GERMAGNOLI, Elio
Nacque a Milano l'8 sett. 1925 da Alessandro e Rita Corti. Frequentò le scuole a Milano e conseguì la maturità classica nel 1944. Frequentò in seguito il corso di laurea in fisica presso la facoltà di scienze dell'Università degli studi di Milano, dove si laureò il 7 nov. 1949, a pieni voti e con lode. Il neonato Centro informazioni studi esperienze (CISE), fondato nel 1946 da alcune aziende per creare competenze nazionali nel campo delle applicazioni industriali della fisica nucleare, lo accolse già come laureando e poi, dal 1949 al 1962, come fisico sperimentale. Fino al 1953 fece parte del gruppo di fisica nucleare sotto la guida di V. Facchini.
Tra i numerosi contributi originali relativi al lavoro di questi anni si citano in particolare: Misure di sezioni d'urto totali per neutroni lenti (con E. Gatti e G. Perona), in Il Nuovo Cimento, s. 9, XI (1954), pp. 262-273, ricerca di particolare rilevanza perché i valori delle sezioni d'urto per l'uranio naturale in funzione dell'energia venivano pubblicati per la prima volta e la pubblicazione favorì, alla prima conferenza di Ginevra (1955), la declassificazione delle corrispondenti misure effettuate da parte di statunitensi e sovietici.
Dopo il 1953 e fino al 1958 il G. svolse anche ricerche nel campo della spettroscopia nucleare presso l'istituto di fisica del Politecnico di Milano, contribuendo alla verifica del modello rotazionale di Bohr, in corso in quegli anni.
Alla fine del 1954 si verificò un mutamento importante nell'indirizzo dei suoi interessi. Partendo da un'occasionale ricerca sulle proprietà dei contatti termici uranio-alluminio, connessa con l'ingegneria del reattore, trovò lo spunto per formare entro il CISE un gruppo di fisica dello stadio solido e per fondare nel 1956 un suo laboratorio. Qui diede inizio a varie ricerche, prima fra tutte quella sulla cinetica delle "vacanze" reticolari in metalli nobili, di notevole rilevanza e originalità, e poi, più in generale, quella sulla cinetica dei difetti puntiformi in materiali puri o contenenti impurità dosate. A questo proposito E. Gatti definisce "decisivo" il contributo dato dal G. "al campo di ricerca trattato, campo che per alcuni aspetti può dirsi da lui definitivamente sistemato" (p. 1086).
I seguenti lavori segnarono la ricordata svolta negli interessi del G.: Misure sulla resistenza termica di contatto tra superfici piane di uranio e alluminio (con A. Ascoli), in Energia nucleare, III (1956), pp. 23-31; Considerazioni sulla resistenza termica di contatto tra superfici metalliche piane affacciate (con A. Ascoli), ibid., pp. 113-118; Activation energies for the production and migration of vacancies in platinum (con A. Ascoli, M. Asdente, A. Manara), in The Journal of physics and chemistry of solids, VI (1958), pp. 59-64; Quenched-in lattice vacancies in copper (con G.L. Bacchella e G. Airoldi), in Physical review letters, II (1959), pp. 145 s.; On the kinetics of quenched-in lattice vacancies in platinum (con G.L. Bacchella e S. Granata), in Journal of applied physics, XXX (1959), pp. 748-752.
Merito precipuo del G. furono anche la messa a punto di tecniche di laboratorio molto raffinate e la capacità di trasferire le metodiche mature della fisica nucleare nel campo della fisica dei solidi. Nel frattempo, a partire dal 1951, egli svolgeva con continuità attività didattica presso il Politecnico di Milano e conseguiva la libera docenza in fisica nucleare nel 1958. Nel 1957 aveva sposato R. De Candia.
Il G. diede anche contributi in altri ambiti di ricerca, come la cinetica di ordinamento di leghe a temperature superiori alla temperatura critica e la complessa fenomenologia di annichilazione dei positroni in antracene o in altri solidi. Tra le pubblicazioni si ricordano: Electrical resistivity changes in annealed Cu3Au above the critical temperature (con A.C. Damask e Z. Furman), in The Journal of physics and chemistry of solids, XIX (1961), pp. 265-280.
Nel 1962 il G. vinse il concorso per la cattedra di fisica generale e fu chiamato a Parma, pur rimanendo capo del laboratorio di fisica dei solidi del CISE. A Parma fondò una scuola di fisica dello stato solido, dove continuò a lavorare sui filoni di ricerca già citati, ma prendendo anche a occuparsi dell'effetto Mössbauer per lo studio delle proprietà magnetiche delle leghe. Infine, manifestò interesse per la biofisica.
Nel 1966 fu chiamato all'Università di Milano, dove, già ammalato da tre anni, morì il 4 giugno 1966.
Fra i lavori degli ultimi anni meritano di essere citati: Quenched-in lattice defects in metal, in The interaction of radiation with solids. Proceedings of the International Summer School on solid state physics, Mol (Belgio) 1964, pp. 240-260; Three quantum annihilation of positron electron pairs in alkali halides (con A. Gainotti, G. Schianchi, L. Zecchina), in Il Nuovo Cimento, s. 10, XXXII (1964), pp. 880-885; Le caratteristiche del rinvenimento di metalli contenenti piccole concentrazioni di impurità (con M. Delitala), ibid., XXXV (1965), pp. 1031-1046; Mössbauer experiment on the FeSn2 alloy (con G. Fabri, M. Musci, G.C. Locati), ibid., XL (1965), pp. 178-181.
Fonti e Bibl.: G. Bolla, Per E. G., in Energia nucleare, XIII (1966), pp. 345 s.; E. Gatti, E. G.: cenno commemorativo, in Il Nuovo Cimento, Suppl., V (1967), pp. 1083-1088; A. Ascoli - M. Asdente, Solid state physics at CISE under E. G., in The origins of solid state physics in Italy: 1945-60, Pavia 1987, pp. 169-190; Elenco delle pubblicazioni del CISE, Milano 1972.