ELEPHANTA (o Gharapuri; A. T., 93-94)
Piccola isola, situata nel porto di Bombay, a 9 km. e 1/2 dalla città: è collinosa (culmina nella parte NE. a 173 m.) e abbraccia una superficie che, secondo la marea, varia da oltre 10 a 151/2 kmq. Ebbe questo nome dai Portoghesi a causa di una colossale statua di elefante che si trova presso il punto di sbarco.
Vi si ammirano alcuni degli esempî più antichi e più completi dell'architettura rupestre indù, in templi completamente ricavati nella roccia compatta. Il principale di questi, la cui costruzione si può far rimontare al sec. VIII d. C., ripete nella distribuzione dei suoi ambienti, tutti ricavati nell'interno della collina, la disposizione tipica del tempio brahmanico dell'epoca più antica comune a tutta l'India centrale e usata indifferentemente tanto per costruzioni sotterranee quanto all'aria aperta.
I pilastri della veranda-vestibolo e della grande sala sono tagliati con grande sicurezza. Essi sono tra i più semplici di tutta l'architettura indiana: su una base quadrata, alta quasi la metà di tutto il pilastro, si alza un corto fusto cilindrico che si allarga in alto in un capitello a forma di bulbo; base e fusto sono privi di decorazioni. Le figure ricavate dalla roccia, potenti per espressione, contribuiscono in modo decisivo all'effetto grandioso dell'ambiente. Il tempio doveva essere dedicato a Śiva, poiché a Śiva si riferiscono quasi tutte le rappresentazioni scultoree. La più importante, generalmente ritenuta la figurazione della Trimūrti (con Brahma, Viṣṇnù e Śiva rispettivamente con l'attributo di creatore, conservatore e distruttore), è da molti considerata un'immagine di Śiva sotto tre forme diverse. Notevoli i rilievi, che rappresentano Śiva con la moglie Pārvatī e con gli attributi di vendicatori.
Bibl.: J. Burgess, The Rock Temples of Elephant, Bombay 1871; F. Benoit, L'architecture. L'Orient médiéval et moderne, Parigi 1912; E. B. Havell, A Handbook of Indian Art, Londra 1920; A. K. coomaraswamy, History of Indian and Indonesian Art, Londra 1927; O. Reuther, in Wasmuths Lexikon d. Baukunst, Berlino 1930; E. Diez, Die Kunst Indiens, Berlino s. a.