ELLE ("Ελλη)
Eroina eponima dell'Ellesponto, figlia di Atamante e di Nefele, sorella di Frisso.
Secondo il racconto di Apollodoro (i, 80; ugualmente Schol., Il., vii, 86) Ino, seconda moglie di Atamante, falsificando il responso dell'oracolo delfico, avrebbe convinto il marito a sacrificare Frisso (secondo una tradizione più recente anche E.) a Zeus per far cessare la siccità provocata dalla gelosia di Nefele. I due fratelli vennero però salvati dall'intervento della madre, che li fece fuggire in volo sull'ariete d'oro verso la Colchide. Ma, durante la fuga, E. cadde nel braccio di mare che da lei prese il nome e vi affogò. Secondo un'altra versione E. sarebbe stata salvata da Posidone e da lui resa madre di Paion o Etonos, eponimi di stirpi trace (Hyg., Poet. astr., ii, 20; Eratosth., Katast., 19), oppure del gigante Almops (Steph. Byz., s. v.
La fuga dei due fratelli è rappresentata sopra un cratere di Assteas: Frisso ed E., in groppa all'ariete, solcano l'aria sopra la distesa del mare. Ai lati stanno Dioniso e Nefele; sotto di essi Tritone e Scilla. Più frequente è la rappresentazione della morte della fanciulla. Essa si trova su alcuni affreschi pompeiani, su un mosaico del museo di Napoli, su un sarcofago e su un mosaico antoniniano rinvenuto in una villa romana a Ciciliano (ora a Tivoli, Villa d'Este), che ripetono, con qualche variante, la medesima scena: Frisso si allontana sull'ariete, mentre E. si dibatte tra le onde invocando aiuto. L'atteggiamento di Frisso che stende la mano verso E. trova corrispondenza nei versi di Ovidio (Fasti, iii, 871). Inoltre si può forse vedere E. nella figura femminile che appare su un ariete o accanto ad esso su vasi e terrecotte, ma è assai dubbio. Tuttavia su monete di Halos del IV e III sec., accanto al conio normale che mostra Frisso sull'ariete, appare talvolta E. nella stessa posizione.
Monumenti considerati. - Cratere di Assteas: Bull. Arch. Nap., N. S., vi, tav. 13; vii, tav. 3; Wiener Vorlegeblàtter, Ser. B, tav. 2; Roscher, iii, col. 2427, fig. 7. Affreschi pompeiani: W. Helbig, Wandgemälde der vom Vesuv verschätteten Städte, Lipsia 1868, p. 266 ss., n. 1251-55; A. Sogliano, Le pitture murali campane scoverte negli anni 1867-1879, Napoli 1879, p. 101, n. 549-50; G. E. Rizzo, La pittura ellenistico-romana, Milano 1929, tav. cxxxi; K. Schefold, Die Wände Pompejis, Berlino 1957, v. indice s. v. Phrixos (ivi bibl.). Mosaico di Napoli: Ann. Inst., xxxix, 1867, tav. agg. A. Sarcofago: C. Robert, Sarkophagrel., ii, tav. lxi, n. 187. Mosaico: D. Faccenna, in Not. Scavi, 1948, p. 296 55., f. 2. Monete: B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1887, p. 251; British Museum Cat. Greek Coins, Thessaly, p. 113, tav. xxxi, I. Terrecotte: P. Jacobsthal, Die melischen Reliefs, Berlino 1931, n. 69-70, fig. 10, tav. 33; Arch. Zeitung, iii, 1845, tav. 27.
Bibl.: K. Seeliger, in Roscher, I, col. 2028, s. v. Helle; Friedländer, in Pauly-Wissowa, VIII, 1913, col. 159 s., s. v. Helle, n. 2; K. Keyssner, in Pauly-Wissowa, XXXIX, 1941, c. 766, s. v. Phrixos.