(gr. ῞Ηλιος) Nome greco del dio Sole, col quale fu venerato in Grecia ma anche in Frigia, Assiria, Persia, Egitto, Libia, Etiopia. E. è il sole personificato, figlio dei titani Iperione e Teia (o Eurifaessa); in Omero è detto anche Iperione, come il padre, e Iperionide. E. nel suo cammino attraversa la volta celeste, sorgendo dalla parte orientale dell’Oceano, e si rituffa alla sera nell’Oceano all’estremo occidente per tornare al punto di partenza. Il suo carro è trainato da 4 focosi cavalli e da 7 mandrie di buoi e 7 greggi di pecore, pascolanti nella Trinacria, custodite da due ninfe figlie di E. e di Neera. Da Perse (o Perside), figlia dell’Oceano, genera Eeta e Circe. Altro figlio è Fetonte. E., che tutto vede e tutto ode, più tardi, specialmente per gli Orfici, diviene la fonte della sapienza e poi dispensatore di prosperità e di vita.
Il luogo principale del culto di E. fu Rodi, dove all’ingresso del porto si ergeva la sua statua, il cosiddetto colosso di Rodi. Gli erano sacri il gallo, nunzio del giorno, e i cavalli.