LATTES, Elia
Nacque a Venezia il 25 apr. 1843 da Abramo e da Elena Gentilomo.
La madre si era trasferita da Spalato a Venezia nel 1841; il padre (1809-75) fu rabbino maggiore di Venezia e nel 1848-49 fece parte del Parlamento della Repubblica veneziana. Quando la città fu colpita duramente dall'epidemia di colera Abramo si impegnò con opere assistenziali. Inoltre si prodigò con numerosi scritti per la difesa del giudaismo.
Il L. ebbe due fratelli: Moses (1846-83) filologo, storico e rabbino a Venezia, e Alessandro (1858-1940) professore universitario a Cagliari, Modena, Parma e Genova.
Emigrato con la famiglia a Torino, il L. frequentò la facoltà di giurisprudenza ed ebbe come colleghi G. Giolitti e P. Boselli. L'11 ag. 1863 si laureò in diritto romano con una tesi su Le origini del colonato romano, pubblicata nello stesso anno a Torino, con la quale vinse un assegno per il corso di perfezionamento in diritto ed economia politica a Berlino, nella scuola diretta da Th. Mommsen. Dal 1861, per circa dieci anni si occupò di questioni di archeologia e storia antica, ricerche critiche e statistiche. Tra le opere giovanili più importanti sono da segnalare: Studi storici sopra il contratto d'enfiteusi nelle sue relazioni col colonato (Torino 1868; rist. anast., Bologna 1983), I banchieriprivati e pubblici della Grecia antica (Milano 1868), La libertà delle banche a Venezia dal sec. XIII al XVII (ibid. 1869). L'interesse del L. per la storia delle istituzioni antiche e per le questioni economiche trovò un riscontro nelle ricerche che in quel campo andavano svolgendo K.J. Beloch e il marxista E. Ciccotti. Tuttavia, per una decisione quasi improvvisa, il L. si volse allo studio del "problema etrusco" (Ceci, p. 69). Nel 1868 fu chiamato da G.I. Ascoli alla cattedra di antichità civili greche e romane, istituita da R. Bonghi presso la R. Accademia scientifico-letteraria di Milano, della quale fu il primo socio benemerito.
L'anno precedente A. Fabretti aveva pubblicato a Torino il Corpus Inscriptionum Italicarum e il Glossarium Italicum, una raccolta di tutte le iscrizioni dell'Italia antica, comprese le etrusche, ma non quelle greche e latine, secondo la tesi dominante che annoverava l'etrusco tra le lingue italiche.
Fra il 1869 e il 1871 il L. pubblicò le Osservazioni sopra alcune iscrizioni etrusche (in Memorie dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 3, XI [1869], pp. 9 s.) e le Osservazioni sopra le iscrizioni bilingui etrusco-latine (in Rendiconti del R. Istituto lombardodi scienze e lettere, s. 2, IV [1871], pp. 621 s.), con cui gettava le basi della sua "filologia etrusca", aderendo al metodo combinatorio di "dichiarare l'etrusco con l'etrusco", al pari di K. Pauli e A. Torp. Pubblicò in seguito Le iscrizioni latine col matronimico di provenienza etrusca (in Atti della R. Acc. di archeologia, lettere e belle arti di Napoli, XVIII [1896], 1, pp. 1-53) e Di un grave e frequente errore intorno alla donna e alla famiglia etrusca (in Atene e Roma, XIII [1910], 133-134, pp. 1 s.).
Con i lavori Intorno alle iscrizioni tirrene di Lemno (in Rend. del R. Istituto lombardodi scienze e lettere, s. 2, XXVII [1894], pp. 613-627) e Di due nuove iscrizioni preromane trovate presso Pesaro (in Atti della R. Acc. dei Lincei. Rendiconti, cl. di scienze morali, s. 5, II [1893], pp. 775-803, 855-889, 1017-1052; ibid., III [1894], pp. 24-143), il L. sostenne con decisione che in entrambi i casi osservati doveva trattarsi di iscrizioni etrusche; in realtà per quelle rinvenute nelle Marche non vi sono condizioni per riportarle univocamente a una fra le lingue note dell'Italia antica.
Divulgate a stampa le iscrizioni etrusche della mummia di Zagabria, il L. scrisse Saggi e appunti intorno all'iscrizione etrusca della mummia (Milano 1894). Del 1900 è lo studio dell'iscrizione etrusca della tegola di Santa Maria di Capua, l'odierna Santa Maria Capua Vetere (Primi appunti sulla grande iscrizione etrusca trovata a Santa Maria di Capua, in Rendiconti del R. Istituto lombardodi scienze e lettere, s. 2, XXXIII [1900], pp. 346-372, 541-562), in cui, nonostante notevoli lacune presenti nel testo, il L. riuscì a decifrare circa 300 parole simili a quelle delle bende della mummia di Zagabria. Tali ricerche rinvigorirono le sue convinzioni linguistiche, esposte anche in altri scritti: l'Italianità nella lingua etrusca (in NuovaAntologia, 1° apr. 1895, pp. 416 s.), nonché Documenti epigrafici della signoria etrusca in Campania (in Riv. di storia antica e scienze affini, II [1896], pp. 5-26). Contemporaneamente alla fondamentale pubblicazione di W. Schulze, Zur Geschichte lateinischer Eigennamen (Göttingen 1912) egli scrisse Per la storica estimazione delle concordanze onomastiche latino-etrusche (in Klio, XII [1912], 3, pp. 377-386). Il L. tentò una breve sintesi delle sue idee nel Disegno di un libro intorno all'italicità della lingua etrusca (in Rend. del R. Istituto lombardodi scienze e lettere, s. 2, LIV [1921], pp. 395 s.), senza tuttavia riuscirvi appieno.
