BONI (Bono, de Bonis), Egidio
Nacque a Cortona, da Biagio, non si sa in quale anno. Entrò a far parte degli eremitani di s. Agostino, con ogni probabilità nel convento della città natale.
La prima notizia che di lui ci rimane è una petizione che per sua iniziativa fu presentata a Giovanni XXII per ottenere il permesso di edificare un nuovo convento nella provincia di Siena, permesso che fu accordato con una bolla del 22 apr. 1330 (edita in L. Torelli, Secoli agostiniani, VI, Bologna 1680, pp. 843 s.). Secondo il Torelli, il nuovo convento fu poi quello di Castiglion Fiorentino e la sua fondazione sarebbe stata affidata al Boni. Col B. potrebbe identificarsi il frate Egidio da Cortona la cui presenza nel convento agostiniano di Pavia è documentata al 7 apr. 1339 (R. Maiocchi-N. Casacca, Codex diplomaticus Ord. E. S. Augustini Papiae, I, Papiae 1905, p. 76).
Il 7 genn. 1348 il B. fu nominato da Clemente VI vescovo di Vicenza, e consacrato poco dopo da Annibaldo vescovo di Tuscolo; il 19 gennaio il papa lo esortava a prendere possesso della sua sede.
Il 28 febbraio Clemente VI concedeva a un fratello del B., Bartolomeo, il beneficio di canonico della cattedrale vicentina (un altro fratello, Federico, comparirà fra i familiari del vescovo nel 1349); alla stessa data concedeva al B. l'autorizzazione a fare testamento, disponendo anche di alcuni beni della chiesa vicentina.
Sembra che, in effetti, il B. prendesse possesso della sua sede non prima della fine dell'anno: la sua presenza in Vicenza si trova attestata solo dai primi di gennaio del 1349 fino al 1353 (in data 21 maggio presiedeva alla traslazione solenne del corpo del beato Bartolomeo da Vicenza), ma senza carattere di stabilità. Già da questo periodo infatti compaiono sovente, come sempre poi per l'avvenire, suoi delegati e vicari generali, scelti prevalentemente fra i suoi confratelli, agostiniani; fra gli altri, nel 1357 compare come vicario generale il teologo agostiniano (più tardi generale dell'Ordine) Matteo d'Ascoli.
All'inizio del 1354 il B. si trovava ad Aquileia dove, insieme con altri prelati, sosteneva la richiesta avanzata al papa dal patriarca Niccolò di Lussemburgo (fratello di Carlo IV di Boemia) per ottenere il trasferimento della sede patriarcale a Udine.
Alla discesa di Carlo IV in Italia per ricevere la corona imperiale, troviamo il B. (forse in conseguenza dei suoi rapporti con Niccolò di Lussemburgo?) costantemente al suo seguito: tale presenza è documentata dal 31 ott. 1354, a Feltre, fino a Siena (nel viaggio di ritorno da Roma), il 5 maggio 1355. Da Carlo il B. fu inviato insieme con altri prelati a richiedere le reliquie di s. Vito al monastero di S. Marino in Pavia (Collectarius... Johannis de Geylnhusen, ed. H. Kaiser, Innsbruck 1900, p. 165). Ma soprattutto di rilievo fu la sua missione a Pisa, nel dicembre 1354, insieme con Fenso degli Albertini da Prato, per preparare la venuta di Carlo: missione di cui serbano ricordo diverse cronache pisane, e particolarmente quella di Ranieri Sardo. Nel viaggio di ritorno, poi, secondo una notizia di Ranieri, sarebbe stato nominato vicario imperiale per Montepulciano (per una discussione sulla verosimiglianza della notizia, cfr. Werunski, 1878, p. 191).
Di una missione del B. presso Luigi I d'Ungheria, nel 1356, per richiedere il suo intervento a protezione dei beni della Chiesa vicentina, abbiamo notizia da una serie di bolle rilasciate da Innocenzo VI il 4 settembre di quell'anno (Theiner, pp. 26 ss., docc. 42, 48, 49).
Nel 1360 Innocenzo VI affidava al B. una legazione presso Luigi d'Ungheria, Carlo IV e il duca Rodolfo d'Austria, per ottenere appoggi contro Bernabò Visconti nella questione di Bologna: le bolle relative sono del 26 aprile.
