FERRONI, Egisto
Nacque a Lastra a Signa (Firenze) il 14 dic. 1835 da Egiziano e da Teresa Soldaini. Primogenito di otto figli, fu avviato all'arte del padre, maestro scalpellino, che lo voleva ornatista e che lo inviò prima a Empoli e poi a Firenze ad apprendere il mestiere presso gli artigiani locali. Nel 1851 il F. entrò all'Accademia di belle arti di Firenze dove studiò, sino al 1857, disegno, figura e prospettiva, riportando "premi nel disegno ornato, nel disegno dal gesso e nell'accademia disegnata" (Somarè, 1939. p. 25).
Uscito dalla Accademia, soggiornò ancora qualche anno a Firenze frequentando E. Pollastrini e S. Ussi, che lo avviarono allo studio della composizione storico-aneddotica; alcuni suoi disegni e ritratti (La fidanzata del pittore, 1858 e Il nonnoBista, bozzetto, 1860: Firenze, coll. privata) documentano questo primo periodo giovanile rivelando, accanto all'impronta d'ispirazione neoclassica e ad alcuni spunti derivati da A. Ciseri, un deciso orientamento verso l'osservazione e la resa realistica.
Nel 1862, stabilitosi a Lastra a Signa, dove nel frattempo aveva preso moglie (1860), il F. dipinse il suo primo quadro storico, L'incontro di Carlo VIII con gli ambasciatori fiorentini a Ponte a Signa (conservato nel palazzo municipale). Il dipinto appare ancora legato ai canoni accademici, come lo sono i numerosi quadretti di genere, con figure in costume settecentesco, che gli vennero commissionati in quegli stessi anni dalla galleria Pisani di Firenze (Boito, 1873). Sebbene fosse sensibile alle istanze espresse a Firenze dal movimento macchiaiolo, il F. non aderì al gruppo, del quale non condivideva le novità tecniche, ma, abbandonata la pittura accademica di soggetto storico, si dedicò al tema rurale ritraendo personaggi ed episodi della campagna toscana mediante un disegno incisivo dal forte risalto plastico. Nel 1863 espose alla Società promotrice di Firenze il Ritorno dalla fiera (1862: Firenze, coll. privata) che, insieme con altre opere di quegli anni (La visita, 1863: Firenze, Galleria d'arte moderna di palazzo Pitti), documenta come la sua pittura fosse definitivamente orientata all'espressione del vero. Alla Promotrice del 1868 presentò Le trecciaiole (1867: Londra, National Gallery), inaugurando una serie di composizioni più vaste e complesse. In contatto con alcuni esponenti del movimento macchiaiolo, tra i quali G. Fattori, O. Borrani, N. Cannicci, L. Gioli e, soprattutto, T. Signorini, il F., riservato e meticoloso, si mosse raramente dalla Toscana; nel 1878 fu a Parigi in occasione dell'Esposizione universale dove espose i dipinti La boscaiola e Gita in barca (ubicazione ignota). A Parigi ebbe modo di conoscere i diversi orientamenti del naturalismo francese, e in particolare fu attratto dalla pittura di J. Bastien-Lepage.
Nel 1878 si apre il decennio più fecondo della vita del pittore. Sono di questo periodo la maggior parte dei dipinti commissionati dal conte di Frassineto (L'infioccatura, 1877; Verso l'ovile, La barca, La caccia, Il ballo, del 1879; Il carro, 1881: Frassineto, coll. conte Frassineto); una serie di quadri idillici, spesso di piccolo formato, tra i quali si inseriscono, a volte, motivi puramente pittorici dalle delicate tonalità grigie (Ai campi, 1881 e Ilboscaiolo, 1883: Firenze, Galleria d'arte moderna di palazzo Pitti; Ilmerciaio ambulante, 1882: Palermo, Galleria d'arte moderna; Torna il babbo, 1883: Roma, Galleria nazionale d'arte moderna); alcuni ritratti (La madre, 1873: Milano, Coll. privata) e numerosi studi e bozzetti.All'Esposizione nazionale di Torino del 1879 il F. presentò Alla fonte (Firenze, Gall. d'arte mod. di pal. Pitti), che espose anche l'anno successivo alla Promotrice fiorentina, riscuotendo i consensi di D. Martelli, di F. Martini e di A. Cecioni. In quegli stessi anni, con A. Tommasi, affittò uno studio a Firenze in via Milton, dove per qualche anno insegnò privatamente pittura. Membro della Società di belle arti e accademico d'onore dell'Accademia fiorentina del disegno dal 1882, nel 1889 il F. prese parte all'Esposizione universale di Parigi presentando La madre e Il boscaiolo.
Dal 1891 una crisi depressiva, dovuta alla morte del figlio Raffaele, rallentò il lavoro del F. che diradò anche la partecipazione alle mostre. Presente nel 1897 alla Biennale di Venezia con Amori santi, nel 1906 a Roma espose Ritorno alla fonte alla Seconda mostra dell'Associazione degli artisti italiani. Fu autore di alcuni bozzetti e disegni per la fabbrica artistica di ceramiche Bellariva, diretta dal figlio Giuseppe, e modellò anche i rilievi raffiguranti la Vendemmia e la Mietitura per il salone del piroscafo "Vittorio Emanuele".
Nel 1908 si stabilì a Firenze, a casa del figlio Arrigo, dove morì il 25 maggio 1912.
Fonti e Bibl.: N. Tarchiani, Marginalia: E. F., in Marzocco, 2 giugno 1912, e in L'Illustrazione italiana, 2 giugno 1912, p. 543; C. Boito, La pittura nuova in Firenze, in Nuova Antologia, marzo-aprile 1873, p. 488; A. Cecioni, Sul quadro di E. F., in Giornale artistico, 12 giugno 1874, n. 6; L. Bellinzoni, L'Esposizione di Parigi: F. e Moradei, in Il Popolo romano, 15 maggio 1878; T. Signorini, L'arte che Firenze ha inviato a Parigi, in Lettere e arti, XV(1889), pp. 6-8; P. Nomellini, in Mostra commemorativa di E. F. (catal.), Firenze 1936; E. Somarè, L'opera di E. F., Milano 1939 (con bibl. precedente); J. Pelegatti - R. Tassi, I postmacchiaioli, Firenze 1962, pp. 5-12; S. Furlotti Reberschak, Catalogo Bolaffi della pittura ital. dell'800, Torino 1980, p. 81 (per le mostre collettive, le aste più recenti e le coll. private); A. Del Guercio, La pittura dell'Ottocento, Torino 1982, pp. 88, 90; E. Spalletti, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, ad Indicem; S.Bietoletti, ibid., p. 824; L'arte italiana del Novecento, M. Pratesi - G. Uzzani, La Toscana, Venezia 1991, ad Indicem; Encicl. Ital., XV, p. 123; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XI, pp. 488; Diz. encicl. dei pittori ... ital. Bolaffi, IV, pp. 419 s.