Il L. fornì importanti contributi anche al problema epigrafico e linguistico delle iscrizioni paleovenete e nel 1901 pubblicò le Iscrizioni inedite venete ed etrusche dell'Italia settentrionale (ibid., XXXIV [1901], pp. 1131 s.).
Nel 1904 apparvero a Firenze le Correzioni, giunte,postille al Corpus Inscriptionum Etruscarum, che testimoniavano la sua profonda conoscenza della paleografia e delle iscrizioni etrusche (cfr. Ceci, p. 75). Il Saggio di un indice lessicale etrusco fu considerato lo standard work del L.: pubblicato in diverse parti (in Memorie della R. Acc. di archeologia, lettere e belle arti di Napoli, I [1911], pp. 3-78, 109-209; II [1913], pp. 3-116; III [1914], pp. 140-242), esso elenca e commenta circa 4500 voci ponendo le basi per un vero lessico etrusco. Seguirono gli Appunti per l'Indice lessicale etrusco (in Rend. del R. Istituto lombardodi scienze e lettere, s. 2, XLV [1912], pp. 303 s., 351 s., 412 s.), ripresi dopo qualche anno con i Nuovi appunti… (ibid., LIII [1920], pp. 379 s.; LIV [1921], pp. 130 s.; LV [1922], pp. 167 s.). A complemento del lessico, pubblicò il Saggio di un Indice morfologico etrusco (ibid., XLV [1912], pp. 846 s.), nel quale riunì le parole ordinate per finali. Agli studi di fonologia etrusca consacrò speciali dissertazioni: Vicende fonetiche dell'alfabeto etrusco (in Memorie del R. Istituto lombardodi scienze, lettere ed arti, s. 3, XXI [1907], pp. 303 s.); Saggio di un indice fonetico delle iscrizioni etrusche (in Rend. del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, XLI [1908], pp. 364 s., 508 s., 827 s.; XLII [1909], pp. 787 s.; XLIV [1911], pp. 450 s.; XLVI [1913], pp. 355 s.; L [1917], pp. 345 s.). Il titolo della sua ultima dissertazione fu Appunti intorno alle voci etrusche Lar, Laran… (ibid., LV [1922], pp. 445 s.).
Il L. istituì fondi in memoria del padre e del fratello Moses, per provvedere alle spese per i lavori di letteratura ebraica, e donò numerosi volumi di letteratura ebraica alla Biblioteca di Brera e ai Musei del Castello Sforzesco, al Circolo filologico e all'Istituto lombardo.
Il L. morì a Milano il 1° giugno 1925.
Fra le opere del L. non rammentate nel testo: L'ambasciata dei Romani per le 12 tavole, s.l. né d. [ma Milano 1884]; La nuova iscrizione sabellica, in Rend. del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, XXIV (1891), pp. 155-182; La grande iscrizione etrusca del cippo di Perugia, ibid., pp. 548 s.; Le iscrizioni paleolatine dei fittili e dei bronzi di provenienza etrusca, Milano 1892; Le formole onomastiche dell'epigrafia etrusca, in Mem. del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 3, XXII (1909), pp. 63-94.
Fonti e Bibl.: Venezia, Arch. storico e civile, Foglio famiglia Lattes; L. Berzolari, E. L.: cenni commemorativi…, in Rend. del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, LVIII (1925), pp. 494 s. (con elenco delle opere); L. Ceci, E. L. e l'etruscologia, in Atti della R. Acc. dei Lincei. Rendiconti, cl. di scienze morali, s. 6, III [1927], pp. 67-157; B. Nogara, Gli Etruschie la loro civiltà, Milano 1933, pp. 17-20, 33, 54, 376, 392, 398, 425, 427, 433; M. Pallottino, L'origine degli Etruschi, Roma 1947, p. 21; M. Lopes-Pegna, Storia del popolo etrusco, Firenze 1959, p. 168; R. Staccioli, Il mistero della lingua etrusca, Roma 1977, pp. 70 s.; Liber linteus Zagrabriensis, in Vjesnik arheološkog Museja u Zagrebu, s. 3, XIX (1986), passim; M. Cristofani, Tabula Capuana. Un calendario festivo di età arcaica, Firenze 1995, pp. 13-21; L. Agostiniani, Le iscrizioni di Novilara, in I Piceni e l'Italia medio-adriatica. Atti del XXII Convegno di studi etruschi ed italici, Ascoli Piceno-Teramo-Ancona… 2000, Pisa-Roma 2003, pp. 115-125; Encyclopaedia Judaica, X, pp. 1460-1462.