Sul suo svolgimento non abbiamo notizie esaurienti ma solo tracce dell'itinerario del B., che l'11 luglio era a Vienna e il 24 a Reigem, monastero benedettino della Moravia, cui rilasciava indulgenze; la sua presenza presso la corte imperiale a Norimberga è documentata per l'agosto: il 17 l'imperatore gli concedeva una pensione di cinquecento fiorini, segno di benevolenza personale per il nunzio, cui non sembra però corrispondesse un pieno esito della missione politica. Nell'ottobre il B. era a Costanza, al seguito del duca Rodolfo, come nota Enrico di Diessenhofen, ricordando l'interdetto lanciato sulla città (e che fini col pesarvi a lungo) dal B., a causa di una procurazione non pagatagli.
Nuovamente l'anno seguente il papa tornava a incaricare il B. di recarsi presso i tre principi per sollecitare ancora interventi contro il Visconti: allo stesso fine inoltre il B. avrebbe dovuto esercitare una azione mediatrice fra Carlo IV e il duca d'Austria, fra loro in contrasto. Tra la fine di maggio e l'inizio di giugno Innocenzo VI scriveva una lunga serie di lettere (per la loro datazione cfr. Stoy, pp. 79 ss.) interessanti la missione del Boni. Ma da ulteriori lettere inviate a Carlo IV e a Rodolfo il 27 giugno (Martène-Durand, coll. 1012, 1014) si apprende che il B. era morto durante il viaggio: con ogni probabilità colto dalla peste che imperversava quell'anno in Europa.
D. A. Gandolfo (Dissertatio historica de ducentis celeberrimis augustinianis scriptoribus, Romae 1704, pp. 15s.) menziona tre volumi di teologia che il B. avrebbe composto e che dalla biblioteca del duca di Urbino sarebbero passati alla Vaticana (dove non sembrano tuttavia rintracciabili nel fondo Urbinate).
Un'epistola in versi latini in lode del B. compose verso il 1354-1355il poeta Moggio da Parma (M. Vattasso, Del Petrarca e di alcuni suoi amici, Roma 1904, pp. 90 s.).
Nella letteratura erudita agostiniana si è attribuito al B. il titolo cardinalizio, sostenendo la sua nomina in pectore da parte di Innocenzo VI: notizia priva di fondamento, ché tale nomina sarebbe avvenuta, secondo gli stessi autori, nel settembre 1361, quando dunque il B. era già morto.
Fonti e Bibl.: E. Martène-U. Durand, Thesaurus novus anecdotorum, II, Lutetiae Paris 1717, coll. 970-985, 989 s., 1005 s., 1012-1014; A. Theiner, Vetera monumenta histor. Hungariam sacram illustrantia, II, Romae 1860, pp. 26, 28, 45 ss.; J. F. Böhmer-A. Huber, Regesta Imperii, VIII, Innsbruck 1877, nn. 1940, 1966, 1996, 2022, 2092, 2096, 2097, 2103, 2107; Th. Mommsen, Italienische Analekten zur Reichsgeschichte des 14. Jahrhunderts, Stuttgart 1868, pp. 126, 169; Henricus de Diessenhofen, Chronicon, in J. F. Böhmer-A. Huber, Fontes Rerum Germanicarum, IV, Stuttgart 1868, pp. 119 s., 123; Ranieri Sardo, Cron. di Pisa, a cura di O. Banti, Roma 1963, in Fonti per la storia d'Italia, XCIX, pp. 99 s., 119; E. Werunski, Der erste Römerzug Kaiser Karl IV. (1354-1355), Innsbruck 1878, pp. 3 n., 4, 36-40, 191; S. Stoy, Die politischen Beziehungen zwischen Kaiser und Papst in den Jahren 1360-1364, Diss. Strassburg, Leipzig1881, pp. 6 ss, 32 ss., 79 ss.; S. Steinherz, Die Beziehungen Ludwigs I. von Ungarn zu Karl IV., in Mitteil. des Österreich. Instituts, IX (1888), p. 539 n. 3; E. Werunsky, Geschichte Kaiser Karls IV, III, Innsbruck 1892, pp. 244, 247, 263; D. A. Perini, Bibliographia Augustiniana, I, Firenze 1929, p. 138; G. Mantese, Memorie storiche della Chiesa vicentina, III, Vicenza 1958, pp. 159-167, 239 ss. e ad Indicem; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, col. 878.