Johnson Sirleaf, Ellen. - Donna politica liberiana (n. Monrovia 1938). Laureatasi alla Harvard University, fu ministro delle Finanze nel 1979. Dopo la presa del potere in Liberia di S. Doe si rifugiò in Kenya, dove lavorò per la Banca mondiale. Candidatasi in seguito al senato della Liberia nel 1985, denunciò i crimini commessi dal regime di Doe, atto costatole una condanna a 10 anni di carcere. Scontati alcuni mesi di prigione si rifugiò negli USA; nel 1997 tornò in Liberia, dove si candidò alle elezioni presidenziali ottenendo il 10% dei voti. Entrata in contrasto con il presidente C. Taylor, lasciò il paese rientrandovi solo nel 2003. Nel 2005 vinse il ballottaggio alle elezioni presidenziali con il 59,4% dei voti, divenendo la prima donna presidente di uno stato africano. Nel 2011 è stata insignita, con la connazionale L. Gbowee e l'attivista yemenita per la democrazia T. Karman, del premio Nobel per la pace ''per la lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al processo di pace''. Alle presidenziali tenutesi nell'ottobre dello stesso anno in un clima di forti tensioni ha ottenuto il 45,5% dei voti, riconfermandosi presidente al secondo turno con il 90% dei voti, ma a fronte di una scarsissima afflenza alle urne (37%), e ricoprendo la carica fino al 2018, quando le è subentrato il candidato dell'opposizione G. Weah. Nel 2012 è stata pubblicata in Italia sotto il titolo Un giorno sarai grande (This child will be great, 2005) l'autobiografia della donna politica, in cui trova spazio anche una lucida analisi sui processi in grado di aprire all'Africa un nuovo corso politico.