ELMINTI (dal gr. ἕλμινς "verme"; lat. scient. Helminthes)
Nome che non designa un gruppo zoologico ben definito, ma i Vermi (v.) in genere, e più particolarmente i vermi parassiti. Il gruppo stesso dei Vermi è ormai scomparso dalla sistematica moderna e smembrato in diversi tipi, come Anellidi, Platelminti, Nematelminti, ecc. Il nome di elminti, oltre che come suffisso per molti termini zoologici e farmacologici, è rimasto nel vocabolo anch'esso oggi poco usato, di elmintologia, a designare quel ramo della parassitologia che si occupa dei vermi parassiti.
L'elmintologia. - La storia dell'elmintologia è in parte storia della zoologia, in parte della medicina, e più particolarmente della parassitologia. Basti perciò citare qui i nomi di alcuni fra i maggiori zoologi e medici che si occuparono di elmintologia. Trascurando gli antichi, come Aristotele, Plinio, Celso, e i medici del Rinascimento, come Leonardo Bertipaglia (1548), Michele Savonarola (1542), Ippolito Brilli (1540), che furono fra i primi a occuparsi dei vermi parassiti e non potevano avere idee molto precise né sulla loro origine, né sull'azione patogena, si deve giungere al sec. XVII, a Francesco Redi, per trovare il primo autore che si sia occupato dell'argomento con criterî moderni. Nel suo celebre lavoro Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi (1684), oltre alla descrizione esatta di un gran numero di vermi parassiti dell'uomo e di varî animali e a giudiziose ipotesi sulla loro origine, egli espose gli studî sull'azione di diversi farmachi sui vermi sia liberi, sia parassiti. Dopo il Redi, Antonio Vallisnieri fece compiere un altro grande passo all'elmintologia, descrivendo l'organizzazione dei vermi parassiti dell'uomo e discutendone l'origine e il modo di generazione. Fra gli zoologi più recenti che maggiormente contribuirono al progresso delle nostre conoscenze sulla morfologia e sul ciclo dei vermi parassiti, ricorderemo Ch. Asmund Rudolphi (1808-1819), che riformò la sistematica degli elminti, Angelo Dubini scopritore dell'Anchylostoma (1843), Ch. Th. von Siebold (1844), che dimostrò la migrazione in diversi ospiti di alcune forme di Trematodi, R. Leuckart, che descrisse l'anatomia e scoperse il ciclo di varî Cestodi e di altri vermi, Filippo De Filippi, che descrisse la forma larvale dei Distomi da lui chiamata Redia. Fra gl'Italiani che in epoca più recente acquistarono fama per queste ricerche, ricorderemo: C. Parona, G. B. Grassi, E. Perroncito, V. Diamare. Anche oggi i cicli di sviluppo di alcune specie di vermi parassiti sono, in tutto o in parte, ignoti, e molti zoologi si occupano di queste ricerche, di grande importanza anche per la profilassi e per la cura delle malattie parassitarie.
Bibl.: C. Parona, L'elmintologia italiana ecc., Genova 1894.