LATTES, Elia
Cultore della scienza dell'antichità, filologo, glottologo, etruscologo, nato a Venezia il 25 aprile 1843, morto a Milano il 1° giugno 1925. Addottoratosi nel 1863 a Torino, fu per molti anni titolare della cattedra (per lui creata) di scienza dell'antichità nella R. Accademia scientifico-letteraria di Milano. Al suo nome sono intestati concorsi annuali a premio dell'Istituto lombardo e di quello veneto.
Si dedicò soprattutto allo studio della lingua etrusca, ch'egli collocava fra le italiche. Tutte le più notevoli epigrafi etrusche ed etruscoidi, le bilingui e le affini furono da lui dottamente commentate, anche con acute indagini comparative, in specie col latino, ma valendosi essenzialmente del metodo interno "combinatorio". Importanti sono i contributi recati allo studio morfologico, onomastico e in genere paleografico e grammaticale, né trascurò mai ogni altro lato delle antichità etrusche. I più grandi etruscologi suoi contemporanei, anche se dissentivano dalle sue teorie, riconobbero l'importanza del contributo da lui recato alla filologia etrusca. Furono dal L. pure prese in esame le iscrizioni venete, galliche, leponzie, sabelliche. In altri campi studiò problemi di antichità classiche, di archeologia e di storia antica, occupandosi anche talora di antichità medievali e di questioni di diritto moderno.
Tra gli scritti principali sono da ricordare: Indice lessicale etrusco, in Mem. Accad. napol., 1908, 1909, 1911, 1918 e in Mem. Ist. lomb., 1914; Appunti per l'indice lessicale etr., in Rend. Ist. lomb., 1912, 1920-22; Saggi e appunti intorno alla iscriz. etrusca della mummia di Agram, Milano 1894; articoli e dissertazioni soprattutto in Glotta, Hermes, Rhain. Museum, ecc.
Bibl.: Rend. Ist. lomb., s. 2ª, LVIII (1925), pp. 495-515. Cfr. O. Zuretti, ibid., LX (1927), pp. 159-74; L. Ceci, in Rend. Lincei, s. 6ª, III (1927), pp. 67-157.