ELISABETTA TERESA di Lorena, regina di Sardegna
Nacque a Lunéville il 15 ott. 1711, figlia di Leopoldo, duca di Lorena e di Bar, e di Elisabetta Carlotta d'Orléans. L'infanzia e la giovinezza coincisero col tramonto dell'antica dinastia lorenese, progressivamente costretta a rinunciare agli Stati ereditari e ad accettare la virtuale annessione alla Francia, che sin dall'epoca della guerra dei trent'anni li aveva ridotti a una condizione di sempre più pesante vassallaggio.
Nel tentativo di sottrarsi alla morsa francese Leopoldo cercò di rinsaldare i legami con l'Impero, del quale il Ducato di Lorena continuava peraltro a far parte, lasciando che il figlio ed erede Francesco Stefano, fratello maggiore di E., si trasferisse, all'età di quindici anni, alla corte di Vienna, dove l'imperatore Carlo VI lo fece educare coi propri figli e gli destinò in sposa la figlia Maria Teresa, che, in virtù della pranunatica sanzione del 1713, gli sarebbe dovuta succedere nei domini ereditari asburgici. Alla morte di Leopoldo (1729) Francesco Stefano divenne duca di Lorena col nome di Francesco III, senza tornare a risiedere negli Stati paterni, dei quali, in sostanza, si sarebbe sempre disinteressato, lasciandone la reggenza alla madre, rimasta con le sorelle a Lunéville.
Dopo la guerra di successione polacca, ceduta la Lorena a Stanislao Leszczýnsky, in cambio del consenso francese alla successione di Francesco Stefano nel Granducato di Toscana prima e sul trono imperiale poi, le vicende della casa di Lorena s'intrecciarono con gli interessi dinastici e diplomatici del re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia. Il 12 genn. 1735 questi era rimasto per la seconda volta vedovo; decise di risposarsi subito, per rafforzare la discendenza maschile, la sola che, in virtù della legge salica, poteva essere chiamata alla successione al trono. A orientare la scelta della nuova regina intervennero considerazioni di politica estera. Il Regno di Sardegna aveva preso parte alla guerra di successione polacca a fianco della Francia e, in applicazione dei patti di alleanza, aveva occupato Milano e la Lombardia; nei preliminari della pace di Vienna, tuttavia, il card. A. M. de Fleury aveva sacrificato le aspettative sabaude all'esigenza di salvaguardare un equilibrio europeo che tenesse nel dovuto conto gli interessi asburgici, per cui Carlo Emanuele III dovette accontentarsi di Novara, Tortona e dei feudi imperiali delle Langhe. Ne derivarono una presa di distanze rispetto a Versailles e la decisione di riallacciare buoni rapporti con l'Impero, secondo la consolidata tradizione della diplomazia sabauda, fondata sulla bascule fra le due maggiori potenze continentali. Andava in tal senso la scelta di E. come futura regina di Sardegna, caldeggiata dal marchese C. V. Ferrero d'Ormea, incontrastato artefice della politica estera della corte di Torino. Contavano non tanto la persona della principessa o la dinastia lorenese, ormai di fatto spodestata, quanto piuttosto l'alleanza matrimoniale col genero di Carlo VI: nei negoziati matrimoniali il vero punto di riferimento fu infatti rappresentato da Francesco Stefano e dal suocero, che doveva essere indotto a superare la diffidenza nei confronti di un sovrano contro il quale aveva combattuto fino a pochi mesi prima.
Le trattative si svolsero così su un duplice fronte, prima a Lunéville e poi a Vienna. Alla corte di Lorena esse furono condotte dal canonico piemontese G. A. Buschetti, appartenente a una cospicua famiglia del patriziato chierese, che da tempo si era colà trasferito e che sarebbe stato compensato per i suoi servigi con la nomina a elemosiniere della nuova regina. Al Buschetti non fu difficile ottenere, sin dall'estate 1736, l'assenso di E. e della duchessa madre, ansiosa di accasare almeno una delle figlie prima di essere costretta ad abbandonare definitivamente il governo del Ducato. Carlo Emanuele III, d'altra parte, era, rispettivamente, cugino e nipote delle due principesse, in quanto sua madre, Anna Maria d'Orléans, era sorella di Elisabetta Carlotta. Arrivata di lì a poco anche una prima approvazione informale da parte di Francesco Stefano e dell'imperatore, i negoziati si trasferirono alla corte di quest'ultimo.
