MIGLIORINI, Elio
– Nacque a Rovigo, il 9 marzo 1902, da Antonio Bindo, docente di disegno negli istituti tecnici, e da Erilde Delaito, originaria di Arson nel Bellunese.
Secondogenito, ebbe due fratelli (il maggiore, Bruno, fu insigne linguista e storico della lingua italiana, e Bianca). Da Rovigo la famiglia si trasferì a Venezia e infine, dopo Caporetto, a Roma, dove mise stabili radici. Nel 1914, a Rovigo, Bruno iniziò il M. allo studio dell’esperanto, la lingua artificiale che ancora in quegli anni godeva di una certa notorietà e si sperava potesse servire ad abbattere le barriere linguistiche. Tale interesse, all’inizio vivissimo in entrambi i fratelli, fu assiduamente coltivato dal M., il quale fu delegato dell’Associazione universale per l’esperanto a Roma e a Napoli dal 1922 fino alla morte e lasciò numerose pubblicazioni sull’argomento (particolarmente significativa la fortunata antologia Esperanta legolibro [San Vito al Tagliamento 1925] curata con Bruno).
Il M. compì studi di giurisprudenza nell’Università di Roma, dove conseguì la laurea nel 1924; subito dopo entrò in contatto con uno dei caposcuola della geografia italiana, R. Almagià, di cui divenne il più fedele allievo e di cui fu «coadiutore» fino al 1932, fra l’altro affiancandolo e raccogliendone l’eredità nella curatela di libri di testo scolastici e di diverse collane. Al tempo stesso entrò a far parte della Società geografica italiana, dove diede avvio a due importanti attività editoriali: la compilazione della Bibliografia geografica dell’Italia (poi, a partire dal IV fascicolo, Bibliografia geografica della regione italiana) e la redazione del Bollettino della Società geografica italiana, il più antico e diffuso periodico geografico nazionale.
Della Bibl. geografica dell’Italia il M. pubblicò i primi venti fascicoli, apparsi tra il 1927 e il 1944 e relativi agli anni 1925-42, interamente compilati da lui (fuorché i tre iniziali, cui collaborarono anche Almagià e R. Riccardi) con ammirevole precisione e perfetta puntualità. La competenza sistematica e la passione per la raccolta di titoli indussero il M. a redigere (o a far redigere) diverse altre opere similari, tra cui quattro volumi della collana di bibliografie geografiche delle regioni italiane (pubblicata dal Consiglio nazionale delle ricerche [CNR] e da lui coordinata) e i due indici dei primi venti congressi geografici italiani. Quanto al Bollettino, il M. ne assunse le funzioni di redattore responsabile nel 1929 e, a partire dall’anno seguente, quelle di direttore che tenne fino al 1947.
Nel periodo intercorso tra la seconda metà degli anni Venti e la metà del secolo il M., mentre lavorava a ordinare e a commentare le numerosissime schede che sarebbero confluite nelle sue bibliografie, sotto l’influsso dell’insegnamento di Almagià approfondì lo studio della geografia e dei numerosi spunti culturali che essa offriva, dapprima scrivendo lavori scolastici o di compilazione basati su argomenti trattati da altri, opportunamente adattati alle sedi nelle quali si prevedeva la pubblicazione, poi affrontando direttamente specifici temi di ricerca.
In particolare, nel 1932 dette alle stampe La Val Belluna, studio antropogeografico (Roma) sulla valle alpina da cui proveniva la sua famiglia, della quale avrebbe continuato a studiare aspetti e problemi particolari secondo gli indirizzi della geografia dell’epoca (spopolamento montano, casa rurale), spaziando anche in altre zone delle Alpi, per affrontare infine, cinquant’anni più tardi, il tema meno frequentato dei centri urbani (Le città della Val Belluna: Feltre e Belluno, Firenze 1982).
Conseguita la libera docenza nel 1935, il M. ebbe dapprima incarichi d’insegnamento di geografia nelle Università di Roma (dal 1938, al posto di Almagià, allontanato dalle leggi razziali) e successivamente di Firenze; nel 1942 vinse il concorso per la cattedra di geografia politica ed economica nell’Istituto universitario orientale di Napoli. Il suo interesse per la geografia politica si era già manifestato nei primi anni Trenta, quando aveva affrontato le problematiche dei paesi baltici, dove si stavano accendendo i focolai dai quali sarebbe di lì a poco deflagrata la seconda guerra mondiale (Le basi geografiche della filologia baltica, Roma 1930; Danzica e gli Stati baltici, Milano 1934; Finlandia e Stati baltici, Roma 1937); e, immediatamente prima dello scoppio della stessa, quelle di altre aree «calde» dove si andavano profilando nuovi assetti geografico-politici.
