Elenchi sofistici
sofistici Opera di Aristotele, in un libro, collocata dagli editori all'ultimo posto della raccolta di scritti logici denominata Organon, cioè dopo i Topici, di cui è stata spesso considerata il nono libro. Il suo tema è costituito dal modo di argomentare sofistico a favore o contro una certa tesi, chiamato appunto elenchos.
Tradotta, come gli altri libri dell'Organon, da Boezio, rimase tuttavia ignorata nel Medioevo latino sino all'inizio del secolo XII, allorché venne riscoperta insieme con gli altri scritti logici di Aristotele non compresi nella logica vetus (Categoriae e De Interpretatione) e detti perciò logica nova (Analitica Priora e Posteriora e Topica). Sempre all'inizio del XII secolo fu fatta una nuova versione latina dell'opera, rimasta anonima, della quale sono stati conservati solo frammenti. Una terza traduzione latina fu eseguita nel secolo XIII da Guglielmo di Moerbeke, il quale però assunse come base la versione di Boezio. La più diffusa rimase tuttavia la traduzione boeziana, conservata, più o meno contaminata con quella anonima, in numerosi manoscritti. L'opera fu commentata da Edmondo di Abington, Roberto Grossatesta, Alberto Magno, Boezio di Dacia, Egidio Romano, Marsilio di Inghen, Simone di Faversham e altri; inoltre fu tradotto in latino il commento ad essa di Alessandro di Afrodisia.
D. cita esplicitamente gli E. una sola volta, cioè in Mn III IV 4 sicut Phylosopho placet in hiis quae de Sophisticis Elenchis, solutio argumenti est erroris manifestatio, dove sembra avere presente Soph. El. 18, 176 b 29-30 nella versione boeziana (Patrol. Lat. LXIV 1028 c " quoniam autem recta solutio est manifestatio falsi sillogismi "). Il Moore ha ravvisato una traccia degli E. anche nella menzione di Brisone (Brisso) contenuta in Pd XIII 125, la quale deriverebbe da Soph. El. 11, 171 b 16 e 172 a 4 (Patrol. Lat. LXIV 1020 a e c " Brysso "). Ma è possibile che D. l'abbia desunta anche da altre opere aristoteliche. Come si vede, la presenza degli E. nell'opera dantesca è pressoché irrilevante.
Bibl. -P. Minges, Zur Textgeschichte der sogenannten Logica nova der Scholastiker, in " Philos. Jahrbuch " XXIX (1916) 250-263; B. Geyer, Die alten latenischen Uebersetzungen der aristotelischen Analytik, Topik und Elenchik, ibid XXX (1917) 25-43; G. Lacombe, Aristoteles Latinus, Codices, I, Roma 1939, 45-47; II, Cambridge 1955, 783 e 787; Supplementa altera, Parigi-Bruges 1961, 20 e 23; E. Franceschini, Il contributo dell'Italia alla trasmissione del pensiero greco, in Atti della XXVI riunione della Soc. Ital. per il progresso della cultura, III 2, Roma 1938, 282-310; ID, Ricerche e risultati per la storia dell'Organon nell'Occidente latino, in " Quadrivium " I (1956) 269-272; L. Minio-Paluello, Jacobus Veneticus Graecus, in " Traditio " VIII (1952) 262-304; ID, Note sull'Aristotele Latino medievale, VI, in " Rivista di filos. neoscolastica " XLIV (1952) 389-412; IX, ibid XLVI (1954) 211-231; XIII, ibid LII (1960) 29-45; ID, The Text of Aristotle's Topics and Elenchi: the Latin Tradition, in " Classical Quarterly " . XLIX (1955) 108-118; E. Moore, Studies in D., I, Oxford 1896, 117-118.