ELEGANTIA
Termne adoperato talvolta dagli scrittori romani con riferimento ad opere d'arte nel senso di grazia e di bellezza. Parrasio era celebrato per aver dato per primo nei suoi quadri alle figure elegantiam capilli, cioè chiome bene acconciate (Plin., Nat. hist., xxxv, 67) e Nikophanes è detto pictor elegans et concinnus, ita ut venustate ei pauci comparentur (Plin., ibid., xxxv, iii). Varrone (De ling. Lat., viii, 16 = 31) ammette l'elegantia accanto alla utilitas, e il termine viene adoperato anche per opere architettoniche, come in Plinio il Giovane, che nelle epistole a Traiano (x, 70 e 71), parla di un'esedra e di portici come di elegans opus.
Bibl.: G. Becatti, Arte e gusto negli scrittori latini, Firenze 1951, pp. 58, 70, 105, 249, 250, 255, 294.