FREDA, Elena
Nacque il 25 marzo 1890 a Roma da Pasquale e Crescenza Teresa Pedicino. Si laureò in matematica nel 1912 con G. Castelnuovo e in fisica nel 1915 con O.M. Corbino all'università di Roma: qui già dal 1915 fu borsista presso il seminario matematico.
Il saggio Problemi di geometria piana non euclidea (in Giorn. di matematiche di Battaglini, s. 23, II [1913], pp. 343-365), segna la sua prima ricerca di geometria proiettiva lungo la linea di studi tracciata da Castelnuovo. Un altro suo lavoro giovanile, Teorema di Eulero per le funzioni di linee omogenee (in Rend. dell'Acc. dei Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. nat., s. 5, XXIV [1915], pp. 1035-1039), rappresenta un contributo all'analisi funzionale legato agli studi di V. Volterra. Dello stesso anno è Sul voltametro con un elettrodo di alluminio (in Nuovo Cimento, s. 6, X [1915], pp. 169-222), che presenta risultati di suoi esperimenti e soluzioni analitiche della teoria della strumentazione elettromagnetica, esplicativi di precedenti ricerche del Corbino. Appare già qui la singolare valenza, che sarà tipica di tutta una serie di suoi lavori, in cui misure sperimentali sono trattate all'interno della più rigorosa analisi matematica, e in cui confluiscono le tradizioni delle due scuole di Volterra e di Corbino. Altre pubblicazioni dello stesso carattere sono: Sopra un teorema di reciprocità relativo alla propagazione di correnti elettriche in un conduttore sottoposto all'azione di un campo magnetico (in Rend. dell'Acc. dei Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. nat., s. 5, XXV [1916], pp. 28-35, 60-65); Sulla variazione di resistenza elettrica di un conduttore sottoposto all'azione di un campo magnetico (ibid., pp. 104-109, 142-149, ripubbl. in Nuovo Cimento, s. 6, XII [1916], pp. 177-193) e, in collaborazione con N. Mortara, Sulla caratteristica dell'arco cantante nei regimi cui corrispondono diverse emissioni spettrali (in Rend. dell'Acc. dei Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. nat., s. 5, XXV [1916], pp. 438-445; XXVI [1917], pp. 116-123, ripubbl. su Nuovo Cimento, s. 6, XIII [1917], pp. 297-317), dove si studia la curva corrente-tensione in un arco.
Nel 1918 ottenne la libera docenza in fisica matematica, confermatale nel 1929. In quegli anni tenne un corso integrativo di meccanica superiore. Nel 1923-24 fu incaricata di fisica matematica e di meccanica razionale presso l'università di Messina. Nel 1924-25 tornò a Roma, dove insegnò per il resto della sua carriera.
Di questi anni sono anche i lavori appartenenti al programma di ricerca già delineato, che unisce fisica sperimentale e analisi matematica: Teoria elettronica delle forze elettromagnetiche (in Rend. dell'Acc. dei Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. nat., s. 5, XXVIII [1919], pp. 384-389, 407-412), in cui si discute l'effetto del campo magnetico su conduttori in termini di ioni, considerando anche le relative variazioni di temperatura; Flow of electricity in a magnetic field, in collaborazione con V. Volterra (in Univ. of California Publications in Mathematics, 1921, n. 1); Sulla progettazione di correnti elettriche stazionarie sotto l'azione di un campo magnetico (in Rend. dell'Acc. dei Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. nat., s. 6, III [1926], pp. 77-82); Sulla propagazione di correnti elettriche stazionarie in un conduttore sottoposto all'azione di un campo magnetico uniforme (ibid., s. 6, VII [1928], pp. 716-720, 830-835). Segni di un'apertura a un altro campo di ricerca sono Biologia matematica (in Boll. dell'Unione matem. italiana, VI [1927], pp. 155-163), - articolo del tutto immerso nel paradigma volterriano di matematizzazione della biologia attraverso lo studio delle variazioni numeriche delle popolazioni delle specie viventi con relazioni predatorie -, e la recensione dell'opera di V. Volterra, Leçons sur la théorie mathématique de la lutte pour la vie (in Boll. di matematica, XXVII [1931], pp. XXXII-XXXVI).
Le ultime pubblicazioni degli anni Trenta mostrano il prevalere di temi di analisi matematica e di fisica matematica pura. Si tratta delle recensioni del libro di J. Hadamard, Le problème de Cauchy et les équations aux dérivées partielles linéaires hyperboliques, in Boll. dell'Unione matem. italiana, XII (1933), pp. 37-44; e dell'opera di V. Volterra e J. Pérèes, Théorie générale des fonctionnelles, in Boll. di matematica, XXXIV (1938), pp. I-IX.
Del 1937 è quello che può essere considerato il suo maggiore contributo, Méthode des caractéristiques pour l'intégration des équations aux dérivées partielles linéaires hyperboliques (Paris 1937). Nella prefazione il Volterra stesso ne sottolinea l'originalità, il completamento di più risultati, l'attenzione ai rapporti tra analisi matematica e applicazioni fisiche, l'apertura a una prospettiva storica. Si tratta essenzialmente della trascrizione di un corso di lezioni del 1931 sui metodi d'integrazione delle equazioni alle derivate parziali del 2° ordine di tipo iperbolico, che corona la sua rilevante attività didattica intrecciata a quella scientifica: insegnò infatti spaziando dalla fisica matematica, dalle lezioni ed esercitazioni del corso di V. Volterra, ai complementi di meccanica (sulla meccanica dei mezzi continui), alternando, nei vari anni, corsi su "Equazioni integrali e loro applicazioni", "Equilibrio e movimento dei corpi elastici", "Onde elettromagnetiche", dove inserì anche le teorie della relatività della fisica quantistica.
Nel 1959 F. chiese di essere esentata dall'insegnamento. Morì a Roma il 25 nov. 1978.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio dell'Università "La Sapienza", fasc. personale; Annuario dell'Univ. di Roma "La Sapienza", 1918-75, ad vocem; J.C. Poggendorff, Biograph.-Liter. Handwört. für Mat. Astr. Phys.…, VI, pp. 804 s.