CANETTI, Elias
Scrittore di lingua tedesca, nato a Rustschuk (Bulgaria) il 25 luglio 1905, premio Nobel 1981 per la letteratura. Di famiglia ebrea di radice sefardita, si è formato a Vienna, dove anche ha scritto o almeno iniziato le sue opere più significative. Trasferitosi in Inghilterra dopo l'Anschluss, nel 1938, da allora ha vissuto a Londra. Le sollecitazioni più forti gli vennero dal clima disordinatamente vitale della Berlino degli ultimi anni Venti, dove anche soggiornò, ricavandone la lezione, da lui poi trasmessa in termini inconfondibili, dell'irrecuperabilità d'un processo autodistruttivo nel quale va a ingorgarsi la razionalità umana proprio nel momento del suo apparente affermarsi ed espandersi. È questo il senso ultimo dell'unico, grande romanzo, Die Blendung (Vienna 1935-36; trad. it., Auto da fé, 1967), rimasto a lungo pressoché ignorato, almeno in area linguistica tedesca, e riconosciuto nel suo valore, del resto al pari degli altri coevi scritti di C., solo a partire dagli anni Sessanta.
Convinto che compito dello scrittore sia quello di registrare il male del suo tempo e di constatare il dominio in esso della morte, facendo però sia nell'uno che nell'altro ambito la propria più recisa anche se disillusa opposizione, C. crea nel romanzo una sintesi assai peculiare, e in ciò felice, fra radicale intellettualità e concretezza narrativa fenomenologicamente assai dettagliata, disegnando con ampio respiro epico una specie di parabola ammonitrice sulla situazione attuale dell'uomo, dove la paranoia del protagonista, folle non per difetto bensì per eccesso di razionalità, e la rigidità da maschera di tutti gli altri personaggi evocati evidenziano l'ormai piena impossibilità d'una integrazione o anche solo d'un incontro interumano, e dove la diversità dei singoli si è fatta quindi individualità esasperata all'estremo grado. A tutti i livelli, a quello dell'intellettualità più acuta, come, all'estremo opposto, quello della diffusa stupidità e abiezione, sta il tracollo del soggetto, che non trova motivi e risorse per sussistere ancora.
Non offre un quadro migliore l'opera per cui C. si è più a lungo impegnato, Masse und Macht (1960; trad. it. 1972), vasta fenomenologia socialfilosofico-antropologica che in termini assai discussi (nota l'opposizione di T.W. Adorno) fornisce una visione unitaria lungo i parametri che sostengono e insieme dilacerano la realtà associativa degli esseri viventi, sempre con lo spettro del grande nemico, la morte. E atmosfera simile si respira anche nelle tre commedie, per più aspetti artificiose e ridondanti, Hochzeit (1932), Komödie der Eitelkeit (1950) e Die Befristeten (1984; le tre opere in traduzione italiana nel volume Teatro, 1982).
Della ricca serie di opere saggistiche occorre ricordare, su tema kafkiano, Der andere Prozess. Kafkas Briefe an Felice (1969; trad. it., 1973), e inoltre Die Stimmen von Marrakesch (1968; trad. it., 1983), Macht und Überleben (1972; trad. it., 1974), Die Provinz des Menschen (1973; trad. it., 1978), Das Gewissen der Worte (1975; trad. it., 1984), e gli autobiografici Die gerettete Zunge (1977; trad. it., 1980), Die Fackel im Ohr (1980; trad. it., Il frutto del fuoco, 1982), Das Augenspiel (1985; trad. it., 1985), Das Geheimnis der Uhr (1987; trad. it., 1987).
È in corso di pubblicazione l'opera omnia di C. presso l'editore Hanser di Monaco.
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