Per sottolineare l'importanza che ad essi assegnava, il re di Sardegna li affidò a una principessa del sangue, Anna Vittoria di Savoia Soissons, nipote del principe Eugenio, a Vienna per raccogliere l'eredità dello zio, morto nell'aprile precedente. Nonostante i malumori nei confronti dei Savoia ancora diffusi fra i ministri asburgici, già il 21 nov. 1736 si riuscì a sottoscrivere i preliminari del contratto nuziale, che fissavano tra l'altro l'ammontare della dote a 300.000 franchi di Lorena. A ritardare la definitiva conclusione delle trattative intervenne però un'imprevista questione di cerimoniale: nel testo dei pieni poteri conferiti per la firma dei preliminari al suo segretario di gabinetto, F.J. Toussaint, Francesco Stefano si era infatti intitolato anche duca del Monferrato, sollevando le proteste della corte sabauda, dove, dopo il trattato di Utrecht, si riteneva di avere incontestabilmente acquisito il definitivo possesso di tale Ducato. Dal contrasto, che rischiò di mandare a monte il matrimonio, non si uscì che negli ultimi giorni dell'anno, grazie a un compromesso in virtù del quale ambo le parti accettavano di omettere tale titolo negli atti ufficiali. Si poté così giungere, il 28 genn. 1737, alla firma del contratto di matrimonio da parte di Francesco Stefano e di Anna Vittoria.
Le nozze furono celebrate il 5 marzo successivo a Lunéville dal vescovo di Toul: a rappresentare Carlo Emanuele III nella cerimonia, che segnava anche l'ultima manifestazione di sovranità della dinastia lorenese negli Stati aviti, fu il principe Vittorio Amedeo di Savoia Carignano, capo del più importante ramo cadetto della casa sabauda, che risiedeva a Parigi. Se da un lato sanciva il riavvicinamento a Vienna, dall'altro il matrimonio sottolineava tuttavia il raffreddarsi dei rapporti fra Torino e Versailles, dove la notizia, ufficialmente comunicata all'ultimo momento, fu accolta con disappunto, tanto che il viaggio di E. da Lunéville al confine sabaudo dovette avvenire in forma semiprivata, senza che, nell'attraversare il territorio francese, il governo di Luigi XV l'accompagnasse col complesso cerimoniale previsto in simili casi. Il 1º apr. 1737 ebbe luogo, a Pont-de-Beauvoisin, all'entrata negli Stati sabaudi, il primo incontro fra gli sposi, che dopo una lunga sosta a Chambéry passarono in Piemonte e, il giorno 21, fecero solennemente ingresso a Torino.
Le fonti, ricche di informazioni sull'andamento delle trattative nuziali e sui festeggiamenti con cui E. fu accolta nelle varie città, nulla dicono del suo carattere e della sua personalità, se si eccettuano le scontate e generiche esaltazioni delle doti di carità, devozione e bontà d'animo contenute negli elogi funebri. Non risulta, in ogni caso, che E. esercitasse a corte una qualche funzione politica: troppo breve fu d'altronde la sua esistenza perché potesse svolgere un ruolo diverso da quello di sposa e madre prolifica, che puntualmente adempì dando alla luce tre figli in quattro anni: Carlo Francesco, nato il 1º dic. 1738, Vittoria Margherita, nata il 22 giugno 1740, e Benedetto Maurizio, nato il 21 giugno 1741. L'unico di essi che sopravvisse a lungo fu il terzo, futuro duca del Chiablese.
Subito dopo averlo dato alla luce E., colta da febbre puerperale, morì nel palazzo reale della Venaria, il 3 luglio 1741. Sepolta dapprima nel duomo di Torino, fu poi traslata nella basilica di Superga.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Torino, Corte, Matrimoni, mazzo 42 (in partic. n. 28, Relazione della negoziazione del matrimonio di S. M. il re Carlo Emanuele …; n. 29, Stato delle spese fattesi nell'occasione del matrimonio di S. M…. con la principessa di Lorena; n. 30, Relazione della sontuosa illuminazione della città di Torino fattasi all'occasione del matrimonio di S. M.); Ibid., Cerimoniale, Funerali, mazzo 1º d'addizione (in particolare n. 17, Atti dell'esposizione e deposito del cadavere della fu S. R. M. di Teresa Elisabetta di Lorena, e n. 18, Oraison funèbre de … S. M. Madame Elisabeth Thérèse de Lorraine … prononcée dans l'eglise parroissiale de Saint-Lèger de Chambéry); G. F. Porporato, Orazione in morte di Teresa Elisabetta di Lorena … detta nella chiesa metropolitana di Torino addì 8 ag. 1741, Torino 1741; D. Carutti, Storia del regno di Carlo Emanuele III, II, Torino 1859, pp. 127-130, 171; A. Manno, nota a Relazione del Piemonte del segretario francese Sainte-Croix, in Miscell. di storia ital., XVI (1877), pp. 223 s.; O. Speciale, in I rami incisi dell'Archivio di corte: sovrani, battaglie, architetture, topografia (catal.), Torino 1981, pp. 244-247; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, V, sub voce Savoia.