PAGLIARANI, Elio
Poeta, critico teatrale, nato il 25 maggio 1927 a Viserba. Nel 1951 si è laureato in scienze politiche a Padova e successivamente ha insegnato a Milano nelle scuole secondarie. È stato redattore dell'Avanti! dal 1956 al 1962. Nel 1960 si è trasferito a Roma dove ha lavorato come consulente di alcune case editrici. Dal 1968 è critico teatrale di Paese Sera. Ha collaborato e collabora a numerose riviste italiane e straniere tra cui Grammatica, Il Caffè, Il Menabò, Letteratura, Nuova Corrente, Nuovi Argomenti, Officina, Rendiconti, ecc. Ha partecipato alle vicende della neo-avanguardia dalla collaborazione al Verri fino all'esperienza del Gruppo 63 e della rivista Quindici. È fondatore e direttore di Periodo Ipotetico.
Un netto distacco dall'ermetismo e una coerente volontà di ricerca condotta a partire dall'area dello sperimentalismo degli anni Cinquanta, caratterizza le prime raccolte di P., Cronache e altre poesie (1954) e Inventario privato (1959) in cui è già possibile individuare, nell'utilizzazione del parlato quotidiano e nella sostituzione della cronaca all'eccezionalità della "condizione", la strada che conduce al poemetto narrativo. La ragazza Carla (prima in Il Menabò, 1960, n. 2; poi nel volume La ragazza Carla e altre poesie, 1962) segna il momento culminante di questa esplicita polemica contro l'arbitraria identificazione lirica-poesia, per una rifondazione del genere poemetto nella specie epico-drammatica e per il correlativo arricchimento del materiale lessicale attraverso la sperimentazione plurilinguistica. Questa operazione passa attraverso la soppressione della prima persona, sostituita da personaggi portavoce o da recitativi eseguiti coralmente, e attraverso una mescolanza stilistica volta a porre a confronto linguaggio discorsivo e linguaggio aulico tradizionale secondo un disegno di spartizione, nella complementarietà, di funzioni semantiche.
In Lezione di fisica (1964) e nel successivo Fecaloro (in Lezione di fisica e fecaloro, 1968) appare esibita apertamente quell'intelaiatura razionale del discorso già sottesa a La ragazza Carla ma lì resa esplicita esclusivamente attraverso il livello ironico; e vengono inoltre resi manifesti i procedimenti d'impiego dei materiali. Si accentua infatti l'eterogeneità dei materiali linguistici, con l'introduzione di inserti di linguaggio economico, scientifico, politico. Un'estrema consapevolezza del processo di elaborazione dei propri strumenti espressivi ancora in movimento, come testimoniano i brani pubblicati di La ballata di Rudi (in rivista e ora alcuni in volumi: Rosso corpo lingua 1977), dà vita agli scritti critici di P., tra cui particolarmente importanti quelli relativi alla definizione di avanguardia, e ai volumi I maestri del racconto italiano (in coll. con W. Pedullà, 1964) e Manuale di poesia sperimentale (in collab. con G. Guglielmi, 1966). Alla riflessione sull'urgenza di una reinvenzione dei generi si ricollega l'interesse di P. per il teatro come mezzo attraverso cui la poesia recupera eliotianamente forza sociale. Tale interesse, prima che nell'attività di critico, con gli scritti raccolti in Il fiato dello spettatore (1972), appare nel libretto per musica Le sue ragioni (in collab. con A. Paccagnini, 1960), nel testo Pelle d'asino (in collab. con A. Giuliani, 1964) e nel radiodramma Alla conquista del podere.
Bibl.: F. Fortini, Le poesie italiane di questi anni, in Il Menabò, 1960, n. 2; A. Giuliani, Introduzione a I Novissimi, Milano 1961 (19652); W. Pedullà, E. Pagliarani, in I Contemporanei, VI, ivi 1974; W. Siti, Il realismo dell'avanguardia, Torino 1975.