ELGIN MARBLES
Termine con cui viene indicato nei paesi anglosassoni il gruppo di sculture raccolte ad Atene da Thomas Bruce, 70 conte di Elgin, ambasciatore d'Inghilterra presso la Sublime Porta nel 1799. Il termine è entrato nell'uso corrente della terminologia archeologica. Coadiuvato dal pittore napoletano Lusieri e da un gruppo di architetti, disegnatori e formatori, Lord Elgin raccolse una collezione che comprendeva un capitello e la trabeazione di una colonna del Partenone, sculture del Partenone (dodici delle statue superstiti dei frontoni, quindici metope del lato S, cinquantasei lastre del fregio della cella), elementi architettonici dei Propilei, una cariatide, una colonna, un capitello d'anta e altri frammenti dell'Eretteo, parte delle sculture del tempio di Atena Nike (fregi O, S, N e qualcuna delle Nikai della balaustrata), la statua di Dioniso dal monumento di Trasyllos e altri frammenti architettonici di monumenti attici, nonché calchi e disegni delle sculture del Partenone lasciate in posto, delle metope e del fregio del cosiddetto Theseion e del fregio del monumento di Lisicrate (v. atene, Età di Pericle). Gli E. M. furono asportati con un firmano del Sultano; parte di essi, imbarcati nel 1803, affondarono presso Cerigo e furono recuperati con l'aiuto di palombari solo dopo tre anni. Nel 1812 le ultime casse giunsero in Inghilterra e i marmi furono esposti al pubblico nel palazzo di Lord Elgin. Nel 1816 il Parlamento, con pareri discordi su cui prevalse il consiglio favorevole del Canova e del Visconti, votò una legge per l'acquisto delle sculture che furono pagate 36.000 sterline, cioè la metà di quanto erano costate all'Elgin (v. fidia).