ematocrito
Percentuale in volume della parte corpuscolata del sangue, separata dal plasma. Il suo valore normale si situa in un intervallo compreso tra il 42 e il 52% negli uomini, mentre è generalmente più basso (dal 35 al 47%) nelle donne. La misura dell’ematocrito, oggi eseguita prevalentemente mediante analizzatori ematologici automatizzati, è particolarmente utile nella valutazione di un possibile stato anemico, in quanto in caso di anemia il suo valore risulta diminuito. Al contrario, tale valore aumenta in tutte quelle situazioni nelle quali il volume della frazione corpuscolata del sangue è eccessivo (policitemia), per es. a causa di iperproduzione di globuli rossi e/o di emoconcentrazione. Esistono condizioni fisiologiche, come la gravidanza, in cui si instaura una cosiddetta ‘anemia fisiologica’; con questa locuzione si intende specificare che l’ematocrito, a causa dell’aumento della componente plasmatica del sangue, risulta ‘diluito’, e presenta quindi valori leggermente più bassi di quelli normalmente presenti nel sangue della donna al di fuori della gravidanza. In alcuni sport, come il ciclismo e lo sci di fondo, il regolamento delle relative federazioni internazionali impone un limite massimo al valore dell’ematocrito e/o di altri indici ematologici (concentrazione di emoglobina, percentuale di reticolociti): gli atleti i cui valori superano i limiti vengono esclusi dalla competizione fino al momento in cui essi non siano rientrati nella norma. La ragione per la quale gli atleti con ematocrito superiore al 50% non vengono fatti gareggiare non è il sospetto che sia stato posto in essere un ‘doping ematico’, ma una cautela per la loro salute in quanto si ritiene che l’intenso sforzo a carico dell’apparato cardiovascolare e la possibile disidratazione durante la gara possano causare gravi conseguenze sulla salute dell’atleta.
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