La stragrande maggioranza degli scritti degli anni Trenta apparve nel Bollettino; in questa vasta produzione del M. spiccano i saggi dedicati, fra il 1937 e il 1941, al Dodecaneso, allora sotto il dominio italiano: Economia rurale ed insediamento nell’isola di Scarpanto, Roma 1937; Appunti geografici sull’isola di Caso, ibid. 1938; Patmo e le sue case, ibid. 1940 e inoltre Vatì, anch’essi tipici esempi di ricerche sul campo, anche con ampia documentazione fotografica (il M. ha lasciato circa 7500 foto che la famiglia ha donato alla società geografica nel 1992).
Dal 1945, appena terminato il conflitto, il M., divenuto ormai il più autorevole esponente della geografia partenopea (specialmente da quando, nel 1953, passò dall’Orientale alla cattedra di geografia della facoltà di lettere dell’Università di Napoli), cominciò a pubblicare una serie di trattatelli, per lo più basati sulle sue lezioni universitarie, utili, per ricchezza d’informazione e di esemplificazioni e per i copiosi e aggiornati riferimenti bibliografici, soprattutto ai giovani studiosi orientati verso l’insegnamento della geografia nelle scuole secondarie.
Al manuale di geografia politica La Terra e gli Stati (Napoli 1945) seguirono quello sulla geografia delle risorse (La Terra e le sue risorse, ibid. 1946), sulla geografia umana (La Terra e gli uomini, ibid. 1947) e un quarto sulla geografia delle comunicazioni (La Terra e le strade, ibid. 1951), tutti più volte ristampati. Negli anni Sessanta il M. ripensò approfonditamente le sue lezioni di geografia umana in due volumi L’uomo e la Terra (ibid. 1962) e Gli uomini e la Terra (ibid. 1971; edizione arricchita e aggiornata del precedente ma in modo così sostanziale da poter essere considerato quasi un’opera diversa) i quali, già nel titolo, dove l’ordine dei due elementi interagenti – uomo (o uomini) e Terra – sono invertiti, sottolineano il progressivo abbandono di ogni sorta di determinismo e la prevalenza attribuita all’azione dell’uomo nell’organizzazione dello spazio geografico.
Parallelamente a questi strumenti bibliografici preziosi per lo studio della geografia generale ne apparivano altri, sotto forma di «profili» descrittivi di aree continentali o macroregionali, pure di grande efficacia didattica, in particolare quelli relativi al Vicino Oriente (Profilo geografico del Vicino Oriente, Napoli 1956) e all’Africa (L’Africa, Torino 1956).
Nel 1966 il M. rientrò a Roma, chiamato prima nella facoltà di magistero (1966-69) quindi in quella di lettere (dal 1969 al 1977, anno del suo collocamento a riposo). In questo periodo fu nominato socio corrispondente (1967) e poi nazionale (1982) dell’Accademia dei Lincei.
Lo specifico interesse del M. per la didattica della geografia lo portò a farsi promotore dell’Associazione italiana insegnanti di geografia nata nel 1954 a Padova, nel corso dei lavori del XVI Congresso geografico italiano.
L’Associazione, organizzata nella sua fase iniziale dal M. stesso e da lui presieduta fino al 1976 (anno in cui fu nominato presidente onorario), riunisce docenti della materia di ogni ordine e grado, con finalità soprattutto di aggiornamento riguardo al metodo e ai contenuti degli insegnanti stessi e di tutela della specificità della disciplina, sul modello di istituzioni similari già esistenti in molti paesi esteri.
Il M., dal 1964 al 1972, fu rappresentante dei geografi nel CNR; collaborò, inoltre, su invito di Almagià che ne dirigeva la sezione geografica, a diverse opere dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, in primo luogo la grande Enciclopedia Italiana (e Appendici) e il Dizionario enciclopedico italiano, per le quali approntò numerose importanti voci della materia.
Il M. morì a Roma il 7 dic. 1988.
Per la bibliografia completa delle opere del M. si veda: Scritti geografici, con elenco delle pubblicazioni (1927-1975), Napoli 1975.
Fonti e Bibl.: D. Ruocco, I maestri della geografia italiana: E. M., in La Geografia nelle scuole, XV (1970), 5, pp. 161-165; Id., L’85° compleanno di E. M., ibid., XXXII (1987), 4, pp. 323-328; G. Valussi, E. M. non c’è più, ibid., XXXIV (1989), 1, pp. 89-91; O. Baldacci, E. Migliorini …, in Geografia, XII (1989), 4, pp. 115-119; D. Ruocco, E. M., in Bollettino della Società geografica italiana, s. 11, VII (1990), pp. 289-295; Id., E. M. e Aldo Sestini, maestri della geografia italiana, ibid., s. 11, VIII (1991), pp. 309-317; M. Mancini, Obiettivo sul mondo, Roma 1996, pp. XXI s., 130-176.
G. Patrizi