ELIANO (Αἰλιανός, Aeliānus)
Sulla vita di Claudio E., che, nato a Preneste, si considerava a buon diritto romano (Var. hist., XII, 25; XIV, 45), ci dànno notizie Flavio Filostrato, suo contemporaneo (Vita soph., II, 31) e Suida. E. coprì in Preneste l'ufficio di ἀρχιερεύς; non ebbe moglie né figli; e fu, tra il 190 e il 197 d. C., scolaro del sofista Pausania di Cesarea. Nacque intorno al 170 d. C.; e, poiché Filostrato c'informa che visse più di 60 anni, possiamo congetturare che sia morto intorno al 235.
Della sua opera maggiore, Sulla natura degli animali (Περὶ Ζωῴων ἰδιότητος), ci restano 17 libri completi, qua e là interpolati, un proemio e un epilogo. E. si propone di dimostrare che gli animali hanno anch'essi, come l'uomo, sentimenti quali la giustizia, l'affetto, la devozione, e anche la crudeltà, l'odio, la gelosia, ecc. Anzi, il confronto tra la vita degli animali e quella degli uomini non è favorevole a questi ultimi. Un'infinità di esempî, di aneddoti, di storie meravigliose servono a mettere in rilievo la fedeltà dei cani, o la docilità degli elefanti, o l'intelligenza musicale dei delfini, ecc. In quest'opera (XI, 40) E. afferma di aver visto in Alessandria un bue con 5 zampe. Tale affermazione contrasta però con la notizia tramandataci da Filostrato, che, cioè, E. si vantava di non aver mai oltrepassato i confini d'Italia e di non aver mai viaggiato per mare. È probabile che in questo punto E. inavvertitamente trascriva troppo alla lettera le parole di una sua fonte; giacché egli si vale di parecchi trattati zoologici, specialmente di quelli di Alessandro di Mindo (sec. I d. C.), e anche, per alcune parti, delle opere di Sostrato (animali velenosi, insetti), di Giuba (elefanti), di Demostrato e di Leonida Bizantino (pesci), di Apione (animali egiziani).
Contenuto ancora più vario hanno i 14 libri della Varia storia (Ποικίλη ἱστορία). Fino al cap. 12° del III libro e in alcune parti del libro XII il testo è quello originario e compiuto; il resto è, invece, un semplice riassunto. Ad eccezione dei primi 15 capitoli del libro I, che trattano di storia naturale, tutta l'opera è una raccolta degli aneddoti più diversi relativi a personaggi mitologici e storici, uomini di stato, scrittori, artisti o anche ignoti; né mancano semplici descrizioni e curiosità.
Da alcuni sono ritenute apocrife le 20 Lettere rustiche (Αγροικικαὶ ἐπιστολαί), che sono brevi componimenti di contenuto specialmente erotico su temi desunti in parte dagli oratori e in parte dalla commedia del sec. IV. Sono perduti i due trattati Sulla Provvidenza (Περὶ προνοίας) e Sulle evidenze divine (Περὶ ϑείων ἐναργειῶν), nei quali E. si avvicinava agli stoici, mostrandosi irreducibile avversario degli epicurei. Del pari perduta è l'accusa eontro Eliogabalo (Κατηγορία τοῦ γύννιδος), composta dopo la morte di costui (anno 222). Non possono assolutamente attribuirsi al nostro i distici iscritti sulle erme di Omero e di Menandro, nella casa di un E. in Roma (Corp. Inscr. Graec., 6083 e 6092).
Sebbene nato e vissuto nel Lazio, E. conobbe il greco così perfettamente da parlare l'attico come un ateniese; onde meritò dai suoi contemporanei i soprannomi di μελίλωσσος e μελίϕϑογγος "dalla lingua o voce come miele". Egli traeva dai suoi autori le notizie che facevano per lui, le trascriveva via via che nella lettura gli capitavano dinnanzi, di regola senza mutarne l'ordine; e così componeva le sue raccolte, che, per il contenuto vario e aneddotico e per la grazia dello stile, godettero fortuna presso i posteri. Lo Stobeo ne riproduce molti passi; Suida non cita nessun altro scrittore più frequentemente di E.; Eutecnio, Giorgio Piside (sec. VII), Teofilatto Simocatte (sec. VII), Michele Glycas (sec. XII), Macario Crisocefalo (sec. XIV) si valgono dei suoi scritti; Manuel Files (sec. XIV) svolge in 2015 trimetri la materia dell'opera sugli animali, di cui Costantino VII Porfirogenito (sec. X) compone estratti.
Ediz. di R. Hercher, Parigi 1858; Lipsia 1864. Un'ediz. critica manca ancora; v. E.L. De Stefani, in Studi ital. di filol. cl., IX (1901), p. 479 segg.; X (1902), p. 175 segg.
Bibl.: R. Hercher, De Aeliani varia hist., Rudolstadt 1857; Rudolph, in Leipz. Studien, VII (1884), p. 1 segg.; id., in Philol., LII (1894), p. 652 segg.; H. Lübbe, De Aeliani varia hist., Münster 1886; Wellmann, in Hermes, XXVI (1891), pp. 321 segg., 481 segg.; XXVII (1892), p. 389 segg.; XXXI (1896), p. 221 segg.; id., in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 486 segg.; E. L. De Stefani, in Studi ital. di filol. cl., XII (1904), pp. 145 segg., 421 segg.; XIX (1911) p. 8 segg. Per la lingua e lo stile v. P. Thouvenin, in Jahrb. f. cl. Philol., CLI (1895), p. 378 segg.; id., in Philol., LIV (1895), p. 599 segg.