BILETTA (Billetta), Emanuele
Nato a Casale Monferrato il 20 dic. 1825 da Giovanni, modesto organista, fu allievo del padre e forse anche di J.N. Hummel. Passò quindi a Bologna per studiare armonia e contrappunto con M. Turina (allievo di A. Reicha).
All'età di quattordici anni il B. era già in grado di esibirsi in pubblico come valente pianista. A Bologna ricevette pure lezioni gratuite, consigli e protezione da Rossini, e ivi compose messe, altre opere di carattere religioso e lavori strumentali. Tra le varie composizioni è da citare l'opera Marco Visconti, che non fu rappresentata, e un Salve Regina, pubblicato poi a Torino s.a., che fu ben accolto e che procurò al B. la nomina a membro dell'Accademia filarmonica di Bologna. Da questa città il B. passò poi a Parigi, ove compose una gran quantità di brani per pianoforte e da camera. Partì quindi per Londra, dove dal 1848 fu aggregato alla compagnia del Teatro Covent Garden in qualità di compositore di balletti e si dedicò anche all'insegnamento del canto. Scrisse la musica per due grandi balletti,Le cinq sens e La Lutine, e per un'opera intitolata White Magic sulibretto di H.F. Chorley, andata in scena dapprima al Teatro allo Hay-Market verso la fine del marzo 1852 (secondo il corrispondente londinese alla Gazzetta musicale di Milano, A. Montignani), poi al Teatro Drury Lane il 17 aprile dello stesso anno. Il 4 marzo 1854 fu rappresentata al Teatro Ducale di Parma l'opera L'Abbazia di Kelso,ovvero la leggenda meravigliosa, su libretto di M. Maggioni, protagonista G. Galvani; l'opera non ebbe successo, sebbene la musica del B. fosse assai meritevole, tanto che il duca Carlo III, quasi a compenso della cattiva accoglienza, conferì al B. la croce di cavaliere dell'Ordine di S. Ludovico. L'opera La rose de Florence, su libretto di H. Saint-George, venne rappresentata invece a Parigi (Teatro dell'Opéra, 10 nov. 1856), dove il B. "ebbe a sopportare tutte le lotte e le difficoltà che la forza delle cose ed i nemici preparano con arte somma (e per una artistica abitudine) ai giovani autori" (Regli).
Quantunque il libretto fosse pessimo, l'esito fu, però, musicalmente completo: la stampa prodigò encomi al B., e persino H. Berlioz giudicò che il B. "non avrebbe tardato a rilucere fra i migliori" (Regli).
Tre anni dopo (1859) si rappresentò in Inghilterra un'operetta su testo di J.P. Simpson,Caught and Caged, che fu il successo più lucrativo del Biletta. Il 21 sett. 1875 fu ripresa a Firenze, al Teatro Principe Umberto,La rosa di Fiorenza in versione italiana; sul giornale musicale Il Sistro ilcronista riaffermava i precedenti giudizi parigini sul B., che aveva "saputo adattare una musica elegante, melodica, strumentata con varietà ed effetto" sopra "un libretto puerile".
Il B. morì a Pallanza il 29 nov. 1890, lasciando un gran numero di romanze, canzoni e melodie corali di notevole ispirazione e forma elegante, pubblicate a Parigi, a Londra e a Milano. A Londra fu pubblicato anche un apprezzato Metodo di canto.
Fonti e Bibl.: Recensioni e corrispondenze, in Gazzetta musicale di Milano, X(1852), p. 67; XI (1853), p. 54; XIV (1856), pp. 372-374; XXX (1875), p. 335; Il Sistro, 27 sett. 1875, n. 36, p. 141; F. Regli,Diz. biografico..., Torino 1860, pp. 69 s.; F. J. Fétis,Biographie univ. des musiciens,Supplément, Paris 1881, p. 90; C. Schmidl,Diz. univ. dei music., I, p. 186; B. Rossi,Diz. di music. casalesi e monferrini, Casale 1942; Encicl. dello Spett., II, col. 513.