DONATO, Elio (Aelius Donatus)
Visse, secondo la testimonianza di S. Gerolamo (Chron., ad a. 353), verso la metà del sec. IV a Roma. Nei manoscritti delle Artes (grammatiche) egli è detto grammaticus urbis Romae e vir clarissimus, orator urbis Romae. Priva di valore è la vita di lui scritta da Flaccus Rebius (cfr. H. Hagen, Anecdota Helvetica, in Gram. Lat., VII, Lipsia 1913, p. cclx).
Di Elio Donato si conservano intere o in stato frammentario le opere seguenti: 1. Ars minor o prima (piccola grammatica elementare), che tratta, con domande e risposte, delle otto parti del discorso ed è espressamente destinata agl'infantes o pueri et tirones. 2. Ars maior o secunda (grammatica maggiore), costituita di tre parti, di cui la prima tratta de voce, de littera, de syllaba, de pedibus, de tonis, de posituris; la seconda delle parti del discorso con larghezza maggiore che non nell'ars minor; la terza de barbarismo, de soloecismo, de ceteris vitiis, de metaplasmo, de schematibus, de tropis. Le fonti di Donato, che si dimostra uomo molto pratico della scuola e dell'insegnamento, sono le opere dei grammatici precedenti, come è dimostrato dalle concordanze anche verbali con gli altri "artigrafi" che attingono l'uno all'altro. Quali cotesti grammatici siano, non è facile stabilire. Gli stretti rapporti tra Donato e Diomede vogliono forse essere attribuiti a fonte comune oppure al fatto che Diomede usò di Donato. Le grammatiche di Donato, che furono spesso commentate sin dall'antichità, penetrarono largamente nelle scuole medievali e moderne. "Donato", in tempi da noi non molto lontani, significava "grammatica latina" per antonomasia. 3. Commento a Terenzio, incompleto (manca infatti l'illustrazione all'Heautontimoroumenos), a noi pervenuto non nella forma autentica ma in un rifacimento, probabilmente del sec. VI, ove, in varia maniera e con abilità maggiore o minore, sono stati riuniti scolî autentici e spuri. Tra le fonti antiche del commento a Terenzio di Donato vuol essere segnalato Emilio Aspro. 4. Commento a Virgilio, di cui rimane la lettera di dedica pubblicata da E. Wölfflin, in Philologus, XXIV, p. 154 e la Vita Vergilii di fondo svetoniano, ora in J. Brummer, Vitae Vergilianae, Lipsia 1922. Si hanno parecchi frammenti citati da Servio nel suo Commento a Virgilio, da Prisciano, dagli Scholia Bernensia.
A un trattato perduto De structuris et pedibus oratoriis accenna Rufino nel De compositione et de metris oratorum (cfr. C. Halm, Rhetores latini minores, p. 583, 24).
Ediz.: Le due artes in H. Keil, Grammatici latini, IV, fasc. 2, Lipsia 1864 (riprod. anastat. 1913). Il commento a Terenzio è stato pubblicato in ediz. critica da P. Wessner, Lipsia 1902. I frammenti del commento a Virgilio furono raccolti da A. Ender, Aelii Donati commenti vergiliani reliquiae, Greifswald 1910.
Bibl.: R. Sabbadini, in Museo italiano di ant. Classiche, III (1890), p. 339 segg.; id., in Studi ital. di filol. class., II (1894), p. 1 segg.; H. Karsten, Comm. donatiani ad Terenti fabula scholia genuina et spuria, Leida 1912; M. Schanz, Gesch. d. röm. Litt., IV, 1, 2ª ed., Monaco 1914, § 832.