misti costituiti da sangue e linfa. Se i vasi linfatici prevalgono, si può trovare nel supposto ematoma un contenuto limpido, giallo e roseo.
Sono note le difficoltà diagnostiche, che offrono alcuni ematomi e gli errori ai quali si va incontro specie negli ematomi pericranici, dove la speciale sensazione data dalla parte centrale dell'ematoma, sulla quale si può affondare il dito, in contrasto con la durezza del bordo, fa pensare talvolta a una frattura con infossamento. Lo svuotamento dell'ematoma con l'aspirazione e il bendaggio successivo, nella maggior parte dei casi si dimostra insufficiente, perché non dà esito ai coaguli e il versamento spesso si ripete. Spesso è meglio ricorrere subito all'incisione, allo svuotamento e al drenaggio, almeno parziale, della cavità. Nell'ematoma pulsante e progressivo è indicata d'urgenza l'incisione, lo svuotamento rapido dei coaguli e l'allacciatura dell'arteria nel punto leso. Se si tratta d'arterie, come la poplitea, nelle quali è molto aleatorio il circolo collaterale, per poco che le condizioni della parete del vaso lo consentano, è indicata la sutura della lesione arteriosa o qualsiasi tentativo conservativo, pur di non interrompere il vaso in tutta la continuità.