ELLANICO (‛Ελλάνικος, Hellanīcus) di Mitilene
Storico greco del secolo V a. C. Dionisio d'Alicarnasso lo dice di poco anteriore alla guerra del Peloponneso. Secondo un altro dato sarebbe nato nel 496, e, siccome si riporta di lui una citazione concernente la battaglia delle Arginuse avvenuta nel 406, avrebbe superato la novantina; secondo Suida sarebbe morto a Perperene in Misia. Ma questi e altri dati della tradizione sono incerti e contraddittorî; cosicché la cronologia di E. è stata oggetto di innumerevoli discussioni. Qualche luce su di essa può dare il confronto tra il metodo seguito da Erodoto e quello seguito da E. Il sistema cronologico di E. manifesta un notevole progresso su quello di Erodoto, giacché mentre quest'ultimo conta ancora per generazioni e "fino a me", come misura le distanze con le giornate di viaggio, E. ha stabilito dei cardini cronologici: gli arconti per Atene, l'epoca delle sacerdotesse argive e di altri magistrati. Non c'è però dubbio che in Ellanico si trovi qualche tradizione di tipo più arcaico che in Erodoto: per esempio E. non conosce Licurgo, il mitico legislatore di Sparta, ma fa risalire la costituzione spartana a Procle ed Euristene: né conosce la tradizione seguita da Erodoto, che fa migrare gli Etruschi dalla Lidia, ma fa emigrare i Pelasgi dalla Tessaglia come Erodoto, il quale però li fa fermare a Cortona. Può E. avere rettificato la notizia d'Erodoto, ma forse è preferibile ritenere che la versione di E. fosse quella più arcaica, attinta con tutta probabilità alle opere di Ecateo di Mileto. Ma ciò non decide necessariamente per l'anteriorità di E. su Erodoto, potendo uno storico più recente seguire una tradizione più arcaica; in ogni modo resta assodato che E. rappresenta una fase ulteriore rispetto a Erodoto nella storiografia greca.
Tra le opere di E. di cui si conserva memoria, menzioniamo: 1. Deucalionea, in due libri, nei quali erano raggruppate tutte le leggende riguardanti la Tessaglia e altri argomenti affini, incominciando col diluvio di Deucalione; 2. Foronide (Φορωνίς) in due libri, a cominciare da Inaco, padre di Foroneo, ambedue eroi argivi. Vi si trattava dei Pelasgi e di Eracle, nonché di molte leggende aventi attinenza con Argo e con Tebe; 3. Asopide ('Ασωπίς) e 4. Atlantiade, di carattere genealogico; 5. Storie di Troia (Τρωικά). Ma le opere più citate di E. sono l'Attide, di cui abbiamo menzionato il frammento riguardante la battaglia delle Arginuse, le Καρνεονῖκαι, cioè le vittorie nelle feste Carnee, le Sacerdotesse (elenco delle sacerdotesse argive). Inoltre E. aveva composto varie storie di fondazioni (κτίσεις), nonché opere geografiche ed etnografiche, tra le quali ricordiamo νόμιμα βαρβαρικά, la cui autenticità è contestata; forse a torto, se pure può essere dubbia per quel che riguarda la leggenda di Zalmoxis, divinità tracia. Né vi può esser dubbio che spesso le medesime opere siano citate con titoli diversi, o che spesso si citasse una parte d'un'opera invece di riprodurre il titolo dell'opera intera.
E. ha certamente spinto lo sguardo oltre i confini della Grecia: basti ricordare la sua teoria sulla migrazione dei Pelasgi in Etruria, e la sua conoscenza di Roma, che Enea avrebbe così denominata da una delle donne troiane. Faceva venire dall'Italia gli Elimi cacciati dagli Enotrî, e gli Ausonî cacciati dai Iapigi, ciò mostra che, come gli storici anteriori e contemporanei, o molto viaggiò, o si procurò le notizie da altri autori. Scrisse in dialetto ionico.
Ediz.: I frammenti in Müller, Fragm. Histor. Graec., I, 45-69; Jacoby, Die Fragmente d. griech. Histor., I, n. 4.
Bibl.: H. Kullmer, in Jahrbuch für klassische Philologie, Suppl. XXVII, pp. 455-698. Tutte le altre indicazioni si trovano nell'articolo del Jacoby, Hellanikos, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, coll. 104-53. Sulla questione dei Pelasgi v. E. Meyer, in Forschungen zur alten Geschichte, I, Halle 1899, p. 26, 97; a proposito del modo di lavorare di E., ibid., pp. 105-186.