ELETTROENCEFALOGRAFIA (da elettro- e dal gr. ἐγκέϕαλος "cervello" e γράϕω "scrivo")
Registrazione grafica dei fenomeni elettrici che si svolgono nel cervello. Tali fenomeni consistono in oscillazioni di potenziale che, in condizioni normali e di riposo psicosensoriale, hanno un ritmo relativamente uniforme e costante e vengono variamente modificate durante l'attività psicosensoriale e in condizioni patologiche.
Le prime osservazioni dell'esistenza di differenze di potenziale elettrico fra punti diversi del cervello sono state fatte dal fisiologo R. Caton nel 1875, ma spetta allo psichiatra Hans Berger il merito di averle per primo (1929) registrate derivandole dal cervello umano a cranio integro, e di averne rilevato le caratteristiche fondamentali.
La registrazione di un elettroencefalogramma (e. e. g.) si fa ponendo due o più piccoli elettrodi metallici, preferibilmente d'argento, su punti diversi del capo o, in condizioni sperimentali, del cervello messo allo scoperto (metodo bipolare) oppure un elettrodo su uno o più punti del capo ed un altro elettrodo su una parte del corpo elettricamente inattiva (metodo unipolare) e collegando gli elettrodi con un oscillografo attraverso un amplificatore a valvole termoioniche. In condizioni normali ed in assoluto riposo psicosensoriale l'e. e. g. consiste in oscillazioni di forma sinusoidale della frequenza media di 10 al secondo e del potenziale di circa 50 microvolta (onde alfa o ritmo di Berger). Gli stimoli sensoriali (la luce, i rumori) o psichici determinano la scomparsa improvvisa delle onde alfa, le quali vengono sostituite da oscillazioni molto più piccole, più frequenti (30-50 al sec.) e irregolari: onde beta. Tale fenomeno è detto reazione d'arresto.
Nell'uomo il ritmo di Berger ha fondamentalmente i medesimi caratteri in ogni regione del mantello cerebrale; le onde alfa sono tuttavia più ampie e più regolari soprattutto in corrispondenza del lobo occipitale. Nei bambini il ritmo dei potenziali elettrici è più lento e irregolare, e si va facendo più frequente con l'età fino a raggiungere la regolarità e la frequenza di 10 al sec. verso il 10°-12° anno di età. Durante il sonno le onde alfa si fanno più ampie e lente. L'e. e. g. subisce notevoli modificazioni in varie condizioni patologiche, particolarmente nell'epilessia e nei tumori cerebrali.
Durante le convulsioni epilettiche il tracciato e. e. g. è caratterizzato da oscillazioni di potenziale molto più ampie (fino a 5-6 volte) e più frequenti delle onde alfa normali. Durante le brevi crisi del cosiddetto piccolo male epilettico, si assiste invece alla comparsa periodica di un particolare complesso costituito da un'onda ampia e lenta seguita da un'onda aguzza. Quando l'epilessia è dovuta ad un focolaio, cioè ad un processo morboso localizzato in una regione circoscritta della corteccia cerebrale, tali modificazioni e. e. g. sono limitate o compaiono prima in corrispondenza del focolaio per poi estendersi alle altre parti del cervello; ciò permette di localizzare la lesione cerebrale responsabile dell'epilessia.
Nei tumori cerebrali l'e. e. g. è rappresentato dalla presenza di onde ampie e lente, della frequenza media di 2-3 oscillazionì al secondo: onde delta. Le onde delta possono essere circoscritte alla sede del tumore, ma, più spesso, si osservano in tutto l'emisfero cerebrale in cui è situato il tumore e, talora, in tutto il cervello. Con opportuni accorgimenti - per es. registrando simultaneamente l'e. e. g. in diversi punti del capo e osservando l'inversione di polarità delle onde delta fra questi diversi punti - si può precisare il focolaio di origine e di propagazione delle onde delta e quindi delimitare la sede del tumore. Analoghe modificazioni si osservano anche in altre condizioni di sofferenza del tessuto cerebrale che, con il medesimo procedimento, si possono localizzare. E. D. Adrian interpreta le onde alfa come l'espressione statistica delle oscillazioni di potenziale di un grande numero di cellule nervose che pulsano con il medesimo ritmo ed in perfetto sincronismo; le onde β, al contrario, sarebbero dovute ad una disorganizzazione del sincronismo delle cellule nervose. Nel riposo psicosensoriale si avrebbe dunque la tendenza al sincronismo delle cellule nervose; l'attività sensoriale o psichica determina invece una disorganizzazione di tale sincronismo.
L'elettroencefalografia è un mezzo di indagine di fondamentale importanza per lo studio della fisiologia e della fisiopatologia dei centri nervosi e un sussidio prezioso per la diagnostica delle malattie cerebrali.
Bibl.: E. D. Adrian, The Electrical activity of the cortex, in Proc. Roy. Soc. Med., Londra 1936; A. Baudouin e H. Fischgold, Électroencéphalographie clinique, Parigi 1946; F. A. Gibbs e E. L. Gibbs, Atlas of electroencephalography, Cambridge Mass. 1941; M. Gozzano, in Arch. Psicol. Neurol. Psichiatr., 1941; A. E. Kornmüller, Klinische Elektroencephalographie, Berlino 1944.