Vedi ELIOGABALO dell'anno: 1960 - 1960
ELIOGABALO (᾿Ελαγάβαλος, Elagabalus, Heliogabalus)
Divinità locale della città siriaca di Emesa (Ḥoms), sul fiume Oronte. Il suo nome è generalmente spiegato come "dio della montagna", dal siriaco alāhā' "dio" e dall'arabo giabal "montagna", oppure come el-gābel, deus formans, deus creator, ma entrambe le etimologie sono insoddisfacenti. E. era rappresentato da una pietra conica, di colore nero, che si diceva caduta dal cielo.
Il suo splendido tempio esastilo, che sorgeva su un'altura, scintillante di oro e di pietre preziose, era sede di un oracolo e centro di un culto fastoso, con processioni e feste con musica e danze. Nella sua qualità di dio solare gli erano sacri i parasoli. Greci e Romani lo identificavano o con Zeus, Iupiter, o, più spesso, con Helios, Sol, donde la trasformazione del nome in Heliogabalus. La forma primitiva sulle monete è però Elagabalus. Quando Vario Avito, nipote di Giulia Mesa e sacerdote di E., divenne imperatore col nome di Marco Aurelio Antonino, il culto di E. fu introdotto in Roma e gli furono edificati due templi, uno sul Palatino, l'altro fuori città, non lontano da Porta Maggiore, dove la pietra nera veniva trasportata, nel colmo dell'estate, su un carro tirato da cavalli bianchi. La pietra sacra appare su monete d'oro e d'argento di M. Aurelio Antonino, detto Eliogabalo e di Uranio Antonino, raramente sola, più spesso su una quadriga, attorniata da due o quattro parasoli, spesso adorna di un'aquila, l'uccello di Iupiter e del Sole. Un tipo di Uranio mostra la pietra accanto ad un altare, attorniato da parasoli e candelabri, sotto cui c'è un'anfora.
Bibl.: E. Meyer, in Roscher, I, c. 1229 s.; F. Cumont, in Pauly-Wissowa, V, c. 2219 ss. Per le monete: H. Mattingly-E. A. Sydenham, The Roman Imperial Coinage, Londra 1923-28, IV, parte II, p. 24 ss., nn. 61, 64, 65, 143, 144, 176, 195-97; tav. II, 12, 19; III, 2 (Eliogabalo); IV, parte III, p. 203 ss. nn. 1, 2, 9; tav. XV, 15. (Uranio); H. Cohen, Mon. Emp., IV, p. 349, nn. 265-266 (Eliogabalo); p. 503, n. 1, 2 (Uranio).