ELETTORI
. Col nome di elettori o principi elettori (Kurfürsten, Electores) erano designati quei principi del Sacro Romano Impero ai quali era devoluta l'elezione del re di Germania. Nel secolo XIII il numero loro passò da sei (gli arcivescovi di Magonza, Treviri, Colonia; il conte palatino del Reno, il duca di Sassonia, il margravio di Brandeburgo) a sette, quando nel 1257 vi fu aggiunto il re di Boemia. Ma la definitiva regolamentazione dell'elezione si ebbe soltanto nel 1356 con la famosa bolla d'oro di Carlo IV, la quale stabilì definitivamente in sette il numero degli elettori, mantenendo la dignità a quegli arcivescovi e principi che già l'avevano tenuta nel sec. XIII (v. bolla d'oro). Per tre secoli circa la bolla d'oro rimase la carta statutaria del regno di Germania; ma con la pace di Vestfalia furono apportate modificazioni alla composizione del collegio elettorale: il duca di Baviera, che nel 1623 aveva sostituito il conte palatino del Reno nella dignità elettorale, conservò infatti la sua carica; ma al conte palatino fu ridata la dignità elettorale, sì che il numero dei principi elettori salì a otto. Nel 1692 si ebbe un nono elettore, il duca di Brunswick-Luneburg; ma nel 1777, divenuto duca di Baviera il principe Carlo Teodoro del ramo di Sulzbach, già in possesso del Palatinato renano, e creatosi lo stato unico di Palatinato-Baviera, le dignità elettorali del conte palatino e del duca di Baviera si fusero in una, e gli elettori ritornarono ad essere otto. Finalmente, nel 1803, avvennero nuovi mutamenti, che portarono il numero degli elettori a dieci e gli arcivescovi di Treviri e di Colonia perdettero il loro titolo, mentre al posto dell'arcivescovo di Magonza subentrava il vescovo di Ratisbona; ma nel 1806, con la costituzione della Confederazione del Reno, e la fine del Sacro Romano Impero, la dignità elettorale finiva. Solo il Langravio di Assia-Cassel, che aveva ottenuto la dignità nel 1803, mantenne il titolo fino al 1860.
I principi elettori, che godevano di speciali privilegi (v. Bolla d'oro), erano riusciti ad accrescere la loro autorità, sulla fine del Medioevo, con le cosiddette capitolazioni elettorali (Wahlkapitulationen), che impegnavano il re già prima dell'elezione. E la loro potenza nei secoli XIV e XV fu indubbiamente grande. Ma, più che agl'interessi generali della Germania, essi attesero spesso ad assicurarsi, mercé il loro diritto di voto, vantaggi personali: tipica, al riguardo, rimane la scandalosa elezione di Carlo V nel 1519, mercanteggiata con l'oro. Dall'età di Carlo V in poi, assicurata ormai stabilmente la continuità del titolo regio degli Asburgo, l'importanza del collegio elettorale decadde rapidamente e completamente.
Bibl.: L. Quidde, Die Entstehung des Kurfürstenkollegiums, Francoforte sul M. 1884; W. Maurenbrecher, Geschichte der deutschen Königswahlen vom 10 bis. z. 13. Fahr., Lipsia 1889; Th. Lindner, Die deutschen Königswahlen und die Entstehung des Kurfürstentums, Lipsia 1893; id., Der Hergang bei den deutschen Königswahlen, Weimar 1899; M. Buchner, Entstehung und Ausbildung der Kurfürstenfabel, Friburgo in B. 1912.