GAJANI, Egisto
Nacque a Firenze il 16 ag. 1832 da Pompilio e Caterina Corsini, sarti, appartenenti al "popolo" di S. Lucia sul Prato. Iniziò la sua fortunata carriera di intagliatore in legno compiendo l'apprendistato presso lo stabilimento di Angiolo Barbetti e accanto a Luigi Frullini, Pasquale Leoncini e Francesco Morini, per poi seguire quest'ultimo nel suo nuovo laboratorio.
Nel 1861 aprì una bottega in proprio lavorando soprattutto grazie a committenze cittadine, ma presto cercò nuovi mercati attraverso la partecipazione alle esposizioni internazionali. Nel 1865 a Dublino ricevette la medaglia d'oro e due anni dopo, a Parigi, ottenne quella di bronzo.
In Francia espose una cornice in tiglio, raffigurante due putti con accanto un'aquila che tiene una vipera tra gli artigli e, intorno, un ornato floreale; una cornice in noce con rabeschi, sfingi e un amorino uscente da una conchiglia (acquistata da un certo signor Philips di Londra) e un fregio in giuggiolo (comprato dal Museo nazionale della storia del lavoro di Vienna) in stile Cinquecento.
Nel frattempo, nel laboratorio fiorentino venivano impiegati quattordici operai e la clientela includeva anche committenti russi, francesi, inglesi. Tra le richieste più significative vanno ricordati, nella villa di San Donato a Firenze del principe A. Demidov, i pregevoli intagli con soggetti di caccia e pesca per le porte e gli infissi della sala da pranzo - suo anche il soffitto a formelle - e della galleria; come pure la giardiniera in noce commissionata dalla casa militare del re, quale dono per il matrimonio (1868) tra la principessa Margherita di Savoia e il principe ereditario Umberto.
Nel 1869 il G. figura quale insegnante "pratico", insieme con il Frullini, nella Scuola per intagliatori in legno, ebanisti e legnaiuoli che avviò i corsi il 4 gennaio presso l'ex convento dell'Annunziata in Firenze. Nel 1873 ricevette una menzione d'onore all'Esposizione universale di Vienna, anche grazie all'intercessione del conte Demetrio Finocchietti, membro della commissione e suo estimatore, con il quale intrattenne in seguito una fitta corrispondenza. Subito dopo si recò in Inghilterra e in Belgio per documentarsi sulla produzione europea.
Nel 1878 ricevette la medaglia d'argento all'Esposizione universale di Parigi, dove propose due mobili a uso di libreria in stile Quattrocento. In questo frangente il Finocchietti, che aveva sempre incoraggiato il G. cercando di indirizzarne lo stile grandioso e disinvolto verso una maggiore attenzione al vero e alla naturalezza, lo spinse a creare una cooperativa con gli altri intagliatori per trasformare definitivamente la bottega artigiana in grande stabilimento industriale.
Tutto ciò non allontanò il G. dal cimentarsi con lavori di notevole virtuosismo. Tra questi le opere per Frederick Stibbert: tra 1888 e 1890 il G. partecipò alla decorazione della ristrutturata villa di Montughi a Firenze. Dotato di un felice intuito per le creazioni monumentali, realizzò la decorazione lignea del caminetto della sala da ballo, terminato nel 1888.
Al Museo Stibbert si trovano anche due vetrine in noce intagliato, eseguite secondo i canoni dello stile rinascimentale, datate 1873 e 1874 e provenienti dalla collezione Tschudy, e un rilievo ovale raffigurante la Nascita di Venere, del 1879, che testimonia la volontà di approdare a uno stile moderno, addirittura già art nouveau, tramite una tecnica antica. All'incirca nel 1880 il G. pubblicò a Parigi, insieme con il Frullini, Panneaux et ornements en bois sculptés.
Le fonti ricordano altri lavori a Vienna, a Zurigo, in Italia, Germania e Inghilterra, dei quali tuttavia non si conosce l'ubicazione (per es. l'arredo di una sala in stile cinquecentesco con il camino con il bassorilievo dal titolo La ricreazione dei bambini realizzato per Maurocordato di Londra).
Il G. morì a Fucecchio il 23 febbr. 1892.
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