TANTALÍDĒS, Ēlias ('Ηλίας Τανταλίδης)
Poeta greco, nato a Costantinopoli nel 1818, inorto in Calcide nel 1876. Studiò a Costantinopoli e ad Atene filologia e teologia. Nonostante l'infermità che nel 1845 lo privò della vista, fu nominato professore di letteratura greca nel collegio teologico dell'isola di Calcide, e tenne la cattedra fino alla sua morte, per un trentennio.
Scrisse in lingua pura temperata, con una facilità e un'eleganza che lo avvicinano al Christópoulos e che resero popolari in tutta la Grecia alcune delle sue liriche. Ma la sua poesia, ora leggermente sentimentale, ora garbatamente satirica, ci appare spesso l'elegante esercitazione di un letterato non privo di gusto, anche là dove ha per oggetto la sventura stessa del poeta (come nell'elegiaco Ultimo inno al mese di maggio). Tradusse in esametri il 1° libro dell'Iliade e pubblicò in Atene un volume di poesie (con musica) per la gioventù.
Opere: Παίγνια (Costantinopoli 1839); 'Ιδιωτικὰ στιχουργὴματα (Trieste 1860); Τὰ ᾄσματά μου (Atene 1876).