Filosofo greco della scuola cirenaica, vissuto in Alessandria verso il 300 a. C. Trasformò l'edonismo positivo di Aristippo, di cui fu discepolo, in un edonismo negativo: il fine della vita umana è, sì, il piacere (come vuole Aristippo), ma questo deve essere concepito come stato negativo, ossia come assenza di dolore e di affanno. Ma poiché ciò è molto difficile a conseguirsi nella vita, appare desiderabile la morte come insensibilità e tranquillità imperturbabile. Di qui il soprannome di "persuasore di morte" (πεισιϑάνατος) e il divieto d'insegnamento impostogli da Tolomeo I.