el-‛ABĀBDEH
Popolazione a tipo nomade, stabilita ad oriente del Nilo lungo la frontiera meridionale dell'Egitto, da Aswān al Mar Rosso, arrivando anche a N. della linea da Qénā ad el-Qoṣeir. Un ramo meno numeroso è ad oriente di Berber; una colonia considerevole, commista con gli el-Gia‛liyyīn (comunemente Giaalin), è ad el-Ḥōsh, pochi chilometri ad O. di Shendī. Parlano generalmente arabo e si dicono d'origine araba, vantando come loro capostipite un ‛Abbād (donde il nome gentilizio ‛abbādī, di cui ‛Abābdeh è il plurale), che sarebbe discendente da ‛Abd Allāh, figlio di quell'az-Zubair ibn al-‛Awwām che fu celebre compagno di Maometto. Il Reisner li accosta da una parte ai Medio-Nubiani e dall'altra agli odierni Beduini del Basso Egitto, metamorfizzati da incroci con negri; vanno però classificati coi Begia, di cui rappresentano la propaggine più settentrionale, e forse hanno assorbito molto degli antichi Blemmii. È indiscutibile una forte immistione di sangue arabo. Si dividono in tre rami principali: gli ‛Ashābāb, gli el-Fúqarā' e gli el-‛Abādilah o esh-Shanātīr. I primi sono di gran lunga i più importanti e, insieme con i terzi, stanno in territorio egiziano, specialmente ad E. di Luxor-Darāw e di Aswān, e al N. dell'Atbāi; gli el-Fúqarā' sono sparsi anche nel vicino territorio sudanese.
I gruppi del S. e del SE. parlano, oltre all'arabo, il begia, ma, per superstizione, evitano di servirsene davanti a stranieri. Sono valutati a circa 30.000 anime. Hanno un capo ereditario, di stirpe araba, cui viene pagato uno stipendio dal governo egiziano affinché mantenga sicure le vie; l'intera tribù è esente da tributi. Sono ereditarî nemici dei Bishārīn, loro contermini a sud. Fisicamente sono forti e ben costrutti, di colorito più rosso che nero, con fattezze angolose, naso regolare, abbondante capigliatura, statura media. Moralmente, hanno fama di banditi feroci, senza fede nei giuramenti; vengono tuttavia descritti come corretti in questioni di danaro, ospitali e non proclivi all'accattonaggio. Economicamente, sono divenuti ricchi dopo l'occupazione inglese: presso il Nilo sono agricoltori; presso il mare attendono alla pesca, salano il pesce e poi lo smerciano nell'interno del paese; essenzialmente pastori, hanno molti cammelli e pochi cavalli, raccolgono nelle loro mani il traffico carovaniero della contrada, mentre gli el-Fúqarā' da tempo immemorabile hanno in mano il movimento a cammello per il Baṭn el-Ḥagiar, fra Kōroskō e Abū Ḥamed. Si nutrono principalmente di latte e di dura; abitano in capanne di stuoie e in grotte naturali. Per costumi e vesti, sono simili ai fellāḫ o contadini egiziani, coi quali, del resto, le frazioni più vicine al Nilo contraggono frequenti unioni.
Bibl.: H. A. Mac Michael, A history of the Arabs in the Sudan, Cambridge 1922.