ELIADI (῾Ελιάδες)
Figlie di Helios e dell'oceanina Klimene, oppure di Rhode, figlia di Asopo (Schol., Od., vii, 208), sorelle di Fetonte.
Igino (Fab., 154) le dice figlie dell'oceanina (Merope e di Klymenos, figlio di Heljos. Secondo Schol., Od., xvii, 208) erano tre: Aigle, Lampetie e Phaithousa. A queste Igino (Fab., 154, 156) aggiunge Merope, Helie, Phoibe, Aitherie e Dioxippe. Esse precedevano Eos, quando al mattino appariva nel cielo (Quint. Sm., ii, 665). Furono tramutate da Zeus in pioppi o in ontani, mentre, sulle rive dell'Eridano, piangevano la morte del fratello Fetonte, che vi era precipitato colpito dal fulmine di Zeus. Secondo un antico mito, che si trova già in Esiodo e presso i tragici, dalle lacrime che esse continuavano a versare sarebbe derivata l'ambra.
Le E., che in ambiente greco sono attestate solo su un sarcofago di produzione probabilmente microasiatica (il sarcofago recentemente rinvenuto a Velletri), appaiono su un gruppo di sarcofagi romani (per lo più del II sec. d. C., raccolti dal Robert), accostate alla raffigurazione della caduta di Fetonte. Tra questi, particolarmente interessante è un sarcofago a Firenze, Uffizî, che presenta una complessa scena derivata da fonte pittorica ellenistica: al centro è rappresentata la morte di Fetonte, il gruppo delle tre E. è a sinistra. Sul lato posteriore il sarcofago presenta a bassissimo rilievo una scena di corsa al circo di netto carattere romano; il Robert la attribuisce a una lavorazione posteriore e la data al III sec., mentre la scena del lato anteriore sarebbe dell'inizio del II secolo. Il Mansuelli considera entrambe le scene contemporanee e le data al II secolo.
Le E. (presenti in una pittura descritta da Filostrato Magg., i, 11) appaiono poi su una sardonica ricordata dal Raspe, con la rappresentazione di Fetonte che cade dal cielo: l'epoca della gemma è ignota. Il Wieseler le riconosce sul sarcofago di Fetonte della Vigna Pacca, in tre delle quattro figure femminili presenti alla scena in cui Fetonte rivolge al padre la fatale richiesta. Il Purgold, invece, interpreta le quattro figure come le Horai delle stagioni. Inoltre si son volute vedere le E. su un denario della gens Accoleia, che ha sul verso tre figure di donna trasformate in alberi.
Monumenti considerati. - Sarcofago di Velletri: R. Bartoccini, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, N. S., viii, 1958, p. 155 ss., f. 46. Sarcofagi romani: C. Robert, Sarkophagreliefs, ii, 3, 1919, p. 405 ss., tav. cxii ss. Sarcofago degli Uffizî: C. Robert, op. cit., tav. cxii, n. 342; G. A. Mansuelli, Galleria degli Uffizî, Le sculture, Roma 1958, p. 232, n. 251. Sardonica: R. E. Raspe, A Descriptive Catalogue of Ancient and Moderm Engraved Gems, Londra 1791, p. 217, n. 3104. Sarcofago di Fetonte: F. Wieseler, in Ann. Inst., xli, 1869, tav. agg. F, p. 130 ss.; K. Purgold, Archàol. Bemerkungen zu Claudian und Sidonius Apollinaris, Gotha 1878, pp. 56-57. Denario: H. Cohen, Description Générale des Monnaies de la République romaine, Parigi 1857, tav. i, Accoleia i, 2; G. Riccio, Le monete delle antiche famiglie di Roma, ii ed., tav. i, n. 1, 2.
Bibl.: W. Drexler, in Roscher, I, col. 1982 ss.; G. Turk, in Pauly-Wissowa, XIX, 1938, c. 1509 s., s. v. Phaethon.