YOUNG, Edward
Poeta inglese, nato a Upham, presso Winchester, nel luglio 1683, morto a Welwyn (Hertfordshire) nell'aprile 1765. Compiuti gli studî a Winchester e a New College, Oxford, fu nominato dall'arcivescovo Tennison fellow di All Souls College, e durante il soggiorno a Oxford strinse amicizia con Philip Wharton, più tardi divenuto il notorio e dissoluto duca di Wharton, che fu suo generoso protettore. Prime pubblicazioni dello Y. (1713) furono una Epistle to Lord Lansdown e un'epistola all'Addison sul suo Cato, nonché una poesia, The Last Day, dedicata alla regina con le espressioni della più grossolana piaggeria. L'anno successivo apparve The Force of Religion, or Vanquished Jove, poesia su lady Jane Grey. Lo Y. s'interessava molto al teatro, dal quale, nei suoi versi, trasse continuamente similitudini ed esempî; nel 1719 esordì come drammaturgo con la tragedia Busiris (scritta nel 1713) che ebbe successo, ma la sua turgidezza pomposa fu messa in ridicolo da H. Fielding nel suo Tom Thumb the Great. Nel 1721 lo Y. fece rappresentare Revenge, variazione sul tema dell'Otello, che sebbene allora fosse rappresentata soltanto per sei sere, divenne più tardi popolarissima. Circa nella stessa epoca lo Y. scrisse una terza tragedia, The Brothers, che non fu rappresentata fino al 1753, quando ebbe otto rappresentazioni. Nel 1719 lo Y. si recò col duca di Wharton in Irlanda e vi conobbe J. Swift; nel 1721 tentò inutilmente di entrare in parlamento. Deluso nell'ambizione di salire ad alti gradi in una professione secolare, si volse alla Chiesa: nel 1728 divenne cappellano del re e nel 1730 fu nominato rettore di Welwyn. Nel 1731 sposò lady Elizabeth Lee, donna nobile e ricca, ma non giunse mai al seggio episcopale che bramava e riteneva dovutogli. Nel frattempo aveva pubblicato in sei parti The Universal Passion (1725-28), serie di satire in distici eroici, che sferzavano la società contemporanea e contenevano molti abili ritratti. Acute e robuste, sebbene trascurate nelle rime e prive di rifinitura, queste satire ebbero grande voga. Egli non aveva attitudini liriche di nessuna specie e i suoi successivi tentativi poetici: Ocean, an Ode (1728) e Imperium Pelagi, a naval lyrick (1730), sono così ridicoli insuccessi, che si stenta a crederli scritti seriamente. Ma il suo Complaint, or Night Thoughts on Life, Death and Immortality (1742-1745), lungo poema in versi sciolti, in nove parti, ebbe una notevole diffusione che durò per un secolo e si estese alla Francia e alla Germania. La sua tristezza religiosa, la sua melanconia romantica e la sua nota di delusione delle aspirazioni mondane riflette il gusto dell'epoca: innumerevoli lettori passarono sopra alle sue lungaggini di faticoso e sentenzioso squallore per simpatia verso quella disposizione di spirito e per ammirazione verso la frequente magnificenza della frase. Oggi il poema non è più letto, salvo che in pochi brevi frammenti, ed è noto più che per sé stesso per i disegni con cui fu illustrato da W. Blake. Di tutti i poeti inglesi, nessuno è stato così poco artista come lo Y. né così incapace di autocritica. Dotato di genialità per fabbricare frasi proverbiali (per es., "procrastination is the thief of time"), egli era ugualmente capace di enunciare semplici banalità e di alternare passi di vivace epigramma e di eloquio maestoso con cadute enormi e con assurdità. È fuori dubbio l'esattezza del giudizio del Pope, secondo il quale lo Y. "aveva molto di un genio sublime, però mancava di senso comune... sicché era perpetuamente esposto a degenerare in turgidezze".
Bibl.: Works, voll. 6, Londra 1757-58; H. Croft, Life of E. Y. (Johnson's Lives of the Poets), 1781; J. Doran, Life of E. Y., 1854.