CAVITELLI, Egidiolo (Gelliolo, Gigliolo, Giliolo, Ziliolo, Zeliolo)
Nacque a Cremona da una delle più rappresentative famiglie della città intorno alla metà del sec. XIV. Venne avviato agli studi giuridici probabilmente dal padre Raimondino, giurista anch'egli, lettore di diritto civile nello Studio di Perugia nel 1350. Fece parte del Collegio dei decurioni di Cremona, ma abbandonò presto la carriera politica per dedicarsi all'insegnamento del diritto civile.
Al 12 sett. 1379 risale il primo documento su di lui. Il C. risulta già aggregato al Collegio dei giuristi dello Studio di Padova, in cui assistette con altri colleghi all'esame di dottorato di tal Francesco Beningrado. Nel 1380 fu promotore di quello di Bartolomeo Mezzaprili e quale membro di commissioni esammatrici viene citato nei documenti dello Studio patavino fino al 1387. Abbiamo sue notizie anche attraverso un documento del 1382, che lo cita quale testimone di un contratto di compravendita tra Ludovico e Bartolino Cavalcabò, esponenti della nobile famiglia cremonese, e di un contratto tra quest'ultimo e Cabrino Caleffi di Viadana, vescovo di Cremona. Da un altro documento del 1385 risulta la nomina a suoi procuratori di Ugolino Regazzola, cremonese, di cui aveva sposato la figlia Maddalena, e di Corradino della Fossa, suo cognato. Risulta inoltre che tra il 2 marzo e il 26 apr. 1385 pronunciò una. sentenza nel palazzo del Comune di Padova con il giurista Bartolomeo Capodivacca. Nonostante l'assenza di documenti sugli anni immediatamente successivi a questo periodo, si è portati a ritenere che il C. si trattenne nello Studio di Padova fino al 1391 (il Besta lo include tra i lettori dell'università patavina, fino al 1394), anno in cui la sua fama di giurista si era già consolidata.
Narra il Chronicon Estense che il marchese Alberto d'Este, volendo contribuire incisivamente allo sviluppo e alla crescita del prestigio della città di Ferrara, si rivolse al papa Bonifacio IX per ottenere un privilegio che consentisse l'apertura di uno Studio generale. Il privilegio venne concesso nel 1391, e i primi giuristi chiamati ad insegnare nella nuova università furono il C. e Bartolomeo da Saliceto, definiti nella cronaca "doctores famosos". Si è concordi nel ritenere che il C. anche a Ferrara, dove ebbe un seguito numeroso di allievi, anche forestieri, insegnasse il diritto civile, benché il Panciroli affermi che insegnò il diritto canonico. Nei documenti si attesta la sua presenza a Ferrara almeno fino al 1394, anno in cui Niccolò III d'Este revocò il decreto di fondazione dell'università, ripristinata poi nel 1401; ma ignoriamo se il triennio gli sia stato sufficiente per portare a termine l'fficarico commessogli di riformare gli statuti di quella città. Nel 1400 iniziò il suo insegnamento nell'univer, sità di Perugia ed è probabile che a questo periodo risalga la sua conoscenza con Baldo degli Ubaldi.
Ebbe un figlio, Niccolò, giurista come il padre, da identificare con ogni probabilità nel "Nicolaus cremonensis, publicus Bononiae professor", cui si riferisce il Pasquali Alidosi. Morì a Cremona il 20 marzo 1419 e il suo corpo fu tumulato nella chiesa di S. Bartolomeo dei carmelitani.
