SALVADOR, El (XXX, p. 575; App. I, p. 988; II, 11, p. 778; III, 11, p. 652)
Tra i censimenti 1961 e 1971 la popolazione del S. è salita da 2.510.984 a 3.549.260 unità, con un fortissimo incremento medio annuo (4% circa). Nel 1977, secondo una stima, gli abitanti erano 4.324.128 (densità 205 ab./km2). La capitale nel 1977 contava 397.000 ab.; gli altri due maggiori centri urbani, Santa Ana e San Miguel, hanno, rispettivamente, 170.000 e 100.000 abitanti.
Le attività rurali assorbono il 53% della popolazione attiva, forniscono il 27% del prodotto nazionale lordo e concorrono per il 70% alle esportazioni.
Tra le colture destinate al consumo interno spicca quella del mais (4.600.000 q nel 1976); tra quelle commerciali hanno particolare importanza il caffè (1.900.000 q nel 1976) e il cotone (in forte aumento dopo il 1960, con un periodo di ristagno tra il 1966 e il 1968; nel 1976 sono stati prodotti 700.000 q di fibra); diffusi sono anche la canna da zucchero, l'henequén, l'ananas e il banano. I bovini nel 1976 erano 1.100.000.
Nel 1975 la potenza installata era di 300.000 kW; l'energia prodotta nello stesso anno è stata di1.100 milioni di kWh.
Sebbene le industrie manifatturiere occupino solo il 15% della popolazione attiva e diano il 21% del prodotto nazionale lordo, El S. può considerarsi il più industrializzato tra gli stati dell'America istmica, poiché possiede numerosi stabilimenti tessili che producono per l'esportazione filati e tessuti di cotone (nelle tre città principali), calzaturifici (a San Salvador), un cementificio, una raffineria di petrolio e fabbriche di fertilizzanti (ad Acajutla). La bilancia commerciale non è lontana dall'equilibrio; i principali partners sono gli Stati Uniti, il Giappone, la Rep. Fed. di Germania (soprattutto come acquirente) e, tra i paesi centroamericani, Guatemala, Costa Rica e Nicaragua. I turisti sono stati 290.000 nel 1975.
El S., nel quale nel 1974 circolavano 60.000 autoveicoli, dispone di una rete stradale di 11.000 km (di cui 630 spettano alla "Panamericana") e di ferrovie per 700 km; e può dirsi l'unico stato dell'America Centrale ben collegato con i paesi vicini, tanto che si vale dello scalo guatemalteco di Puerto Barríos per l'esportazione del caffè. Peraltro, non mancano porti nazionali ben attrezzati, tra i quali spicca quello di Acajutla. L'aeroporto di San Salvador-Ilopango svolge funzioni internazionali.
Bibl.: F. D. Parker, The Central American Republics, Londra 1964; D. Brownning, El Salvador: Landscape and Society, Cambridge 1972; G. Lasserre, Les Amériques du Centre, Parigi 1974.
Storia. - Il col. J. A. Rivera, capo della nuova giunta militare, si sforzò di alleviare la miseria dei contadini con l'adozione di misure miranti a colmare l'abisso fra le classi ricche e quelle diseredate. In particolare, l'imposta sui redditi, che colpiva le categorie più agiate, procurò ai militari al governo l'accusa di filo-comunismo. Il ritorno alla prassi costituzionale si ebbe nell'aprile del 1962, con le elezioni presidenziali che registrarono la vittoria del candidato unico, il colonnello Rivera, che ha retto le sorti del paese fino al 1967. Il presidente si mostrò coerente con i propri programmi, avviando la riforma agraria e migliorando il livello di vita nelle campagne; diversificò inoltre la produzione agricola, incrementò le industrie e le esportazioni. Il colonnello Rivera acquisì una grande popolarità ma, nel rispetto della Costituzione, non si presentò alle elezioni del 1967, vinte dal candidato governativo colonnello F. Sánchez-Hernández del Partido de Conciliación Nacional sostenuto dai militari nazionalisti di centro.
L'eccessivo numero di braccianti del S. che si trasferivano nel vicino Honduras, la cui densità demografica è molto inferiore, provocarono ripetuti incidenti di frontiera fino a scatenare una guerra fra i due stati confinanti. Il 14 luglio 1969 le truppe del S. penetrarono nel territorio dell'Honduras e bombardarono città e villaggi. L'immediato intervento dell'OAS riuscì a far sospendere le ostilità che avevano già provocato migliaia di morti: il giorno 30 il S. ordinò l'evacuazione delle sue truppe. Il breve ma sanguinoso conflitto ha preso il nome di "guerra del football" essendo scoppiato in seguito a incidenti verificatisi durante una partita di calcio fra le squadre delle due nazioni. Le elezioni presidenziali del 22 febbraio 1972 portarono alla presidenza un altro candidato governativo, il colonnello A. A. Molina. I risultati elettorali furono contestati dalla coalizione di sinistra Union nacional de Oposición, capeggiata da J. N. Duarte e appoggiata da una parte dell'esercito, che tentò di promuovere un golpe (26 marzo) presto soffocato dalla Guardia nazionale e dall'aviazione. Il 30 luglio 1976 s. e Honduras hanno firmato un accordo per la creazione di una zona smilitarizzata di frontiera: decisiva, per la conclusione della pace, è stata la fusione dei paesi centro-americani, danneggiati dal conflitto negl'interessi economici. Il Partido de Conciliación Nacional, al potere dai primi anni Sessanta, ha confermato la sua supremazia nelle elezioni del 1974 e 1977; queste ultime elezioni (20 luglio) hanno portato alla presidenza della Repubblica il gen. C. H. Romero candidato del partito governativo. I risultati della consultazione popolare furono violentemente contestati dall'opposizione che accusò il governo di brogli elettorali. Ne è seguito un lungo periodo di disordini culminati con assassini di uomini politici e sequestri di diplomatici stranieri. Il governo ricorse alla legge marziale (23 maggio 1979), ma senza risultati; il 6 settembre veniva assassinato D. Romero, fratello del presidente della Repubblica; l'attentato fu rivendicato dalle Forze popolari di liberazione, organizzazione di estrema sinistra. Il 15 ottobre la presidenza Romero veniva rovesciata da una giunta militare.
Bibl.: F. Parker, The Central American Republics, Londra 1964; J. F. Mc Camant, Development assistence in Central America, ivi 1972; D. H. McClelland, The Central American cemmon market, ivi 1972.