DEL MEDIGO, Elia
Medico e filosofo ebreo, noto anche, fra i latini, col nome di Helias Cretensis. Nacque in Candia fra il 1450 e il 1460, e studiò a quanto pare all'università di Padova, ove ebbe poi un incarico di docente privato o di ripetitore nelle discipline filosofiche. Anche a Firenze tenne pubbliche lezioni di filosofia. A Padova fu suo discepolo, tra il 1480 e il 1482, Giovanni Pico della Mirandola, il quale si fece da lui tradurre o spiegare in latino, di sulle traduzioni ebraiche, varî scritti di Averroè, e lo volle con sé a tale scopo anche a Firenze (1484-85) e a Perugia (1486). Una traduzione analoga fece per Domenico Grimani. Le sue traduzioni e le sue esposizioni in latino, in gran parte stampate, furono uno dei tramiti per la conoscenza del pensiero averroistico nel mondo cristiano. Alcune delle sue trattazioni di filosofia averroistica furono da lui elaborate anche in ebraico. In ebraico scrisse poi in Candia, ove era già tornato alla fine del 1490, l'opera Bĕḥīnath ha-Dāth (Esame della religione) sui rapporti tra religione e filosofia, nella quale segue passo passo le tracce di Averroè, e, per gli argomenti più particolarmente ebraici, quelle di Maimonide. Morì a Candia alla fine del 1492 o al principio del 1493.
Prima ediz. della Bĕḥīnath ha-Dāth: Basilea 1629, in testa alla raccolta Ta‛ălūmōth Ḥokmāh; 2ª ed., con ampio commento di I. S. Reggio, Vienna 1833. Per i mss. e le ediz. delle opere minori v. U. Cassuto, Gli Ebrei in Firenze nell'età del Rinascimento, Firenze 1918, pp. 283-292.
Bibl.: U. Cassuto, op. cit., pp. 282-299; Guttmann, in Jewish Studies in Memory of Israel Abrahams, New York 1927, pp. 192-208.