Sull'attività scientifica del C., che Bartolomeo da Saliceto e Baldo degli Ubaldi ebbero in grande considerazione, è estremamente arduo esprimere giudizi, poiché le sue opere più significative, ancorché in parte identificate, sono inedite, nonostante che il Crotto nel 1520 riferisca in una orazione in lode di Francesco de Sfrondratis la notizia secondo cui un pronipote del C., G. Battista, si sarebbe apprestato a dare alle stampe le sue opere in quel periodo. Tra le sue opere dottrinarie si ricordano un Tractatus de legitimatione, un Tractatus de fidecommissis, in 4 libri, e un Tractatus de dato in solutum, in 2 libri. Nella Biblioteca Mainoldi di Cremona l'Arisi reperì un manoscritto dal titolo: Notabilia singularia in textum et glossam super tit.ff. soluto matrimonio rubricata per d. Ziliolum de Cavitellis de Cremona legum doctorem, e una raccolta di Consilia, tra cui si ricorda un Consilium Collegii paduani dato dal C. nel 1384. Due suoi Consilia sitrovano in un codice cartaceo del sec. XV (cod. 16, ff. 201-214) della Bibl. Marciana di Venezia, tra quelli di Bartolo, Baldo, I. Bottrigari, I. Belviso ed altri. Un suo Consilium si legge nella raccolta di Consilia criminalia dello Ziletti, e un altro, sottoscritto da Baldo, si può reperire nel terzo libro della raccolta di Consilia di quest'ultimo. Il C. sottoscrisse inoltre il settimo dei Consilia di Raffaele Fulgosio e un Consilium con Bartolomeo da Saliceto, contenuto nel notissimo manoscritto Urbin. lat. 1132 della Bibl. Apost. Vaticana, ambedue, di argomento processualistico.
Fonti e Bibl.: Bibl. Apost. Vaticana, Urb. lat. 5536, f. 427; Chronicon Estense, in L. A. Muratori, Rer. Ital. Script., XV,Mediolani 1729, col. 524; G. J. Crotto, Oratio in laude Francisci Sfrondratis, Cremonae 1520; R. Fulgosio, Consilia utriusque Raphaelis, Lugduni 1548, f.6v; I. B. Ziletti, Consiliorum sive responsorum ad causas criminales, Venetiis 1572, I, p. 50; Baldo degli Ubaldi, Consiliorum sive responsorum III, Venetiis 1575, f. 38v; L. Cavitelli, Annales Cremonenses, Cremonae 1588, p. 155; M. I. Vida, Cremonensium orationes III adversus Papienses, Cremonae 1550, c. 43v; G. N. Pasquali Alidosi, Li dottori bolognesi di legge canonica e civile, Bologna 1620, p. 56; G. Sardi, Delle historie ferraresi, Ferrara 1646, l. VI, ad a. 1393; F. Arisi, Cremona literata, I,Parma 1702, p. 185; G. Panziroli, De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721, p. 176; F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, II,Ferrarae 1735, p. 6; I. Facciolati, Fasti Gymnasii patavini, Patavii 1757, p. XL; V. Bini, Mem. istor. della perugina università degli studi e dei suoi professori, I,Perugia 1816, p. 184; G. Tiraboschi, Storia della lett. ital., V,1, Venezia 1823, pp. 118, 458; F. M. Colle, Storia scient.-lett. dello Studio di Padova, Padova 1824, p. 162; I. A. Fabricio, Bibliotheca latina mediae et mae aetatis, V,Firenze 1859, p. 623; G. Valentinelli, Bibliotheca manucripta ad S. Marci Venetiarum, III,Venezia 1870, p. 12; A. Gloria, Mon. della università di Padova (1318-1405), II, Padova 1888, p. 172; G. Pardi, Lo Studio di Ferraranei secc. XV e XVI, Ferrara 1903, p. 93; E. Besta, Fonti, in Storia del diritto ital., a cura di P. Del Giudice, II, 1, Milano 1925, p. 881; A. Visconti, La storia dell'univers. di Ferrara (1391-1950), Bologna 1950, p. 11; G. Ermini, Storiadell'università di Perugia, I,Firenze 1971, p. 155; G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zumrömischen Recht bis 1600, III, Frankfurt a. Main 1972, sub voce; Novissimo Digesto Italiano, III, col. 74.