JENNINGS, Elisabeth
Poetessa e saggista inglese, nata a Boston (Lincolnshire) il 18 luglio 1926. Ha studiato alla High School e al St. Anne's College di Oxford. Dopo aver lavorato come aiuto bibliotecario presso una casa editrice e nel campo della pubblicità, si è dedicata interamente alla poesia. Fra i molti riconoscimenti ottenuti, si segnalano l'Arts Council Prize for Poetry (1953), il Somerset Maugham Award (1956), il Richard Hillary Memorial Prize (1966), l'Arts Council Award (1981), il W. H. Smith Award (1987).
Ha iniziato a scrivere poesie sin dall'adolescenza rifacendosi, per certi aspetti, alle forme poetiche del primo Eliot, a Auden, a Muir e in particolare a Yeats, da lei considerato il massimo poeta del 20° secolo.
Da Poems (1953), A way of looking (1955) e A sense of the world (1958), Song for a birth or death (1961), Recoveries (1963), raccolte per le quali alcuni critici l'accostarono al Movement, la J. è venuta affinando gli strumenti della propria arte, esprimendo in sofferte confessioni liriche − raccolte in The mind has mountains (1966), Collected poems (1967), The animals' arrival (1969), Lucidities (1971), Relationships (1972), Growing points (1975), Consequently I rejoice (1977), Moments of grace (1979), Celebrations and elegies (1982), Extending the territory (1985), Collected poems 1953-86 (1986), Tributes (1989) − i dati di un'esperienza esistenziale intensa e vibrante. Una scelta antologica di sue poesie in traduzione italiana è stata pubblicata a cura di S. Zappalà (1985). Se molte delle sue creazioni possono dirsi più specificamente meditazioni religiose in versi (la J. è cattolica), altre traggono dall'Italia, dalla sua arte, dai suoi paesaggi, dai borghi medievali, nutrimento e ispirazione. In tutte, con assai rare eccezioni, agisce una profonda sensibilità poetica, musicale e pittorica, che fa di questa solitaria, malinconica poetessa una delle voci più pure e misconosciute della nostra epoca.
Collabora con testate prestigiose (New Yorker, Daily Telegraph, Observer, ecc.) e ha raccolto i suoi saggi più significativi in alcuni volumi, tra cui spiccano Every changing shape (1961), Seven men of vision (1976), In praise of Our Lady (1982).
Bibl.: The poet speaks, a cura di P. Orr, Londra 1966; British poetry since 1960, a cura di M. Schmidt e G. Lindop, Oxford 1972; A. Thwaite, Poetry today 1960-1973, Londra 1973; M. Booth, British poetry 1964-84 - Driving through the barricades, ivi 1985; S. Foisner, Elisabeth Jennings: 'Against the dark', in English language and literature: positions and dispositions, a cura di J. Hogg e al., Salisburgo 1990, pp. 39-49.