In psichiatria, tecnica terapeutica (detta anche elettroanestesia o galvanonarcosi) che produceva uno stato di perdita di coscienza (e non uno stato di sonno, come indicherebbe il nome) utilizzando correnti intorno a 200-250 mA, per 1-2 minuti, con successiva riduzione a 100 mA, fatte passare attraverso i tegumenti del capo in corrispondenza delle tempie. L’e. era usata, con risultati ritenuti spesso discutibili, per alcuni casi di schizofrenia e di psiconeurosi ossessive, con applicazioni della durata di 7-20 minuti.